Affamare i bambini, distruggere le case: non è una creazione dell’Isis

di Augusto Grandi

girano

dresda6“E’ difficile piegare con le armi un popolo fiero, combattivo, coraggioso; ma mettete alla fame i suoi vecchi, i suoi bambini, le sue donne; distruggete sistematicamente le sue case e vedrete i fucili cadere dalle mani dei combattenti”. Un proclama dell’Isis? No, la filosofia del generale americano Philip Henry Sheridan. Enunciata ancor prima del 1870. La stessa filosofia che era alla base della guerra degli inglesi contro i boeri, dei nordisti contro i sudisti. Aggiungete la guerra ai monumenti, come la distruzione di Montecassino o di Dresda, i bombardamenti a tappeto su musei e chiese storiche e sarà facile capire da dove hanno imparato i tagliagole dell’Isis. Napoleone, prima del generale gentiluomo yankee, depredava i Paesi sconfitti, ma per trasportare in Francia le opere d’arte. Non per distruggerle. Perché l’Europa, tra massacri e stermini, ha sempre guardato alle opere d’arte come ad un patrimonio comune da tutelare. A differenza dei democratici d’Oltre Oceano che hanno pianificato l’eliminazione del proprio Sud, dell’America Latina, del Giappone e della stessa Europa. Salvo, poi, presentarsi come i liberatori generosi e comprensivi. Ora tutti si indignano per la distruzione dei reperti archeologici in Siria e in Irak. Giustamente si indignano. Ma sono sempre pronti a far finta di nulla sulla distruzione americana di tanti capolavori europei. I film propagandisti si interrogavano su Parigi che avrebbe potuto bruciare, ma ignoravano Dresda che bruciava davvero. O Berlino distrutta. Per non parlare dei tanti monumenti italiani realizzati tra le due guerre e per questo distrutti alla fine del conflitto come opera del Demonio. Tutti meravigliosi maestri dell’Isis. Ma si fa prima a far finta di nulla.

Augusto Grandi

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