1° parte Il gioco delle tre carte di Mariano Abis

2° parte Il gioco delle tre carte di Mariano Abis

3° parte Il gioco delle tre carte di Mariano Abis

4° parte Il gioco delle tre carte di Mariano Abis

di Mariano Abis

In passato ho fatto la proposta di variare il nome dell’organizzazione, sostituendo la w di world, con la p di people, cercando anche di far capire loro che forse, abbiamo calcato troppo la mano, in certi avvenimenti, che dobbiamo ridimensionare i nostri interventi, renderli un po’ meno invadenti, ma soprattutto avrei voluto che la loro attenzione fosse dedicata al fatto che stiamo sfruttando troppo le risorse del pianeta; mi piacerebbe, ma solo per mia soddisfazione personale, che tu avanzassi di nuovo la proposta, e lottassi per essa.

Se non hai domande da farmi, possiamo terminare qui, ci saranno innumerevoli occasioni di rivederci, ricordati che mi devi tenere informato di qualunque novità”.

Cristiano avrebbe centomila domande da porgli, ma ha notato che la lunga spiegazione ha, forse, stancato il vecchio, e si congeda, non prima di averlo di nuovo ringraziato per la considerazione.

Il lungo viaggio di ritorno è dedicato ad analizzare le mille situazioni in cui si verrà a trovare in futuro, al fatto che la sua approvazione verso il progetto non sia stata attentamente valutata, il grande vecchio, da politico consumato, ha introdotto il discorso come se non ammettesse dinieghi ad una proposta descritta in maniera così allettante, contribuire a dominare il mondo!

Non gli è passato nemmeno lontanamente per il cervello, in quei momenti, di mettere in dubbio le affermazioni che ha sentito, ma ora i primi pensieri fanno capolino nella sua mente, per esempio non si è chiesto quale sia lo scopo ultimo di una simile organizzazione, descritta, si, come tendente ad evitare catastrofi, ma allo stesso tempo vocata a creare eventi ad essa stessa favorevoli, per giunta con mezzi e disponibilità incontrastabili, pensa però che non essendo propriamente pochissime le persone che decideranno, un piccolo spazio di manovra potrebbe essere concesso a chi non sia favorevole ad eventi troppo deleteri per l’umanità, è ansioso di partecipare alla prima riunione per rendersi ben conto dell’ambiente che dovrà frequentare, e della personalità della gente con la quale dovrà venire a contatto.

Certo che mettere in piedi una simile struttura, pensa, ha bisogno di ingenti disponibilità finanziarie, e uno degli scopi principali non può che essere incrementare la sua potenza sia politica che in termini di disponibilità di capitali.

E poi, perché deve esistere una simile struttura planetaria, dato che ne esiste un’altra, dal prestigio enorme, e che raccoglie democraticamente quasi tutti i popoli della terra?

Che sia entrato a far parte di un’organizzazione nascosta e contraria a quella planetaria e democratica?

Perché agire in modo occulto?

E dove andrebbero a finire tutte le sue concezioni riguardo alla corretta gestione di uno stato, dato che ha appena scoperto che parlamenti, governi ed ogni tipo di organizzazione avrebbero preso provvedimenti già decisi da altri?

E quali prezzi dovranno essere pagati dall’umanità, sottomessa all’organizzazione?

Quanto valore ha, per loro, una singola vita umana?

Pensa che sicuramente si dovrà confrontare con posizioni che hanno ben poco di etico, lui che ha avuto una formazione cristiana, ed è convinto che quei valori religiosi possono essere applicati senza problemi anche in ambito sociale.

Tutti pensieri inizialmente derivati da uno stato d’animo positivo, derivato dal fatto di godere della considerazione dello statista, pian piano si sono indirizzati verso orizzonti sempre più fumosi, e anche se non è stato espresso chiaramente, si rende conto che, una volta data la sua disponibilità, dovrà restare incatenato alla w per tutta la sua esistenza.

E sarà un impegno gravoso, primo perché dovrà forse lottare contro scelte che presumibilmente potrebbero non tener conto di fattori da lui acquisiti, confrontarsi con personaggi dalla formazione culturale molto dissimile dalla sua, secondo perché dovrà stare a contatto, forse, con ambiguità diffuse, e terzo, ma non ultimo, porterà questo peso in continuazione, senza poter esprimere dubbi o chiedere pareri alle persone a lui più care.

