di Antonella Policastrese

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Un disastro annunciato. C’era l’esatta contezza  che l’epilogo del mal tempo sarebbe stato esattamente questo. Il territorio di Calabria continuamente violentato da costruzioni nate come i funghi, è franato sotto i piedi, all’arrivo  di una pioggia abbondante. A farne le spese, questa volta  la linea ferroviaria  ionica, flagellata dall’acqua tanto da portarsi via quel che rimane dei binari e di strade tranciate dal bombardamento d’acqua che ha divelto anche  l’asfalto . Eppure è da sempre che si conoscono le criticità di questa parte d’Italia. Terra di fiumare, torrenti e fiumi la Calabria è stata cementificata ovunque e dopo aver imbrigliato i fiumi dirottandone i corsi d’acqua per costruirci, si continua ad erodere territorio. A Crotone nell’area marina protetta, si continua a  costruire  un villaggio turistico che plana fino al mare, dopo aver aggirato lo stesso piano regolatore con escamotage che hanno permesso la costruzione in corso d’opera  di questa nuova oasi di cemento, che una volta terminata  non farà altro che mangiarsi la costa. Se poi vicino a questa trovata dell’uovo di Colombo, aggiungiamo l’uso di trivelle in mare i disastri naturali sono più che garantiti, con buona pace di chi ci sta  privando  anche del mare speculandoci sopra. Altro che gridare  “al lupo” difronte ad eventi calamitosi come quelli di questi due giorni. Due giorni di pioggia che si sono portate via quelle disastrate  strade, che contribuiranno all’isolamento nel quale ci troviamo e dal quale non ne usciremo tanto facilmente. Anche la legge di Stabilità è tronca di un Master plan annunciato  e magicamente sparito dagli interventi da attuare, segno che d’ora in avanti e fino a quando l’inverno non terminerà sarà già tanto se rimangono in piedi persone e cose. Devastata dalla ndrangheta,  dal maltempo, da un governo che allegramente dirige la sua vela altrove incentivando gli investimenti all’estero,   questa terra nonostante tutto resiste e vorrebbe tenere abbarbicate le proprie radici al terreno infradiciate di acqua e melma. Non siamo che agli inizi di un autunno gravido di piogge e di tanta incertezza. Cosa succederà alla fine dell’inverno? Intanto i dati ed i cinegiornali parlano di un’Italia in ripresa su tutti i fronti, mentre la situazione reale indica tutt’altro. Se non ci saranno interventi, se l’esistente attualmente ridotto ad un cumulo di detriti,   non sarà  ripristinato in fretta, la Calabria continuerà a rimanere appannaggio di vampiri ed uomini che ne hanno fatto la roccaforte per governare da incontrastati. Si avverte chiara la sensazione che anche una squadra di prefetti scapperebbe con i pantaloni in mano. Per il momento si fa finta di niente e difronte a disastri annunciati si tolgono quattrini dai bilanci comunali e regionali, si continua a tagliare senza remissione di peccati e non si capisce bene cosa ne sarà di noi.   Come in un racconto dell’orrore ,basti che il cielo si veli e solo l’idea della pioggia fa rizzare i capelli in testa. Roba da sorci verdi che qui si vedono senza che ci sia rimedio per fermarli.

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Antonella Policastrese

 

 

Calabria frana
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