Grecia, quale futuro? Intervista su Radio Irib

di Luigi De Giacomo

grecia UE 1

Ho rilasciato questa intervista alla radio iraniana IRIB, il 3 febbraio 2015, quando ancora le voci sul riscatto del popolo greco, grazie alla vittoria di Syriza e di Alex Tsipras, si rincorrevano entusiaste. La ripropongo qui, in sintesi, per iscritto, e con il link dell’audio per intero.

“…La vittoria di Tsipras la definiamo una pagina a metà. Nel senso che dal nostro punto di vista la vera rivoluzione dev’essere ancora una strada da intraprendere (…). Nel momento in cui c’è un attacco al popolo greco, perché dai bambini, alle madri, alle famiglie, c’è una generale diffusione di povertà, disperazione, ci si aspetta da un uomo che vuole guidare questo paese, in questa situazione, un coraggio importante. Che è quello non di discutere il debito greco nei confronti dell’Unione Europea, né di discutere dei dettagli degli accordi presi da chi c’era prima di Tsipras. Ma ci aspettiamo che non venga riconosciuto quel debito. Ci aspettiamo che venga fatta una dichiarazione di uscita dall’euro e dall’Unione Europea. Questo non è (ma per noi non è una sorpresa) perché Tsipras ha sempre detto che ad uscire dall’euro e da questa Europa non ci pensava nemmeno. (…) Se io non sono sovrano a casa mia, vado a parlare con un organo che ritiene di essere sovrano al mio posto, e quindi vado a parlare con un organo che dice “cosa devi fare nella tua terra te lo diciamo noi”. Di fronte a questo atteggiamento ci sono due possibilità. O andare a discutere, riconoscendo questa sovranità che è la loro e non più quella nazionale. O andare a discutere, non riconoscendo che la sovranità è fuori dai confini della Grecia. Tsipras ha scelto la prima; quindi riconosce che c’è una sovranità, che non è più quella del popolo greco e va a trattare con i nuovi padroni e proprietari. Questo è l’equivoco di fondo per cui non possiamo vedere nella posizione di Tsipras la soluzione di quelli che sono i problemi di questa Europa: la sottrazione di sovranità agli stati nazionali. (…) Questa Europa, e l’Euro che ne è la sua arma di distruzione di massa, sono un piano che parte da lontano, per sottrarre la sovranità agli Stati nazionali. Finché questo non verrà assunto come consapevolezza, e come azione politica concreta da parte dei governi nazionali, è inutile parlare di cambiamento… “

INTERVISTA

di Luigi De Giacomo

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