Anoressia e bulimia. Il web e la sfrenata corsa alla perfetta deformazione di anime trasfigurate dall’ossessione del corpo perfetto

di Miriam De Vita

anoressia

 

Età: 14
Altezza:170cm
Peso:56 kg
Obiettivo1:50 kg
Obiettivo2:48 kg
La dichiarazione di guerra più aberrante che si possa fare è quella alla propria vita. Se prima era una lotta da fare in totale solitudine, il web ha rotto questo isolamento: dal 2006 più o meno sono nati forum, blog, siti cosiddetti pro-ana e pro-mia. Alcuni oscurati, non accessibili ai contenuti, altri aperti a tutti. La rete “italiana” ne conta 451 circa, tutti con un unico “nemico comune” : il cibo. L’età media delle autrici di questi blog è 17 anni, ma si contano anche ragazzine di 12 e 13 anni.
E questi blog diventano l’oasi di speranze delle molte vittime che al limite delle forze cercano qui rifugio e motivazioni, vedendo nelle autrici dei blog punti fermi di riferimento. Ecco uno dei tantissimi commenti leggibili:
“Ciao sono (…) e sono 163 cm per 45 kg ma voglio arrivare a 40 prima dell’indirizzo della scuola..  ho la mail e whatsapp  possiamo farci forza assieme, ci stai?”
Spesso la testata dichiara la conoscenza dei rischi che queste adolescenti con chiari disturbi dell’alimentazione stanno abbracciando:
“Non sono una pazza anoressica ma se qualcuno mi chiedesse se sono pro-ana direi di si. Vi racconto la mia storia, da cui potreste avere dei consigli. Aiutiamoci a vicenda.”
Queste storie partono tutte dal disperato bisogno che i/le nostri/e giovani adolescenti (e non solo, sempre più ampia è la fila di donne, soprattutto, che anche in età adulta cadono vittime anoressiche e bulimiche) sentono di perdere peso o di espiare la colpa della grande “abbuffata” I/le giovani anoressici/he hanno come obiettivo l’eliminazione del senso di fame, vista come debolezza e di conseguenza all’eliminazione totale del cibo, agendo con estremo controllo su se stessa/o e sugli altri. I/le giovani bulimici/he, sprofondano nell’abisso di quel vuoto incolmabile. Ingurgitano tutto in tempi brevissimi, ma impellente sarà il bisogno di liberarsi da tutto quel male. Impellente sarà la punizione, ovviamente corporea.
Non c’è un limite tra l’una e l’altra malattia, spesso sono l’una il braccio destro dell’altra per la totale distruzione delle loro vittime. Questa è solo l’ombra della malattia che già ha attanagliato la mente delle sue vittime.
Tutto questo è scioccante, fino a quando scorrendo nei blog trovi i “risultati”. Inevitabilmente vedi quei corpi ancora acerbi sparire dietro quegli assurdi obiettivi che si sono imposti. Vedi scheletri con addossi cucito dolore e sofferenza:
“Eccomi. Una ragazza senza speranze che sogna l’impossibile in questo mare di ipocrisia e dolore. Gli obiettivi si sfocano e le voglie si sentono, ma Ana è con me. La sento entrare in me giorno dopo giorno. Mi sento invisibile dietro questa maschera di silenzi”.
A questo punto dobbiamo farci una domanda: Ana chi è? Che rappresenta per chi ne cade in-consapevolmente vittima?
La dea della morte venerata dalle sue ancelle come dea della perfezione. Quasi tutti i blog pro-ana e pro-mia hanno “affisso” a prima vista il loro atto di fede, sancendo la loro appartenenza “sacrale” e religiosa a questa divinità superiore. E sacrali sono i comandamenti e i rituali-punizioni che compiono per affermarsi superiori alla cosa più naturale che ci sia, il cibo:
“quando senti il bisogno di abbuffarti o semplicemente di mangiare prendi un elastico e mettilo al polso: tiralo quando avrai fame (questo ovviamente dovrai farlo SOLO se ti senti in colpa a mangiare. Ma a mangiare qualsiasi cosa…frutta e verdure comprese. Se i sensi non ci sono mangia pure. Non superare le Kcal giornaliere.”
