Geoingegneria tecnica scientifica o fantascienza

di Chiara Priorini

Vediamo di cominciare facendo un po’ di chiarezza, per quanto possibile, su un argomento assai complesso e vasto.
Partiamo da wikipedia secondo cui la Geoingegneria rientra nella categoria delle “scienze applicate” e si occupa dell’applicazione “di tecniche artificiali di intervento umano sull’ambiente fisico (atmosfera, oceano, biosfera, criosfera, idrosfera, litosfera ect…) volte a contrastare i cambiamenti climatici causati dall’uomo”. Quindi niente di inventato, inesistente o fantasiosa teoria “complottistica”, la geoingegneria esiste. E’ un dato di fatto; non solo, ma sempre stando a wikipedia apprendiamo che in tale “scienza applicata” rientrano anche opere come il progetto Mose a Venezia finalizzato alla salvaguardia della laguna o la messa in sicurezza di pendii dal rischio di dissesto idrogeologico o da valanghe oppure la messa in sicurezza di un centro abitato da un’eruzione vulcanica o ancora la copertura per mezzo di teli per rallentare lo scioglimento dei ghiacciai, insomma un calderone enorme che comprende diverse attività, alcune anche nobili negli intenti, umane atte alla nostra sicurezza. Ma che bello vero, è un bene che la scienza studi ed applichi tale scienza nel tentativo di proteggerci no? Non dimentichiamo l’obbiettivo “principe” della geoingegneria, la riduzione delle tanto temute CO2!!!
Ora quello che vorrei fare è non fermarmi qui, ma approfondire questo argomento così combattuto e discusso; da un lato abbiamo gli ambientalisti concentrati sulla lotta all’inquinamento, sulla riduzione delle emissioni nocive, sul cambiamento degli stili di vita, dall’altro abbiamo i così detti “complottisti” convinti invece che ogni azione intrapresa in tal senso sia destinata a fallire miseramente, non andando a colpire i veri artefici del crimine del cambiamento climatico. Che il clima stia cambiano è sotto i nostri occhi ed è oramai un fatto accettato da tutti, la questione è il cambiamento è solo frutto del nostro stile di vita, conseguenza inevitabile dell’inquinamento atmosferico? Oppure esisto anche altri fattori che non siamo in grado di controllare?! E se se esistono quanto influiscono sul clima? Sul meteo? E a che scopo viene manipolato il clima? Solo per combattere il surriscaldamento globale?! Ma ci stiamo surriscaldando?!
Per tentare di rispondere e di venirne a capo bisogna innanzi tutto comprendere e capire che ci sono due presupposti solidi: primo è un fatto dimostrato ampiamente e scientificamente che l’inquinamento causato dalla nostra produzione industriale e dal nostro stile di vita ha un’impatto determinante nei cambiamenti del clima, secondo esistono numerosissimi esperimenti che studiano come modificare il clima, causare piogge o siccità, innescare e/o deviare tornado e nubifragi. Questi due punti non sono teorie, sono fatti. Tempo fa il The Guardian pubblicava sul proprio sito internet la mappa mondiale della geoingegneria, realizzata da Etc Group (un’organizzazione che si batte pgeoingegneria_mappaer l’ambiente), una mappa che evidenzia le zone in cui è stato applicata la geoingegneria al fine di indurre o ridurre le piogge, allegato alla mappa c’è anche un’interessantissimo documento ( GeoMap-WMinfo ) che elenca, per paese, tutti gli esperimenti sul clima effettuati nel corso degli anni. Sono ben 115 pagine piene di dati e certificati che attestano il proliferare di esperimenti su come modificare il clima terrestre, per vari scopi, elencando anche le istituzioni, gli enti e le multinazionali coinvolte. Stando a tale documento il tutto ebbe inizio sul finire degli anni Quaranta in Honduras; solo in Italia se ne possono individuare ben sette dagli Settanta fino ai giorni nostri. Il documento dimostra in modo inequivocabile che gli esperimenti per modificare il clima sono in corso già da sessant’anni condotti dai governi di tutto il mondo con il contributo di imprese private, istituti e multinazionali, questi sono dati di fatto incontestabili e dimostrabili. Ora sorgono una serie di domande, quali capacità abbiamo raggiunto nel corso di questi sessant’anni di sperimentazione? Quanto hanno influito sul clima questi esperimenti? Quali sono gli scopi?
Oserei dire che è piuttosto ovvio perché non si possa fornire risposte certe a queste domande, mancanza di documentazione, reticenza da parte dei media e della classe politica ad affrontare apertamente queste tematiche, oscurantismo e tentativi di nascondere i veri scopi delle operazioni in questione ect ect….