Ora maledice l’approvazione concessa d’istinto, forse soggiogato dalla personalità di chi gli stava di fronte, proprio lui che ha sempre agito in maniera ponderata, in quel frangente si è fatto condizionare pesantemente.

Con ciò non ritiene che una decisione ragionata non lo avesse portato ad accettare comunque, ma dentro di se sente un peso insopportabile al pensiero di aver agito d’istinto, come mai gli era successo fino ad allora.

Si mette, per quanto possibile, l’animo in pace, col pensiero che avrebbe preso decisioni, o agito secondo coscienza.

Ma non sa ancora quali e quanti spazi di manovra abbia a disposizione, ha però capito una cosa: seppure, come è probabile, la sua carriera politica avrebbe giovato di continue, brusche accelerazioni, fino a farlo arrivare ai traguardi tra i più prestigiosi, lui stesso sarebbe stato comunque una marionetta nelle mani dell’organizzazione.

E se pure chi veramente decide gli eventi futuri, è in numero ridotto, una cinquantina di persone in tutto il mondo, dubita che non esista un altro ristretto numero di personaggi, ad un livello ancora superiore al suo, che sarebbero i veri padroni del mondo.

Ha l’impressione di essere su un aereo, e dall’alto vedere persone o cose microscopiche, ma cosciente che sopra la sua testa esiste un satellite che scruta tutti e tutto, aerei compresi, una specie di dio dagli obiettivi indecifrabili.

Direzione del maggiore partito di sinistra, capitale italiana.

Tarda notte, sono presenti il segretario, due suoi fidi collaboratori, e Igor.

Quale decisione hai preso?”

Nessuna decisione, ho pensato molto alla tua frase con cui ci siamo congedati, e vorrei alcuni chiarimenti.

Sappi che se dovessi accettare, il motivo sarebbe unico, quello di poter essere utile alle classi più disagiate, se capisco che non ho alcun margine di manovra in quella direzione, la mia risposta sarebbe negativa”.

E allora stai bene attento a quello che ti dico, e cerca di cogliere il senso esatto delle parole, e soprattutto sappi che le persone a me più vicine non hanno rinnegato del tutto gli antichi valori, solo devono confrontarsi con personaggi estremamente contrari alle nostre idee, ed agire cercando di mitigare le loro posizioni troppo favorevoli al potere economico che regna sulla terra.

Mi spiego meglio: anche noi come partito abbiamo molto potere, controlliamo banche, aziende, catene di distribuzioni di beni, e una buona parte del sistema culturale, e facciamo parte dell’organizzazione già dai primi tempi in cui abbiamo dimostrato di riuscire a indirizzare grandi masse di persone verso le nostre teorie e i nostri principi, cioè dai tempi successivi alla nostra costituzione come partito politico, ne è esente solo il nostro primo segretario, e in italia siamo l’unica realtà politica che ha un’organizzazione strutturata in modo tale da poter acquisire la disponibilità di beni essenziali, che diverranno ancora più fondamentali, se l’attuale crisi si protraesse ancora per molto tempo.

E si protrarrà ancora per molto tempo.

Bene, premesso ciò, penso che loro avessero fatto volentieri a meno della nostra presenza, ma il crescente consenso che storicamente abbiamo dimostrato di poter indirizzare, li ha costretti a tener conto anche della nostra presenza.

Da sempre, anche dai tempi in cui noi non ne facevamo parte, l’organizzazione agiva preferibilmente scegliendo maniere soffici, preferendo la concertazione, piuttosto che l’azione decisa.

Noi d’altronde, consci che la loro potenza economica, militare e finanziaria avrebbe, sicuramente, avuto la meglio su categorie e popoli indifesi, abbiamo scelto di concordare strategie, per evitare inutili disastri, e ammetterai che la condizione degli operai, per esempio, ha fatto registrare da allora grandi miglioramenti, che però, purtroppo, attualmente stanno regredendo; bene, se non esistesse, oggi, all’interno dell’organizzazione, una componente, bada bene, fortemente minoritaria, ma inequivocabilmente di sinistra, puoi ben immaginare lo sfascio economico e sociale a cui andremmo incontro.

