EVVIVA RITORNA LA TASSA SUL MACINATO

di Gabriele Garzoli

Articolo scritto un anno fa.

mulinoCon i provvedimenti tampone puntualmente ritorna la tassa dei poveri sul macinato. Dal momento che di pane se ne consuma molto meno hanno pensato di tassare i fondi agricoli montani e non. Rientra nelle politiche europee per dare una mano alla nostra misera agricoltura.
Quando un ventennio fa la introdussero specificai che l’aumento sul pane, pasta riso e latte denunciavano il massimo della perversione sociale, un attacco terroristico all’economia familiare. Se nel 93 è servito poco denunciare la voragine pensionistica con tanto di numeri, credo sia quasi inutile ricordare agli italiani che siamo in regola per una bancarotta più o meno fraudolenta. Con la speranza che qualcuno accolga seriamente questo invito a meditare sul nostro futuro lancio una sfida seria a tutti i partiti che ancor oggi fanno finta di non conoscere e nascondono ipocritamente la verità a noi del popolo come se fossimo dei malati di cancro.
Nascondere lo sfascio con manovrine , vedi aumento sigarette e autostrade, è sintomatico della peggior disonestà mentale e procura dissesti abnormi all”economia generale. Questa classe politica meschina che sostiene una classe dirigente sciacalla ci ha portato in uno stato di sofferenza cronica e irreversibile.
Se vogliamo capire la causa dei nostri mali non dobbiamo limitarci ad analizzare gli ultimi dieci anni, ma dobbiamo risalire alle origini, e tanto meno attribuire alla sfiducia degli investitori stranieri o all’instabilità politica , questo crollo generico del nostro sistema.,
La verità è una sola, purtroppo abbiamo spostato la nostra economia avanti di cinque anni, indebitandoci in modo scriteriato non riusciamo più a far fronte agli impegni che ci siamo assunti sul mercato interno.
Comincia il conto alla rovescia. Esauriti i risparmi dei vecchi, cerchiamo di tamponare la nostra economia creando il cosiddetto cannibalismo disinvolto : la truffa del gentleman.

Correva l’anno di grazia 1969 scioperi a raffica che si prolungarono fino al 70, risultato finale si perse un anno di produzione che riportato ai giorni nostri significherebbe circa due milioni di miliardi di lire , che corrisponde all’attuale debito pubblico. Si cercò di tamponare dando fondo ai risparmi, ma la crisi non tardò a farsi viva 71/72 .
La si superò con il metodo di sempre : ipotecando con i debiti il futuro ed emettendo BTO E CCT. Il mercato si riprese . Naturalmente i debiti vanno pagati e nel 76 ci fu la revisione prezzi sulle case con una martellata del 60% in più del pattuito.
Si proseguì fino all’81 e iniziò la crisi più pesante che conobbe l’Italia, proprio nel periodo in cui Craxi imperversava. Stessa trafila con le banche che pagava interessi sui titoli al 15% e i mutui dal 20 fino al 25% fino all’86. Crisi edilizia con tutte le conseguenze del caso. Tangenti a non finire, riciclaggi e chi più ne ha più ne metta. Un mercato viziato da grandi appalti spesso inutili e quei pochi utili con costi triplicati.
Intanto l’italiano diventava sempre più povero e vittima di una economia dell’inconsistenza. E si arriva al 92 dove la fragilità di un sistema si evidenzia con la rottura di quel meccanismo… perverso che era diventato un fatto di costume e in quanto accettato dal mercato interno come provvigione e non come tangente.
Scoppia il bubbone e si ferma tutto. Evviva l’onestà ha dato i suoi frutti !!!! Chi deve pagare guarda caso sono sempre gli stessi e non c’è destra, sinistra o centro che tenga, ma solo una accozzaglia di vecchi politici bavosi e attaccati al potere che riciclano portaborse e galoppini.
Volevate un’Italia diversa? Pronti serviti.
Essere o non essere questo è il D’alema, beviamoci su un Mastello di Berluscotch e un Buttiglione di barbera ci penseranno i Fini tessitori a dipanare i Casini che hanno fatto i Dotti politici che li hanno preceduti. Se non ci avvaleremo di Prodi combattenti ahimè sentiremo rieccheggiare ovunque il Dies IRI e sarà la nostra fine.
Mi congedo e mi auguro che nessuno si tolga la vita per causa mia, c’è sempre tempo per morire di fame!

Gabriele Garzoli

Gabriele Garzoli

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