HO UN SASSOLINO NELLA SCARPA. Ovvero, QUALCOSA (DI NUOVO) SULLA MONETA

di Sandro Franchini

Sicuramente chi ha cercato nozioni sulle origini e sulle caratteristiche della moneta si è imbattuto sulla “novella” che cronologicamente possiamo riassumere così:
1. L’uomo primitivo viveva di baratto.
2. Con l’ampliarsi delle pratiche commerciali le varie tribù o piccole società, grazie ad accordi fra loro, adottarono una specifica merce con un’utilità riconosciuta dalla collettività (es. il sale) ma che fungesse anche da unità di misura (mezzo di scambio/misura del valore).
3. Che poco a poco tali merci furono sostituite dai metalli quali oro, argento e rame (ed elettro) i quali avevano peculiarità simili rispetto a tutti i territori (se paghi con del sale qualcuno che vive in riva al mare, non sarà soddisfatto mentre se lo paghi con oro, è sicuramente contento perché è certo che tale merce sarà accettata a sua volta come pagamento).
4. Per sopperire alla scomoda pratica di pesare ogni volta del metallo, per eseguire un pagamento veloce, i tesorieri/banchieri s’inventarono il “conio” (torneremo su questo termine); pezzi identici dello stesso metallo che permettevano di essere CONTATI invece che PESATI.
5. Con il perfezionamento di fusione del metallo e la creazione delle prime leghe furono fissati dei gradi di “finezza”. I metalli, plasmati in una certa forma, ma soprattutto in un determinato peso divennero uno “standard di valore”.
6. Che Imperatori, re, principi e signori apposero su questi modelli il proprio sigillo a garanzia degli standard di finezza e di peso completando così il ciclo della creazione di quello che è considerato il maggiore strumento per lo scambio delle merci denominato appunto “moneta di conto”.

Ebbene, tutto ciò E’ FALSO.

Diversi reperti archeologici del Medio Oriente hanno dimostrato che da sempre il commercio si fa grazie al credito, senza bisogno di una moneta con un valore intrinseco. E’ ormai certo, inoltre, che la moneta, intesa come credito, nasca addirittura prima della scrittura.
Non prendete alla leggera queste mie affermazioni perché vi sto dicendo che l’essere umano, per la maggior parte della sua esistenza, ha vissuto senza norme e leggi (che determinano forzatamente l’uso della scrittura), basandosi esclusivamente nella fiducia reciproca col proprio simile.
Ma andiamo per ordine…

calculiSumeri

FACCIAMO UN PO’ DI “CALCULI”.
I primi strumenti dell’essere umano utilizzati per aiutarsi nei conteggi, sono stati dei sassolini.
I Sumeri (sempre loro) sono stati i primi a “costruire” i propri sassolini in modo da dargli una precisa forma. Questo permetteva di rappresentare, secondo la forma dei sassolini, unità di ordini diversi. Guarda caso i sassolini avevano la forma di un piccolo CONO (da qui la derivazione etimologica del termine “conio” ) e avevano il nome di “imna” – pietra d’argilla.
Gli Assiri e i Babilonesi chiamarono questi oggetti “abnu” – pietra.
I latini li chiamarono “calculi” – sassolini.

BollaSumera02LE REGISTRAZIONI DEI PRIMI CONTRATTI.
Stiamo parlando del 5.500 a.c., dove non esisteva ancora nessuna forma di scrittura.
Nelle regioni della Mesopotamia e in quelle dell’attuale Iran e Siria sono stati trovati dei “calculi” racchiusi in ovuli di argilla chiamati “bolle” che servivano a “fermare” (annotare) le prime operazioni contabili riguardanti debiti o crediti o addirittura la registrazione di una proprietà.
Purtroppo tale sistema aveva come svantaggio di dover rompere l’involucro per leggere il numero di sassolini contenuti nella bolla per poi ricomporlo in seguito.
Dalla metà del 4° millennio a.c. i ritrovamenti archeologici mostrano le prime bolle con la rappresentazione grafica (in caratteri cuneiformi, appunto) dei calculi contenuti nella bolla stessa.
Il passaggio dalla bolla (ormai inutile) alle annotazioni del credito/debito o alle registrazioni su tavolette di argilla è stato repentino e corrisponde all’inizio della prima forma di scrittura (3.000 anni ca. a.c. dai soliti Sumeri).

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ORO, ORO, ORO
Le monete coniate con metalli preziosi iniziarono ad apparire nel VII secolo a.c., prima in Anatolia e poi in Grecia.
Perché abbiamo sentito il bisogno di creare il dogma della moneta come merce di valore?
Potrei rispondere che trasformare uno strumento potente e infinto come il credito in un sopporto fatto di materiale raro e di difficile reperibilità dava a pochi l’opportunità di controllo su molti.
Spesso diciamo: “A chi giova?”;
“Segui il denaro!”
… Ma non può essere questo il caso.

NOTA: non pensate, se volete verificare fonti più attendibili, di trovare qualcosa sotto parole chiavi quali economia, moneta ecc.. Cercate invece con parole chiavi tipo “origine dei numeri” ,”archeologia”, “antropologia”, “Sumeri”, “Elamiti” ecc.
Chi ha organizzato le università forse non aveva previsto che la verità sarebbe traboccata da altre fonti.

Sandro Franchini

Sandro Franchini

HO UN SASSOLINO NELLA SCARPA. Ovvero, QUALCOSA (DI NUOVO) SULLA MONETA
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2 pensieri su “HO UN SASSOLINO NELLA SCARPA. Ovvero, QUALCOSA (DI NUOVO) SULLA MONETA

  • 12 Novembre 2013 alle 12:30
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    È ora di tornare al baratto come si faceva a scuola Ti do una figurina e mi dai il lapis Ma oggi vedo nel baratto all’occidentale la mercerizzazione del corpo ti do Me.in cambio di una ricarica telefonica. Ecco quello che ritengo da questa lettura antropologica ed etimologica.

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    • 12 Novembre 2013 alle 12:43
      Permalink

      Bhe, mi sembra una forzatura, hai fantasia per collegare una disamina sulla moneta alla prostituzione a mezzo denaro o baratto che sia. 🙂 Jak

      Rispondi

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