2 pensieri su “Il mondialista in galera

  • 10 Gennaio 2015 alle 11:29
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    Correva l’anno 2022.
    La Sardegna era già da qualche anno libera, era riuscita ad acquisire una identità di popolo, e ad eliminare i dissidi tra i vari movimenti indipendentisti, che hanno fatto finalmente fronte comune, ivi compresi il gruppo dei popoli liberi e il movimento di liberazione, del resto l’occasione era ghiotta, di fronte al disfacimento di tutto il sistema italia, bisognava approfittare della sua debolezza.
    Erano anni che le scuole e la sanità non funzionavano più, per mancanza di fondi, succhiati dai finanzieri speculatori che intanto si erano ulteriormente rafforzati sui vari stati, le forze dell’ordine non svolgevano più il loro ruolo, sia per mancanza di fondi, sia perchè erano riusciti ad acquisire la consapevolezza necessaria che avrebbero dovuto smettere di difendere degli autentici criminali, a discapito della gente.
    Il sistema tenuto in piedi dalla rete dei comuni, e non solo nell’isola, era allo sfacelo, per il semplice motivo che i finanziamenti provenienti dallo stato centrale erano irrisori, e le entrate comunali esigue, visto che la gente aveva enormi difficoltà a pagare le tasse e i servizi.
    Lo scenario era da incubo, fabbriche dismesse, artigiani che ormai lavoravano esclusivamente in nero, gli esercizi commerciali si rifiutavano di emettere scontrini, l’agricoltura era agonizzante, e anche gli agricoltori e chiunque aveva una impresa si rifiutavano di pagare le tasse.
    Gli stipendi e le pensioni era ridicoli, non esisteva più una parvenza di stato sociale.
    Aveva avuto un successo mediatico enorme, e non solo nell’isola, un libro scritto da un sardo, esperto di tematiche monetarie, che dimostrava che le tasse non sono dovute.
    Dimostrava che la disobbedienza fiscale non era un reato, ma legittima difesa.
    E sull’onda di quella consapevolezza che quel libro aveva generato, i cittadini ripresero in mano la loro vita, preferendo mandare avanti le loro famiglie, piuttosto che versare denari allo stato, sapendo che esso non avrebbe rimesso in circolo quei capitali, per il semplice motivo che doveva pagare cifre sempre più consistenti a chi “prestava” loro la moneta.
    La grande truffa era stata portata alla luce, la gente preferiva usare una miriade di monete popolari, complementari e comunali, e abbandonare al suo destino la moneta ufficiale imposta dall’europa.
    Qualche anno prima, il movimento di liberazione nazionale sardo, era riuscito a compattare i vari movimenti indipendentisti, aveva una polizia sarda che poteva tranquillamente competere con la famigerata eurogendfor, anche perchè i sardi erano riusciti finalmente a capire che diventare un popolo coeso era indispensabile, abbandonando l’eterna predisposizione all’individualismo sterile.
    Erano anni che in sardegna nessuno acquistava alle aste giudiziarie, perchè con blitz improvvisi e decisi, la polizia sarda si riappropriava delle aziende e delle case pignorate, i sardi erano riusciti finalmente ad avere l’effettivo possesso dei loro territori.
    L’anagrafe sarda contava ormai una quantità di iscritti che avrebbe consentito di acquisire la libertà senza sparare un colpo di fucile, ma quei dati vennero tenuti segreti, in vista di una possibile occasione.
    E l’occasione si presentò cinque anni fa.
    Era stato organizzato nella base nucleare americana dismessa di la maddalena, in uno scenario fantastico, un summit esclusivo al quale avrebbero partecipato la gran parte dei rappresentanti delle più ricche famiglie di speculatori internazionali, quelli che vendendo o prestando la moneta, avevano affamato tutta l’europa, nessuna nazione esclusa.
    Pochi minuti dopo che ebbe inizio la riunione , la polizia sarda, tutta la polizia sarda, spalleggiata da frange consistenti delle restanti forze dell’ordine italiane, fecero irruzione nella grande sala del convegno, disarmarono i componenti della polizia europea, che aveva il compito di difendere quei criminali finanziari, arrestarono tutti gli speculatori, e qualche minuto dopo, il governo provvisorio del popolo sardo, in nome dei sardi, dichiarò la sua indipendenza, certificata dal fatto che gli iscritti all’anagrafe nazionale sarda superavano abbondantemente la metà della popolazione.
    Bastava questo fatto perchè lo stato italiano rispettasse il volere dei sardi, del resto la giurisprudenza internazionale parlava chiaro, ma il motivo per cui non intervenne militarmente a vanificare l’impresa compiuta, era il timore di inimicarsi le famiglie più potenti del pianeta, per via dei ricatti che avrebbe potuto subire, il timore di non vedere mai più i loro familiari, ostaggi dei sardi, fecero si che costrinsero l’esercito italiano a restare sulla penisola.
    Il governo sardo, ormai non più provvisorio, stampò la sua moneta, e decise di trattare bene gli ostaggi, e fornì loro, quotidianamente, quello che hanno sempre apprezzato, al di sopra di tutto.
    Ogni giorno le loro celle erano invase da banconote, sempre di più, fin quasi a sommergerli, si potevano dire soddisfatti, pur in mancanza di libertà, avevano a disposizione quello a cui avevano sempre aspirato.
    Venivano nutriti a pane e acqua, del resto il loro bisogno primario, il possesso di moneta era stato soddisfatto.
    Si sospetta che qualcuno di loro preferisse confezionare un panino, e a mo’ di sandwich inserire nel mezzo delle banconote farcite con qualche monetina, ma è una supposizione, non esistono prove certe al riguardo.
    A qualcuno venne in mente che da quegli odiati personaggi, odiati in tutto il globo, si potevano persino ricavare altri soldi, in funzione turistica.
    Vennero accompagnati in una località del gennargentu, ospitati in un solidissimo albergo a mille stelle, (l’ospitalità per noi è sacra) a disposizione di chi, magari venuto apposta da decine di migliaia di chilometri di distanza, poteva fare di loro ciò che voleva, il passatempo più gettonato era quello di infliggere loro delle frustate, ricambiando il favore con alcune banconote in cambio, per ciascuna frustata.
    Il turismo nell’isola ebbe una impennata stratosferica, e non solo per la bellezza dei paesaggi, e del mare, da tutto il mondo arrivava gente desiderosa di ricambiare almeno in parte le sofferenze che per colpa degli speculati avevano dovuto sopportare.
    E così vissero tutti felici e contenti, i finanzieri con tutti i soldi di cui avevano bisogno, anzi, in sovrappiù, riscuotendo anche una percentuale su ciascuna frustata, e i sardi per il ritrovato splendore economico, senza contare che poterono riabbracciare tutti i conterranei che lasciarono l’isola per emigrare in luoghi più favorevoli ad una vita che si potesse dire umana.
    Questa è una favola, ma attenzione, le condizioni ci sono tutte perchè questi avvenimenti possano effettivamente avvenire, basta crederci.

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    • 11 Gennaio 2015 alle 10:51
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      Quando riuscirò a sconfiggere le mie paure e dichiarato la mia sovranità,anche mia maglie capirà (la sovranità) insieme ai miei figli chiederemo il permesso di abitare pacificamelte in SADEGNA

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