La rubrica Balasso 011

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“Ego te autorizzo a far quel cazzo che vuoi coi miei scripti, cum publicatione sul tuo sito, basta che scrivi che son miei” Firmato Balasso

natalino balasso

L’onorevole si alzò in piedi e disse, con una certa gravità della voce:
– Onorevoli colleghi, ho appena letto uno studio che, a mio avviso, rappresenta uno scandalo –
Nei banchi dietro al suo qualcuno approvò rumoreggiando: – E’ uno scandalo che ci sia ancora gente che fa degli studi! –
– No, colleghi, non scaldatevi, lo scandalo non sta nello studio in sé ma nel suo contenuto: pare infatti che tra gli italiani ci sia un ritorno all’analfabetismo. La gente non riesce a decifrare un libretto di istruzioni, non riesce a leggere più di 140 caratteri senza stancarsi! Bisogna fare qualcosa! –

L’onorevole della Lega disse:
– Il problema di sti nalfabeti è che sono perlopiù teroni o negri. Quindi faciamo sta leggie che prima s’inparano il Talliano a casa sua e poi dopo stanno a casa sua a insegniare il Talliano.
L’onorevole del PDL disse:
– E dov’è il problema?
L’onorevole del PD disse:
– Pasolini ci aveva messi in guardia. Non l’abbiamo ascoltato. La colpa è di 20 anni di governo berlusconiano. Facciamo una legge che obblighi Twitter a passare a 1.400 caratteri!
L’onorevole di SEL disse:
– Prego l’onorevole collega del PD di non citare riferimenti che non appartengono ormai più alla sua area politica. Il problema vero è internet. Imponiamo di stampare i siti internet su carta ed eliminiamo gli schermi retroilluminati.
L’onorevole del M5S disse:
– Siete vecchi e proponete proibizioni ottocentesche. Noi proponiamo di inserire nei tablet e negli smartphone, di default, una serie di indirizzi internet a cui trovare corsi di italiano gratuiti.
L’onorevole di Scelta Civica disse:
– Obblighiamo gli studenti delle medie ad aprire un conto corrente. Poi, se non imparano Dante a memoria, gli fottiamo i soldi accumulati, che è anche un modo per stare nel patto di stabilità.

La discussione fu accalorata e gli animi cominciarono ad alterarsi finché non intervenne un onorevole del Governo, che parlò in inglese:
– Colleghi onorevoli, noi siamo il governo del Fare, non siamo mica il governo del dire o del baciare o il governo della lettera o del testamento. Siamo il governo del Fare e dobbiamo fare qualcosa subito. La gente vuole una risposta. E noi diamogli immediatamente una risposta, nessuno vuole la risoluzione del problema, tutti vogliono una risposta sulla quale discutere per due giorni, finché non si presenta un altro drammatico problema, al quale noi daremo un’altra pronta risposta su cui tutti i giornali, da noi pilotati, si butteranno a capofitto e tutti ne ridiscuteranno per due giorni. E’ così che si può sfangarla anche tre anni senza fare un cazzo. Ora quindi spremiamoci le meningi e sforniamo una risoluzione che dia lavoro a qualcuno e che dia da discutere alla gente.

Gli onorevoli, con l’aiuto di una commissione apposita di saggi, riuscì a sfornare la risposta nel giro di poche ore. Fu quindi promulgata una legge d’emergenza. Su tutto il territorio nazionale, con l’impiego di 40.000 lavoratori giornalieri e di migliaia di stamperie, furono affissi cartelli che portavano questa scritta:

– E’ vietato essere analfabeti. Chiunque non sappia leggere questo cartello sarà punito con un’ammenda di 100 euro.

La rubrica Balasso 011

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