Ipotesi di Gomplotto: Malaysia volo MH370

 

Questa serie di racconti non hanno certo intenzione di mancare di rispetto ai probabili morti del volo in oggetto, ma di evidenziare come sia altamente ridicolo che nessuno sia in grado di dare una spiegazione accettabile, o meglio vera, di quanto è accaduto. Un boing 777 non può certamente essere sparito nel nulla, con tutta la tecnologia che abbiamo oggi a disposizione, è assolutamente assurdo che il volo ed i suoi 240 passeggeri siano spariti. La redazione è vicina ai familiari delle persone disperse, ma ha deciso di, prendendo spunto dalla vicenda reale, di creare dei possibili scenari con l’intento di condurre i lettori a riflettere sull’assurdità della vicenda reale! Senza voler mancare di rispetto a nessuno.

Tre storielle da leggere

boeingbean

Fuga di Massa

Fuga di massa, questa una delle ipotesi degli inquirenti rispetto alla scomparsa del volo Malaysia MH370. Ogni fatto avvalora questa tesi spiegano gli inquirenti assieme ai dirigenti della Malaysia, un pool di esperti creato per capire gli avvenimenti di questa scomparsa datata 8 marzo.

Non può esserci altra spiegazione dichiara Sandokan a capo del pool di esperti. La drastica interruzione del segnale, la scomparsa dai radar e dal sistema di controllo satellitare può essere solo opera dell’uomo. Si suppone che l’equipaggio abbia isolato i sistemi di controllo e il pilota, con 18mila ore di volo, sia riuscito a volare a pochi metri dalla superficie del mare in maniera da non comparire sugli schermi radar. Inoltre molti passeggeri si sono imbarcati con passaporto falso, uno di questi con passaporto italiano rubato. Questo fa pensare che buona parte dei passeggeri avesse documenti falsi per far perdere le proprie tracce, mentre gli altri basavano la propria fuga sulla presunzione di un disastro aereo.

Insomma, ormai le agenzie di stampa convergono tutte verso questa teoria che sta per diventare ufficiale. Rimane il dubbio di dove l’aereo possa essere atterrato senza essere notato. Nella realtà delle cose un comunicato dei militari thailandesi indicherebbe che il Boeing ha proseguito il volo per alcune ore secondo i tracciati dei loro radar, con direzione Kuala Lumpur, questo circa all’1.28 di sabato 8 marzo per poi sparire definitivamente. Ad avvalorare la tesi anche il comunicato della Rolls Royce che secondo i propri tracciati informativi dell’attività dei motori quest’ultimi avrebbero continuato a funzionare per diverse ore. Infine è agghiacciante il fatto che alcuni dei cellulari dei partecipanti al volo e anche dell’equipaggio continuerebbero a suonare a vuoto.

Qualcuno ventila un riferimento ad organizzazioni internazionali che usano svariate strategie per far sparire chi non vuol essere più trovato. Con questa operazione avrebbero battuto ogni record.

Il governo italiano ha già sensibilizzato la redazione del noto programma televisivo “chi l’ha visto”

Jacopo Cioni

Spunta la pista femminista

Lady Marian ha rivendicato il diritto di replica nei confronti di Sandokan. 
Il suo livore nei confronti del noto eroe anticolonialista è comprensibile, da Perla di Labuan è oramai paradossalmente ridotta in schiavitù: usa soltanto “Kandosan”, un detersivo multiuso della multinazionale di multiproprietà familiare per pulire i multicessi della tenuta malese.
Ha vuotato il sacco e ha confessato che sull’aereo si stava tenendo uno spettacolo di spogliarello in occasione della festa della donna, ma ci si è lasciati prendere la mano e le donne a bordo hanno chiesto anche ai piloti di spogliarsi. 
È accaduto tutto in un attimo, le mutande del secondo pilota si sono impigliate nell’interruttore del trasponder e l’aereo è scomparso dai radar, ma – dicono – è felicemente atterrato su un’isola deserta, dove proseguono i festeggiamenti. 
Emma Bonino, ex ministro degli esteri ancora sotto choc, intervistata sull’accaduto e su questa nuova versione dei fatti ha dichiarato: “Usticazzi”.