Non ti insegno nulla affermando che in periodi di crisi come quelli attuali, gli operai e le loro organizzazioni, sono facilmente ricattabili, e le persone occupate sono sempre meno, ebbene, attualmente la nostra azione è rivolta a mitigare la chiusura delle imprese, o assicurare vantaggi a chi ha perso il lavoro, e siamo riusciti a concordare provvedimenti vantaggiosi, che altrimenti non sarebbero stati presi, ma ti assicuro che per questo abbiamo dovuto concedere anche noi sostanziali riduzioni della nostra capacità di intervento, per esempio, attualmente, in alcuni importanti stati europei, abbiamo dovuto accettare di governare, prevalentemente alle loro condizioni, con i nostri nemici storici, per non mandare all’aria le economie continentali, ben sapendo che chi paga il peso delle crisi economiche sono sempre gli stessi, quelli che noi abbiamo l’ambizione di difendere.

E allora, se accetterai, il tuo impegno sarà quello rivolto ad ottenere vantaggi per le fasce di popolazione più disagiate, altrimenti il tuo posto sarà preso da un altro, e non puoi sapere quali saranno le sue scelte, io ho scelto te perché so che puoi adempiere egregiamente al compito”.

Igor non sa cosa pensare, davanti ai suoi occhi appare un mondo che fino a qualche giorno prima aveva una sua fisionomia, del quale ora ne ha una visione sbiadita, ma non certo più rassicurante, per la testa ancora una volta gli frulla una domanda.

Ti farò una domanda, ma prima voglio esprimere una considerazione: la crisi attuale sta facendo grossi danni, e sappiamo entrambi che le crisi a volte fanno comodo a qualcuno, e questa non è una crisi passeggera, in quanto in termini temporali è forse la più importante di tutte quelle che ha visto la storia, e ancora non se ne vede la fine, ebbene, sappiamo per certo che è stata causata da strategie dissennate di importanti società finanziarie, che presumibilmente hanno per lo meno contatti stabili con l’organizzazione, società che hanno dovuto, o forse voluto, ridimensionare la loro capacità di intervento, non assicurando più la circolazione di ingenti quantità di moneta, base essenziale su cui poggiano tutte le certezze di una società strutturata come quella occidentale, ebbene, io parto dal presupposto che, dato che come tu stesso hai affermato, l’organizzazione dispone di risorse illimitate, come mai non ha fatto si che quelle società potessero fornire l’abituale quantità di denaro, scongiurando la crisi?

E siamo sicuri che, dato che hanno fatto ben poco per limitare i disastri che questa crisi ha finora generato, persino suicidi di operai che hanno perso il lavoro e imprenditori che hanno dovuto rinunciare alle loro aziende, e alla loro vita, questa addirittura non sia stata decisa dall’organizzazione?”

Non posso rispondere a questa domanda, perché non ho elementi sufficienti per poter affermare se lo stato di crisi sia stato voluto o meno dall’organizzazione, presumo che la risposta sia affermativa, in ogni caso abbiamo fatto una miriade di riunioni per scongiurare gli effetti più disastrosi che avrebbe potuto avere.

Poi, sospetto che nascosti tra le pieghe dell’organizzazione, ci siano molti elementi coesi tra loro, che agiscono in maniera poco etica, noi siamo là per contrastarli”.

La risposta ricevuta non è esaustiva, Igor non sa valutare quali vantaggi potrebbe apportare all’organizzazione uno stato di crisi estrema a cui stiamo assistendo, senza tener conto che questa potrebbe persino peggiorare, ma sa perfettamente che in passato qualcuno ha approfittato delle varie crisi ricorrenti per costruire imperi economici, o per prendere decisamente il potere.

A volte, a crisi catastrofiche, sono succeduti anche conflitti disastrosi, o dittature.

Non ti posso lasciare altro tempo per decidere, la prossima riunione è tra pochi giorni, e devo sapere ora se posso fare affidamento su di te, sappi che mi sono sbilanciato anche più del dovuto, perché spero che accetti”.

Va bene, accetto, ma giusto per fartelo capire, sappi che per mia natura non sono troppo favorevole a cercare soluzioni troppo dispendiose per la povera gente, e io sono quanto di più lontano possa esistere da chi va alla ricerca di compromessi, o di chi lavora nell’ombra, non so quanto io possa essere utile in quella struttura, che, se non ho capito male, è circondata da un fortissimo alone di mistero malefico”.

Incassata la disponibilità di Igor, il segretario si appresta a confidargli alcuni segreti e modalità comportamentali.