Nell’immediato questo credo si presenta come una lettera scritta dalla dea Ana in persona. A questo punto le parole tacciono e le mani cadono.
“Permettimi di presentarmi .Il mio nome, o quello datomi dai cosiddetti “medici”, è Anoressia. “Anoressia Nervosa” è il mio nome per esteso, ma tu puoi chiamarmi Ana. Possiamo diventare auspicabilmente grandi socie. Ti ricordi cosa dicevano i tuoi genitori? Che eri così matura, intelligente, così promettente? Non mi dirai che ti basta vero? Non ti può bastare, non ti deve bastare! Non sei perfetta, non fai abbastanza fatica!
D’ora in poi non lascerò più che tu perda tempo in pensieri inutili, oppure in giro con gli amici, a divertirti. Simili atti non saranno più tollerati. I tuoi amici non ti capiscono, non sono affidabili. Ti ricordi quando gli hai chiesto se eri grassa e loro ti hanno risposto che no, non lo sei per niente? Sai benissimo che stavano mentendo.
Solo io dico la verità. Per non parlare dei tuoi genitori; ti vogliono bene, ma solo perchè è il loro ruolo e sono obbligati a svolgerlo. Sai qual’è la verità? Sono delusi da te. La loro figlia è una ragazza grassa prigra e indolente.
Sono qui per cambiare tutto questo.
Ti porterò a mangiare sempre meno e a fare sempre più esercizio. Devi accettarlo, non puoi sfidarmi. Sto iniziando ad entrare in te.
Non ti lascerò più.
Sono con te quando ti svegli al mattino e quando corri alla bilancia. Dipendi dalle sue cifre. Pregherai di pesare meno di ieri, della notte scorsa, di poche ore fa. Guardati allo specchio! Strappa via quel grasso schifoso!
Sorridi solo quando vedrai spuntare le ossa.
Sono con te quando programmi le tue giornate: 400 Kcal, due ore di esercizio. Ti seguo durante il giorno. A scuola ti do qualcosa a cui pensare. Ti faccio ricontare le calorie della giornata. Sono troppe.
Ora sono dentro di te.
Sorridi e annuisci. Devi essere sempre in ordine.
Rifiuta il cibo. Fai credere di aver mangiato qualcosa.
Se mangi, tutto il controllo sarà spezzato.
Talvolta ti ribellerai. Ti avventurerai in cucina, di notte. Aprirai lentamente la credenza e guarderai le tue mani protendersi, come in un incubo, attraverso l’oscurità. Ingoierai tutto, meccanicamente, senza sentirne il sapore, soltanto per opporti a me. Il tuo stomaco diventerà gonfio ma ancora non ti fermerai, mentre io continuerò a gridarti di smettertla, vacca schifosa! Non ti ho insegnato niente, non hai nessun controllo! Appena finito di mangiare ti sentirai invadere dal panico.
Hai infranto la regola più importante. Hai mangiato e adesso mi vuoi.
Ti trascinerò nel bagno, sulle tue ginocchia, A fissare il vuoto della tazza del cesso.
Quando cercherai di rialzarti, sarai devastata dalle vertigini
Non svenire. Alzati immediatamente.
Tu ti meriti tutto questo! Meriti tutto quello che ti faccio.
Chiedi aiuto se vuoi, credi che qualcuno ti ascolterà?
A nessuno importa di te.
Sono l’unica che sta cercando di aiutarti. Lo so che a volte la sofferenza ti può sembrare insopportabile, ma è per il tuo bene. Porterò via la rabbia, la disperazione e la solitudine. Svuoterò la tua testa da ogni preoccupazione tranne quella di contare calorie.
Sono la tua unica amica, l’unica di cui hai bisogno.
Ma non devi dirlo a nessuno: se ti metterai contro di me, se racconterai a qualcuno di noi due, tutto l’inferno si libererà. Io ho creato questa sottile bambina di successo!
Senza di me non sei nulla. Non combattermi. Quando gli altri commentano, ignorali. Dimenticati di loro, dimenticati di chiunque provi a portarti via da me.
Sono il tuo bene più grande.
E lo sarò sempre.

Con Amore, Ana”

Miriam De Vita

Miriam De Vita

 

 

 

Anoressia e bulimia. Il web e la sfrenata corsa alla perfetta deformazione di anime trasfigurate dall’ossessione del corpo perfetto
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