Carlo Pompei

Inabissamento

Ero comodamente seduta nell’aereo per fortuna mi era capitato un posto accanto al piccolo finestrino tondo, sarà strano, ma adoro l’idea di guardare il mondo dall’alto, certo avevo un pò di nervosismo d’altra parte per me era la prima volta su un’aereo! Eppure ero euforica. I miei colleghi erano anche loro tutti emozionati, d’altronde l’aver ideato una nuova tecnologia ecologica a basso costo che ci permetterà di cambiare il mondo e passare alla storia un certo effetto lo fa! Non riuscivo ancora a creder di essere fra i venti ideatori del nuovo motore, eppure ero lì con loro, sull’aereo diretti a Pechino per presentare il nostro “bambino” ai cinesi nella speranza di avviare una vera e propria rivoluzione. La mia testa già andava avanti e correva immaginando il futuro, un futuro di motori ecologici, non inquinanti, a base di energia rinnovabile e sostenibile, si lo so sembrava fantascienza ma intanto era realtà, c’eravamo riusciti ed i progetti erano tutti lì con noi. Disegni, tavole e diagrammi nelle valige. Dvd di presentazione ed altro materiale informatico nei pc e nei tablet aziendali che ognuno di noi aveva con se. Era tutto lì. Tutto pronto ad essere presentato per la ricerca di fondi, quei fondi che Russia e Cina sembravano disponibili a darci. Avremmo rivoluzionato il mondo dei motori. Di tutti i motori. Dalle auto ai generatori, dalla corrente per la casa al riscaldamento! Tutto…avremmo potuto realizzare tutto. Avremmo cambiato il futuro dell’umanità dirigendola verso un futuro ecosostenibile, rigenerabile ed economicamente vantaggioso! Incredibile.
Il rumore del motore, il tremolio e la spinta al momento del decollo mi avevano strappato ai miei pensieri, mi guardai attorno alla ricerca dei volti dei miei colleghi seduti tutti un pò sparsi lungo l’aereo, chi dietro e chi davanti. Eravamo tutti euforici glie lo potevo leggere in faccia. Tornai a guardare fuori, le nuvole in basso il cielo in alto, uno spettacolo mozzafiato e poi l’oceano, blu su e blu giù.
Fu allora che lo vidi. Un lampo. Un tuono. Tutto l’aereo cominciò a vibrare incessantemente, cominciammo tutti a guardarci preoccupati senza riuscire a capire cosa stesse succedendo. Le hostess passarono di corsa verso la cabina di pilotaggio, tenendosi a stento in piedi, tremava tutto. L’inquietante assordante rumore della fusoliera che si ripiega su se stessa come se una mano gigante avesse preso l’aereo e lo stesse stritolando, avete presente il rumore che fa una lattina quando la si schiaccia? Ecco quel rumore percorreva tutto l’aereo eppure all’interno non succedeva nulla, fuori c’era un’accecante luce bianca che aveva cancellato tutto il resto. Niente più cielo, niente più nuvole, niente più oceano solo un bianco accecante impossibile da fissare troppo a lungo. Le hostess sparite dietro la tenda. Qualcuno cominciò a gridare, qualcun altro s’era messo ad armeggiare con la maschera dell’ossigeno, mentre il signore seduto accanto a me continuava a soffiare nel giubbotto salvagente.
Io ero impietrita, con il mio tablet sulle gambe non riuscivo a far nient’altro che guardarmi intorno spaventata. Credo di aver gridato quanto il finestrino accanto a me si è crepato poi la luce bianca ha cancellato tutto il resto.

Pechino “E’ con grande dolore che devo annunciare che il volo MH370 è terminato nell’Oceano Indiano” così il primo ministro malese Mohd Najib Tun Razak ha annunciato l’esito degli ultimi rilevamenti sui dati satellitare, compiuti con nuove metodologia, che hanno permesso di stabilire con certezza che il Boeing 777 della Malaysian Airlines svanito nel nulla l’8 marzo dopo il decollo da Kuala Lumpur con destinazione Pechino, “ha preso il corridoio sud” e che “la sua ultima posizione rilevata” è stata a ovest della città australiana di Peth. Il primo ministro malese ha poi precisato che tali informazioni sono giunte dall’inchiesta aperta dalla divisione investigativa britannica specializzata in disastri aerei. “Questa sera sono stato ragguagliato dai rappresentanti del AAIB (UK Air Accidents Investigation Branch) mi hanno informato che Inmarsat, la società britannica che aveva fornito i dati satellitari che indicavano i corridoi nord e sud come possibili rotte seguite dal volo MH370 una volta scomparso dai radar, ha sviluppato ulteriori calcoli su quei dati. Utilizzando un tipo di analisi mai sperimentata in una indagine di questo genere, sono stati in grado di fare ulteriore luce sul percorso effettuato dal volo. Sulla base di quelle nuove analisi, hanno concluso che il volo ha percorso il corridoio sud e che la sua ultima posizione è stata localizzata in mezzo all’Oceano Indiano, a ovest di Perth. Una posizione remota, lontana da ogni possibile luogo di atterraggio. E’ per questo che, con infinita tristezza e rammarico, devo informarvi che in base ai nuovi dati il volo MH370 è finito nell’Oceano Indiano meridionale inabissandosi.”

