La rubrica Balasso 042
Natalino Balasso mi ha autorizzato a gestire una pagina utilizzando le pubblicazioni della sua pagina facebook.
“Ego te autorizzo a far quel cazzo che vuoi coi miei scripti, cum publicatione sul tuo sito, basta che scrivi che son miei” Firmato Balasso
Trovare all’ospedale una dottoressa molto gentile, che ha a che fare tutti i giorni con malati soprattutto anziani e riesce a sorridere, ci fa un po’ meravigliare. Siamo abituati a dire che quello che manca negli ospedali è il rapporto umano, la propensione alla partecipazione del sentimento. Siamo abituati a dire che quello che la “professionalità” ci ha rubato è il nobile sentimento della compassione.
Ma poi scoprire che c’è chi, senza rubare nulla alle proprie competenze e alla propria efficienza, riesce a fare il tifo per una piccola guarigione, a spiegare le cose con pazienza, a sorridere, ti fa ricredere su questo luogo comune.
Certo ci sono le sfumature e c’è un ventaglio di atteggiamenti tra il piangere se un paziente non guarisce e il farsi girare le balle alla seconda domanda dei parenti, ma in quel ventaglio ci sono i nostri caratteri, che spesso ereditiamo dai genitori e formiamo nei primissimi mesi.
Quando sei diventato medico non ci puoi più far niente.
La professionalità non è freddezza. La freddezza è solo una questione di carattere e noi che critichiamo i medici algidi, distaccati e “incuranti” del dolore forse saremmo i primi a comportarci come loro se ci trovassimo nelle loro stesse condizioni.
Un buon carattere non si può imporre per legge.