Ti illustro alcuni fatti e le loro cause, di cui la gente ha una visione derivata dagli annali che sono stati messi loro a disposizione, ma che non riportano esattamente i reali fatti storici avvenuti.

Non sto ad elencarteli tutti, ma ti fornisco un solo esempio per farti capire a grandi linee il modo che abbiamo di intervenire.

Come ben sai, alla fine dell’ultimo conflitto mondiale, tutte le nazioni cercavano di affermare il loro predominio in varie zone del pianeta, e una volta dissolti gli eserciti nemici hanno dato vita ad una corsa contro il tempo per occupare quanti più territori possibili, per avere più carte da giocare in sede di spartizione di zone di influenza.

E questa è storia realmente avvenuta, e raccontata in modo corretto, e se in africa e sull’oceano pacifico non esistevano eccessivi dubbi sul futuro dei vari territori, i dissidi e le discussioni sono avvenuti a ridosso dei confini tra i due mondi contrapposti che si andavano a configurare, quello atlantico e quello comunista.

Lasciando da parte i vari avvenimenti precedenti che hanno decretato le varie spartizioni in altre zone, ti voglio parlare, a titolo di esempio, di ciò che è avvenuto nei confini nord orientali della nostra nazione.

Io stesso, conosciuta la storia fin nei minimi particolari, che ti risparmio, ho rabbrividito al sentire le motivazioni e le azioni preventive che sono state messe in campo.

Ebbene, sappi che in quei territori esistevano le condizioni reali, probabili, e oggettive, per la prosecuzione del conflitto, si è rischiato seriamente che potesse continuare, stavolta tra i due blocchi politici contrapposti, e vincitori, ciò non è avvenuto per la mediazione della nostra organizzazione, ma mediazione è una parola non corretta, dato che nel suo interno erano ben rappresentati entrambi i blocchi contrapposti.

Le varie conferenze che la storia riporta erano solo atti formali, le decisioni sono state prese in seno all’organizzazione.

Ti voglio parlare di due personaggi, entrambi appartenenti all’organizzazione, e del ruolo che hanno avuto in quei territori: il capo dell’esercito slavo che alla fine del conflitto, imperversava in territori indiscutibilmente italiani, ma che facevano gola al blocco sovietico, ed il segretario del nostro partito, le cui direttive erano indirizzate ad una parte dei partigiani, quelli rossi.

Ebbene, sappi che, dato che la storia riporta discorsi del segretario indirizzati a favorire il blocco comunista riguardo alla spartizione di quelle regioni confinanti, in contrapposizione alle, secondo me, giuste rivendicazioni dello stato italiano, la sua immagine che la storia riporta è estremamente negativa, al riguardo, in ogni caso conosceva benissimo la configurazione definitiva di quei territori, perché già abbondantemente discussa e decisa in seno all’organizzazione, ma che non approvava, e aveva deciso di lottare contro quelle risoluzioni.

Aveva però un grosso problema da risolvere, nell’ottica storica che si sarebbe affermata, e cioè nascondere le prove di due disumani comportamenti di persone a lui vicine, avvenuti in territorio destinato alla nostra nazione, e, di conseguenza appannaggio al fronte atlantico.

Andiamo con ordine: sai bene che allora il concetto di internazionalismo tra le nostre fila era estremamente radicato, e si dava poca importanza alle istanze nazionali, in nome dell’affermazione planetaria delle teorie rosse, ebbene, le intese tra i due personaggi andavano nella stessa direzione, affermare il dominio su territori contesi, il più ampio possibile, ma per far ciò bisognava far passare per buona la favoletta che quei territori erano occupati prevalentemente da popolazioni Slave.

E fin qui nulla di cui vergognarsi, ma i fatti che si sono succeduti hanno creato grossi problemi al nostro segretario che, pur non approvando i successivi comportamenti di partigiani rossi e milizie Slave, gli stessi sono stati una conseguenza degli accordi che lui stesso ha preso col comandante Slavo, e con la dirigenza sovietica.

Umanamente non gli si può dare alcuna colpa, perché aveva agito politicamente nella direzione che allora risultava dominante riguardo alle teorie comuniste, ma storicamente risultano a suo carico aberrazioni non compiute, né favorite da lui, doveva risolvere il difficile problema che quegli accordi avrebbero consegnato alla storia, descrivendo la sua personalità come favorevole ai successivi due fatti, che vado ad elencare.

