Grillo tra palco e realtà

di Antonella Policastrese

Quarto e ultimo appuntamento della rassegna “XMasInvasion 2013” di arte, musica e cultura promossa dal circolo “Arci Le cento città” dedicato alla musica e alla presentazione del libro “Un Grillo Qualunque” di Giuliano Santoro. L’inziativa si è svolta lo scorso 29 dicembre presso la sede del circolo in via “Spiaggia delle forche” alla presenza dello stesso autore, di Claudio Dionesalvi e Silvio Messinetti. Un modo, fra l’altro, per celebrare il decennale della presenza sul territorio di questo circolo Arci, nato dopo il G8 di Genova, presieduto da Filippo Sestito, formato da aderenti che provengono dal mondo dei movimenti e dei social forum. L’esigenza, come ha spiegato il presidente Filippo Sestito ,è di riunirsi in una sede fissa e stabile, come quella di via “Spiaggia delle forche” , per discutere sui grandi temi di attualità, e dei fenomeni che stanno riguardando la nostra società sia in campo politico che culturale. Era quindi inevitabile interrogarsi sul caso Beppe Grillo e del suo Movimento 5 Stelle che ha cambiato la fisionomia del panorama politico italiano,dando una spinta propulsiva per un cambiamento che stenta ad affermarsi , ma che tuttavia è richiesto a gran voce dalla società civile. beppe grilloOccasione migliore per fare questo,dunque non poteva che essere un libro incentrato sulla figura dell’esponente principale del M5S per spiegare in modo critico le fasi della politica , partendo dalla crisi dei partiti nella società odierna e da uno svilimento della stessa democrazia. Nel mondo attuale, dove da oramai troppo tempo con le ideologie sono crollati sia gli ideali quanto la cultura ed i valori umani, ancora ci si attarda a capire quello che è successo e ad individuare i responsabili di turno. Sicché, in una eventuale nuova riedizione della fiaba del lupo e dell’agnello, non si capisce, come non lo si capiva prima, come abbia potuto adesso un grillo che sta a valle del ruscello, avvelenare il corso d’acqua al lupo, così come, sempre secondo il lupo, avrebbe fatto la pecora ai tempi andati. Quindi il giornalista e scrittore Giuliano Santoro ha cercato di smontare, attraverso le pagine di un libro, scaricabile in formato PDF da internet, il motore di una macchina , rappresentato dal Movimento 5 Stelle, alimentato, secondo l’autore,dalla trasposizione del linguaggio televisivo sulla rete e dall’uso massivo di questa con conseguente appiattimento dell’espressività che poi si traduce in qualunquismo. D’altronde Grillo è un uomo di spettacolo, a suo tempo abile incantatore del pubblico televisivo, sino a quando lo accusarono di abbeverare sistematicamente, da comunista, i suoi cavalli nelle fontane di Piazza San Pietro. Però, dopo decenni di astinenza catodica, nonostante l’avvento del sistema televisivo digitale e il moltiplicarsi dei canali televisivi, l’artista genovese è riuscito a compiere un salto di qualità attraverso l’uso di una rete dentro la quale ognuno può esprimere un’opinione non manipolata, tantomeno mediata, dai mezzi di comunicazione di massa tradizionali. casaleggioQuindi l’aver dato vita ad una piattaforma potentissima come quella costruita insieme a lui da GianRoberto Casaleggio, non poteva che destare inquietudine negli altri attori principali della vita politica italiana, soprattutto dopo il trionfo alle elezioni politiche di febbraio 2013 dove il Movimento di Beppe Grillo si è piazzato alle spalle dei principali schieramenti politici con il 25 per cento di voti facendo eleggere ben 163 tra deputati e senatori. La rete dunque ha potuto tutto questo, perché la rete, secondo l’analisi di Giuliano Santoro, diventa realtà e in questa il passato non viene preso in nessuna considerazione; conta quanto possono contare le notizie che si susseguono ogni giorno, spesso senza lasciare traccia e ricordi. L’autore del libro “Un Grillo qualunque” gioca il suo approccio sociologico dei media basandosi sulla figura del comico Grillo, sottolineando quell’appellativo, quasi per svilirne il significato e il contenuto, ribadendone l’abilità scenica e l’ammaliante, persuasivo eloquio. Egli, l’artista Genovese, compaesano di De Andrè. Ivano Fossati; Maurizio Crozza; Paolo Villaggio e tanti altri protagonisti, nel bene e nel male, della cultura italiana, rimane dunque un comico e tale avrebbe fatto bene a restare, mantenendosi dentro la “corus-line” del mondo dello spettacolo. E’ triste quest’idea del mantenimento dei confini per l’espressività artistica, pur sapendo quanto hanno inciso sulla maturazione delle coscienze i versi di un cantante, come De Andrè; sulla formazione di un’italica tipologia, le parodie fantozziane di Villaggio, oppure quanto abbiano scandito il vivere quotidiano le note di Ivano Fossati. Ma la politica no, non è un paese per comici, soprattutto quando portano in Parlamento qualcosa come circa 170 rappresentanti di un movimento. Insomma, secondo Giuliano Santoro il cabaret si sostituisce alla politica, permea di se i comportamenti e con modi irriverenti si libera dei propri avversari avendo dalla sua parte una vasta schiera di uomini che si calano nella parte e diventano replicanti della risata. Trapela, dalle pagine del libro e dalle parole del suo autore, una preoccupazione costante nell’additare una rete che diventa tossica, perché saldamente in mano a un guru che manovra le coscienze, dissacrando i palazzi, distruggendo quei corpi collettivi (i partiti) a cui bisognerebbe tornare. Santoro dice che le rivoluzioni si fanno in piazza, dimenticando ovviamente quanto ciò faccia vibrare i manganelli, appesti l’aria di lacrimogeni e insanguini le aule e le scale di una scuola come la “Diaz” di Genova. Lo dice, ne è convinto l’autore del libro presentato lo scorso 29 dicembre al circolo Arci Le cento Città; ciò che sta destabilizzando la situazione attuale è la nascita di questo antipartito, il Movimento 5 Stelle. La sintesi è questa. Si può essere d’accordo oppure no sul fatto che Beppe Grillo rappresenti la degenerazione della politica italiana; il dibattito è aperto, ma frattanto che si argomenta e si scrive su questo, si perde di vista la nascita del nuovo partito unico in Italia, capeggiato nell’ombra anche esso da personaggi della televisione della letteratura, rappresentato erga- omnes da un cazzaro di successo venuto da Firenze. Va bene l’esistenza di un partito unico, in Italia non sarebbe la prima volta; ma pretendere di essere l’unico partito è forse davvero troppo…

Antonella Policasatrese

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