Devo ammettere che non avevo mai provato il panico. Ora so cos’è. Quando il mio finestrino andò in frantumi fui presa dal panico, mi aspettavo di essere risucchiata fuori come si vede nei film sui disastri aerei, chiusi gli occhi non so per quanto tempo aspettandomi di ritrovarmi in caduta libera nel nulla, quasi non riuscivo a respirare; sentivo le urla degli altri passeggeri. Qualcuno da qualche parte nell’aereo stava pregando, urlava il Padre Nostro. Non so dopo quanto tempo decisi di riaprire gli occhi, so solo che quando lo feci rimasi sconcertata, ancor più che impaurita. Nessuno fu risucchiato fuori dall’aereo eppure i finestrini ad oblò erano tutti andati in frantumi, tutti nessuno escluso. L’abitacolo dell’aereo continuava ad urlare emettendo quel “verso” di metallo che si ripiega su stesso come le lattine quando le schiacci, la gente urlava, ma eravamo ancor tutti lì, ancor tutti dentro l’aereo. Ricordo che voltai lo sguardo al finestrino rotto alla mia destra e ciò che vidi mi tolse il fiato. Acqua.
Vedevo i pesci nuotare e la luce del sole sparire lasciando il posto all’oscurità dell’oceano. Fuori dell’oblò c’era solo acqua. Non capivo come mai non entrasse dentro l’aereo. Non capivo come mai non avessi inteso che l’aereo stesse precipitando, in tutto quel caos ero certa che fossimo ancora in aria, in volo ed invece fuori dall’oblò c’era il regno marino. Vedevo i coralli, la sabbia sul fondale, scogli e pesci alternarsi passando nello spazio visivo concessomi dall’oblò. Eppure l’acqua non entrava dentro e non non venimmo risucchiati fuori.
La tenda tornò ad aprirsi, piloti e hostess presi dal panico correvano su e giù, la gente gridava e qualcuno continuava a pregare urlando il Padre Nostro. L’uomo accanto a me, aveva smesso di soffiare nel suo giubbotto salvagente, aveva smesso di respirare, mi accorsi che era morto, pensai ad un infarto lì per lì. Poi vidi cadere una delle hostess nel suo bel tailleur stramazzò al suolo come fosse una bambola. Lentamente alzai gli occhi e m’accorsi con terrore che tutti i passeggeri del volo morivano come mosche uno dopo l’altro, tutti tranne noi. Noi con i nostri tablet e pc pieni di speranze per il futuro. Il contraccolpo della fusoliera che s’adagiava sul fondale marino mi fece sobbalzare sul sedile. Non riuscivo ancora a capire. Ancora non capisco completamente.
Nel giro di pochi minuti o secondi, il tempo è molto confuso quando si è presi dal panico, tutti i passeggeri erano morti, piloti ed hostess comprese. Noi venti eravamo ancora lì vivi e vegeti. Staccai la cintura e come se nulla fosse ricordo che s’accese la lucina sopra la mia testa. Mi tremavano le gambe e senza rendermene conto tenevo il mio tablet stretto contro il petto eppure in qualche modo trovai la forza di alzarmi per guardare al di sopra degli schienali dei sedili. I miei colleghi erano vivi come me confusi, impauriti, sconcertati ma eravamo tutti e venti vivi.
Non dimenticherò mai il momento in cui tutti tornammo a guardar fuori dagli oblò distrutti, fu allora che li vedemmo per la prima volta. Alti, magri, grigi, creature incredibili mai viste prima di allora sbucavano dalla sabbia come sirene, camminando si avvicinarono all’aereo; ricordo che mi chiesi come facessero a respirare sott’acqua poi di nuovo una luce accecante ha cancellato tutto.
Oggi sono qui.
Questa cella è la mia casa, da una finestra triangolare vedo il mondo marino fuori ed è tutto ciò che ci è concesso. Ci portano cibo, acqua e ci mantengono vivi. Abbiamo una serie di “stanze” a disposizione fra di esse possiamo muoverci come vogliamo. Ci hanno portato via tutto, cellulari, tablet e pc. Da qualche parte sento il mio cellulare che continua a squillare imperterrito, il suono della suoneria rimbalza nei cunicoli di questa….questa….come chiamarla? Base? Casa? Tana? Non saprei. Non ci sono sbarre, non ci sono muri eppure abbiamo un perimetro da rispettare se vogliamo rimanere vivi. Qualcuno di noi ha provato a varcare il muro invisibile che ci impedisce di muoverci liberamente ma non è andata bene, una forza invisibile lo ha letteralmente spappolato. Eravamo in venti. Oggi siamo quattordici. Perché ci mantengono vivi? Quanto tempo sarà passato? Qui non c’è notte e non c’è giorno. Non parlano con noi, non provano neanche a comunicare ci portano acqua e cibo fine. Il mio cellulare continua a squillare, squillare e squillare.

Chiara Priorini

Ipotesi di Gomplotto: Malaysia volo MH370

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