Il primo è la pratica aberrante della pulizia etnica che l’esercito Slavo, o parte di esso, a volte spalleggiato da partigiani rossi che nel frattempo facevano parte dello stesso esercito, ha messo in atto contro popolazioni Italiane e qualche dissidente Slavo, il secondo, altrettanto orripilante, è un fatto avvenuto in territorio friulano, e commesso da partigiani rossi, sicuramente spalleggiati dagli Slavi, contro altri partigiani, ma di diverso colore politico, l’uccisione in due diverse azioni di ventidue di loro.

Entrambi gli avvenimenti erano indirizzati all’affermazione che quei territori erano sotto giurisdizione rossa, e che alla fine del conflitto sarebbero dovuti passare al blocco comunista.

L’eliminazione di persone per assicurarsi territori è la manifestazione peggiore che l’umanità ha dato di sé, e certo il segretario non avrebbe mai, né approvato, né favorito, azioni così disumane, ma simili prove dovevano esser nascoste, immagino il suo stato d’animo in quel momento storico, costretto ad impegnarsi per espropriare alla nostra nazione quei territori che hanno visto simili atrocità, con la convinzione che se fossero stati sotto il controllo sovietico o slavo, sarebbe stato più facile negare quegli avvenimenti.

Si è discusso molto, allora, in seno all’organizzazione, di quei fatti, cercando la soluzione migliore per minimizzarne gli effetti politici e storici, e in qualche modo il risultato è stato parzialmente raggiunto, in quanto la cultura dominante, controllata dall’organizzazione, cerca di ostacolare in ogni modo la diffusione mediatica di simili avvenimenti, e occultarne le prove.

Questa è una delle modalità di intervento dell’organizzazione, la gente non deve conoscere fatti o situazioni che potrebbero portare a ulteriori dissidi, o rivendicazioni, e in qualche modo risulta un’azione meritoria in funzione della pace sociale, pazienza se una parte di essa subirà delle conseguenze, noi non guardiamo alle singole persone, ma abbiamo una visione planetaria.

Bene, seppure con un esempio, spero che abbia in qualche modo assimilato le nostre modalità di azione, e durante gli incontri ti renderai ancora più conto delle problematiche che andremo ad affrontare, ti attendono giorni intensi e decisioni difficili, quindi … benvenuto tra noi”.

Sardegna, isola de la Maddalena, tarda primavera.

Un paio di grandi panfili, e alcuni yacht, solcano le acque cristalline di questo pezzo di paradiso in terra, una gita collettiva tra persone che non sanno cosa comporti il vivere della stragrande maggioranza della popolazione del nostro pianeta, gente che non ha mai conosciuto privazioni di alcun genere, una specie di marziani in terra, così dissimili in tutti gli aspetti dalle persone comuni, e con una grande caratteristica condivisa: dispongono, ciascuno di loro, di una rilevante potenza, chi patrimoniale, chi finanziaria, chi strategica, qualcuno dispone di potenza politica, altri possono vantare contatti ed amicizie ad altissimi livelli, altri sono semplicemente rappresentanti di personaggi ancora più di rilievo, forse impossibilitati a partecipare per cause che non obbligatoriamente devono essere giustificate, o desiderosi di non apparire personalmente.

Una cinquantina di persone in tutto, in rappresentanza di interessi planetari, e appartenenti a tutte le nazioni più importanti.

La stragrande maggioranza di loro si conosce da tempo reciprocamente, ma non mancano alcune figure sconosciute ai più.

Nel panfilo più lussuoso, intorno ad un tavolino, parlano tra loro, con un bicchiere in mano, e una sigaretta nell’altra, tre persone che rispondono ai nomi di Louise, Cristiano e Otto, e intanto godono del sole abbastanza forte che quasi potrebbe definirsi estivo.

Avrei pensato che alla fine, la vostra storia, culminasse con un matrimonio, perché non siete più assieme?”

Louise, forse in segno di nervosismo, prende la sigaretta appena accesa, e la spegne, posa il bicchiere sul tavolino, e, come se si fosse liberata da due elementi che forse le avrebbero impedito di esprimere compiutamente giustificazioni non da lei condivise, si appresta a rispondere.

È strano come, a volte, bisogni giustificarsi da colpe che non si hanno realmente, e naturalmente dover dare spiegazioni di avvenimenti non voluti è sicuramente più complicato che spiegare concetti che fanno parte della nostra personalità.