Secondo la scienza ufficiale la capacità umana di influire sul clima è minima, d’altra parte è ipotizzabile che in sessant’anni di prove qualche obbiettivo sia stato raggiunto ed è altrettanto ipotizzabile che molti risultati non vengano divulgati pubblicamente. Un articolo del Daily Mail, datato gennaio 2011, racconta di come un’equipe di scienziati assoldati segretamente dal presidente degli Emirati Arabi Uniti, siano stati in grado di generare oltre 50 potenti temporali ad Abu Dhabi; già nel 2007 il governo cinese annunciava fiero di aver provocato la prima nevicata artificiale sulla città di Nagqu. E’ dimostrato che si possano creare artificialmente tornado anche di grandi dimensioni e se non bastasse ancora, fate una breve ricerca su Pier Luigi Ighina ( ci tornerò su questo argomento perché c’è molto da dire su Ighina ) per rendersi conto che condizionare il meteo non è cosa poi così fantascientifica come vorrebbero invece farci credere.
Prima di lui furono in molti a studiare i comportamenti dell’energia e della sua trasmissione, il più “famoso” è certamente Nikola Tesla, nell’ultimo periodo della sua vita, stava lavorando ad un metodo di trasmissione dell’energia senza fili detto teleforce, ribattezzato dai media statunitensi “raggio della pace” o “raggio della morte” per via delle sue potenzialità distruttrici. Alla sua morte molti dei documenti dello scienziato furono sequestrati dalle autorità governative statunitensi e bollate come top secret. Riprendendo gli studi di Tesla, negli anni Ottanta il fisico texano Bernard J. Eastlund, del MIT di Boston, registrò una serie di brevetti, di cui il primo chiamato “Metodo ed attrezzatura per modificare una regione dell’atmosfera, magnetosfera e ionosfera terrestre”. I suoi brevetti furono in seguito segretati e infine utilizzati per lo sviluppo del laboratorio Haarp, High Frequency Active Auroral Research Program, che ha lo scopo dichiarato di studiare l’effetto delle onde elettromagnetiche sulle comunicazioni, ma che secondo alcune teorie viene utilizzato per intervenire artificialmente sul clima, e perfino il parlamento russo in un rapporto si è espresso: “Sotto il programma Haarp, gli Stati Uniti stanno creando nuove armi geofisiche integrali, che possono influenzare gli elementi naturali con onde radio ad alta frequenza. Il significato di questo salto è paragonabile al passaggio dall’arma bianca alle armi da fuoco, o dalle armi convenzionali a quelle nulcerai”. Non posso non citare tutta una serie di trattati, di accordi e documenti che dimostrano che sono in atto tentativi più o meno concreti di intervenire sul clima, senza andare tanto lontano, nel gennaio 2003 Italia e Stati Uniti firmarono un accordo chiamatoCooperazione Italia-Usa su scienza e tecnologia dei cambiamenti climatici”, il progetto aveva l’obbiettivo dichiarato di sviluppare tecnologie per le energie rinnovabili ma al suo interno si legge anche fra gli scopi vi era la “ esecuzione di attività di ricerca eco-fisiologica su diversi siti sperimentali italiani dove vengono modificate artificialmente le condizioni ambientali a cui è esposta la vegetazione” e la “progettazione con particolare riferimento al controllo delle temperature e della concentrazione atmosferica di CO2”. Più recentemente due ingegneri dell’Università di Harvard hanno annunciato l’intenzione di immettere solfati nell’atmosfera attraverso dei palloni aerostatici: una sorta di spray che sarebbe in grado di riflettere parte dei raggi solari, diminuendo così la temperatura del pianeta. L’esperimento si svolgerebbe per adesso soltanto su aree ristrette, ma i due non negano l’ipotesi di un futuro uso più esteso del metodo. E’ curioso notare che una recente scoperta proveniente ancora da Harvard sembrerebbe confermare alcune intuizioni dei teorici delle chemtrails. Secondo l’articolo del Daily Mail, che riporta i risultati dello studio, l’atmosfera sarebbe cosparsa in quantità diversa di “particelle atmosferiche della dimensione di una frazione di capello umano [che] potrebbero influire sul cambiamento climatico”. L’articolo non spiega da dove provengano tali particelle: potrebbero ad esempio essere frutto delle combustioni prodotte da inceneritori, automobili, etc. D’altronde non si può escludere l’eventualità che siano state rilasciate appositamente nell’atmosfera per manipolare artificialmente il clima.
Si può quindi concludere che sia verosimile che lo sviluppo della tecnica di Geoingegneria sia giunto al punto di poter condizionare in maniera sensibile il clima?

Chiara Priorini

Claudia Priorini

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