Strategie familiari”.

Perché, esistono ancora?”

Altroché! Oggi più che mai”.

Mi sa chi ti dispiace …”

Stavo bene con Otto”.

E lo guarda con aria maliziosa.

Stavi?”

Stavo, sto …”

Ah, bene, sono contento per voi …”

Le isolette attorno a la maddalena sono interdette ai comuni mortali, ma non alla comitiva, che oggi si concede una vacanza, e le visita una per una, da domani, per due giorni, invece, sarà impegnata a prendere decisioni.

Il giorno dopo fanno il loro ingresso nella struttura messa loro a disposizione dallo stato italiano, ricavata da una base nucleare americana dismessa, e ristrutturata da importanti architetti.

Dopo le presentazioni dell’unica faccia nuova presente, viene data la parola a Louise.

Sapete benissimo che esiste un movimento nato nei paesi scandinavi, che inizialmente è partito come corrente artistica, e pian piano si è trasformata in movimento culturale, ed ora è diffuso in tutta europa, e certo non si svilupperà solo nel nostro continente; io stessa, ho in casa alcune opere d’arte degli artisti che hanno fondato il movimento, tra le prime prodotte da loro, e le mie case editrici hanno pubblicato vari loro lavori, devo confessare che inizialmente apprezzavo quelle novità, ma ora che il movimento sta assumendo connotazioni politiche troppo marcate e tendenti verso direzioni indecifrabili, ho smesso di pubblicare i loro lavori, fino a che non sia chiara, sia la loro evoluzione, sia la nostra strategia verso di esso, e invito tutti i presenti a cercare le soluzioni migliori per renderlo inoffensivo, personalmente penso che sia più conveniente cercare di indirizzare la loro azione verso obiettivi che non ci creino grossi problemi, lasciando loro un certo margine di azione, ma limitandone la capacità di coinvolgere fasce troppo numerose di popolazione, so per certo che potenzialmente le loro teorie potrebbero far presa sulla gente.

Abbiamo due opzioni, se il movimento si rivelasse realmente pericoloso, infiltrare qualcuno pagato dall’organizzazione, oppure lasciarli fare indisturbati, sappiamo per certo che la loro strategia futura sarà quella di denunciare comportamenti politici e sociali poco etici, e tra le loro fila ci sono elementi validi che potrebbero trascinare la gente verso una contestazione che potrebbe dare fastidio, ma sappiamo anche che, parlando più in generale, ogni singola persona ha bisogno di una valvola di sfogo per le sue insoddisfazioni, e il movimento, se acquisisse quelle caratteristiche, potrebbe essere funzionale a quello sfogo”.

Louise sa benissimo che sarebbe controproducente osteggiare troppo apertamente movimenti che combattono i poteri politici e i meccanismi culturali dominanti, e il fatto stesso che nel sistema occidentale si dia un minimo di spazio a proteste, e vignette sui quotidiani che ridicolizzano personaggi politici, o quant’altro, non fa che avallare la certezza della gente di vivere in un contesto democratico, naturalmente lei sa benissimo che non è così.

Inizia la discussione, Cristiano nota che gli interventi successivi denotano conoscenza profonda del problema, lui stesso, qualche giorno fa, ha dovuto dedicare all’argomento un paio d’ore del suo tempo, e informarsi a fondo delle problematiche che un simile movimento comporta, analizzando a fondo materiale informatico e cartaceo ricevuto.

La mattinata non è sufficiente per dirimere la questione e la riunione è aggiornata alla sera.

Il pranzo vede i tre amici, Louise, Cristiano e Otto, monopolizzare un tavolino, con un cameriere a loro esclusiva disposizione, e trascorrono il tempo, assaggiando ostriche, caviale e aragoste locali, parlando dei tempi andati, dell’evoluzione che le loro vite hanno fatto registrare, in particolare viene dato risalto alla partecipazione dell’Italiano, nuovo arrivato, e i due si danno un gran da fare per metterlo al corrente dei meccanismi strategici che l’organizzazione mette in atto volta per volta che si affacciano all’orizzonte novità politiche, sociali o culturali.

Viene dato grande risalto al fatto che un perfetto sconosciuto com’è Cristiano, per la maggioranza dei partecipanti, abbia sostituito una delle personalità più carismatiche che da innumerevoli anni regge autorevolmente la scena di quelle riunioni, e al fatto che ne abbia ereditato i grandi poteri di cui disponeva, i due gli fanno sapere che, seppure esiste tra tutti i partecipanti una equilibrata capacità decisionale, il prestigio del vecchio statista era indubbiamente al di sopra della stragrande maggioranza delle persone presenti.

E Cristiano ricorda quanto lo statista abbia insistito sulla grande attenzione che l’organizzazione dedica al settore culturale, oggi ne ha avuto conferma, dato che un’intera mattinata di discussioni non è bastata per esaurire l’argomento.

E nota che questa disparità di vedute sulla cultura tra la w, ed il comportamento dei singoli stati, sia quanto mai accentuata, questi ultimi sono impegnati per lo più in azioni che danno più rilevanza ad altri fattori, secondo loro, più concreti.

Ha ricevuto in poco tempo dallo statista una proficua lezione su come gestire il potere, più esaustiva di tanti anni di studi, compiuti in prestigiose scuole elitarie.

E capisce in un attimo da cosa derivi la grande considerazione dello statista che ha sostituito, si ripromette di invitarlo, la prossima volta che si vedranno, a spulciare altri argomenti, lo ascolterà con la massima attenzione.

Il suo cammino culturale riceverà così una forte accelerazione, funzionale ad assimilare lui stesso, almeno una parte dei meccanismi mentali dello statista, che hanno generano il suo prestigio personale e politico.

E costui sarà costretto, per forza di cose, a metterlo al corrente degli avvenimenti che hanno fatto la storia, sia della nostra nazione, che del mondo intero.

Ora, nonostante i mille dubbi scaturiti spontaneamente durante il suo ritorno dal colloquio con l’importante personaggio, è contento di aver accettato l’incarico.

Dopo aver digerito molluschi, crostacei e quant’altro, e aver metabolizzato i vari prestigiosi vini assaggiati, i tre si dedicano all’attività che li ha visti tante volte insieme, e trascorrono un paio d’ore entrando ed uscendo da quelle acque cristalline.

Quando arriva il momento di riprendere la discussione, gli interventi sono tanti, Cristiano nota quanta sia rilevante l’importanza che quelle persone riconoscono all’argomento cultura, uno di loro, intervenendo, lo cita come l’erede di chi ha fatto capire loro che ci troviamo di fronte all’aspetto più rilevante del controllo dei popoli!

L’argomento viene accantonato nelle prime ore della mattina successiva, e non essendoci concordanza di valutazioni, si decide di mettere in atto alcuni comportamenti condivisi, e osservare in seguito l’evoluzione del movimento.

Il neo arrivato Italiano, nel corso delle ore successive, quando si affrontano altri argomenti, nota che le decisioni vengono prese in scioltezza, basta mezz’ora per decretare le strategie da adottare verso un dittatore Sudamericano, che ultimamente sta contravvenendo alle direttive della w, un’ora per decidere che bisogna mandare in tilt un ingombrante satellite, e un’ora e mezza per decidere di obbligare i vari stati ad acquistare centinaia di cacciabombardieri da una determinata industria americana.

È come se stiano scegliendo strategie per vendere più o meno noccioline ad una festa paesana, paragonando il loro potere a quello di un qualsiasi comune mortale, alla fine dell’incontro, durante la cena conclusiva, tra un’ostrica e un po’ di insalata, Otto mette mano al telefono, e ordina di ritirare parte dei suoi titoli di stato del paese sudamericano, e Louise, tra un dolce e un flute di champagne, dispone di acquistare il maggior numero di azioni dell’industria bellica americana.

L’immagine del mondo che appare in quel momento a Cristiano è come che sia la sede di una grande festa a buffet, alla quale chiunque può attingere, e scegliere accuratamente quali siano i cibi più gustosi, o le bevande da evitare.

Capisce quanto siano a loro funzionali le varie borse diffuse nel mondo, create per aumentare la forbice tra poveri e ricchi, capisce che chi più ha disponibilità finanziarie, ha autostrade aperte di fronte a se, con azioni che di rischioso, per loro, non hanno nulla, i rischi, in quel difficile campo, sono tutti per chi non è al corrente dei futuri avvenimenti, e se riesce a mettere a segno qualche fortunata transazione, lo deve unicamente alla sua buona sorte, o alla sua capacità di valutare correttamente meccanismi commerciali e finanziari.

Segue…

4° parte Il gioco delle tre carte di Mariano Abis
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