La scuola delle disuguaglianze

di Antonella Policastrese

scuola dittaturaLa mia convinzione più profonda è che ogni qualvolta la politica ha messo mano ad una riforma sulla scuola , o dell’università i miglioramenti intervenuti svaniscono sotto la mole dei guasti provocati; e questo perchè talvolta, la ricerca, tanto più affannosa, del meglio è nemica del bene.

Mi preoccupa, e pure tantissimo, che sia proprio il governo Renzi, in questo particolare momento, in un periodo congiunturale come quello che stiamo vivendo, a tirare fuori dal cilindro l’ennesimo coniglio, o riforma che dir si voglia. Adesso tocca alla scuola, per farla diventare più buona, più efficiente, meglio organizzata e gestita. Se la scuola era davvero ridotta maluccio, è sempre dipeso dal suo gestore unico, cioè lo Stato, quel padrone esclusivo che decide di assumere insegnanti, di costruire edifici o dare i soldi per far funzionare quelli esistenti. Il punto principale e più controverso della riforma “buona-scuola” rimane quello dei presidi manager e quindi il perimetro di intervento immaginato da Renzi sembra escludere le scuole elementari e coinvolgere maggiormente quelle superiori. La giurisdizione su questi ordini scolastici è ripartita tra i comuni, per le scuole elementari; lo Stato, per quelle medie; le province per le scuole superiori. Siccome si parla di orientare la scuola verso una formazione lavorativa, va da se che l’intervento governativo tenda a concentrarsi sulle scuole superiori. Qui casca l’asino, e rischia di non rialzarsi mai più. Le scuole riapriranno a settembre, per quello stesso periodo, presumibilmente, le province, che gestiscono le scuole superiori, saranno definitivamente defunte e private dei fondi per edilizia e manutenzione scolastica; cioè di quello che serviva per la costruzione di nuovi edifici, per sostituire i vetri rotti, per sturare i cessi, per comprare la carta igienica e per accendere il riscaldamento. Magari a settembre la campanella suonerà regolarmente; ad accogliere gli studenti sulla porta degli istituti ci sarà il preside manager e la pletora di docenti che egli avrà scelto accuratamente tra quelli assunti dallo Stato. E poi? E poi non resta che riflettere su una cosa soltanto: Trichet e Draghi nel 2011 dissero all’Italia quello che doveva fare, cosa doveva alienare e di cosa disfarsi. I governi succedutisi da quell’anno in poi stanno eseguendo pedissequamente gli ordini provenienti da Francoforte mirati a una graduale e sistematica riduzione della spesa pubblica.

dittaturaUna delle voci più pesanti su un bilancio dello stato è la scuola; perché non renderla gradualmente appetibile per i privati cosi per come è con la sanità. Intanto depriviamo la scuola dei contenitori, definanziando gli investimenti e mettendo fuori gioco chi li deve gestire (province) tergiversando all’inverosimile su chi dovrà farsi carico delle spese. E’ una ipotesi la mia, null’altro che un’ipotesi; ma ho l’impressione che l’istruzione in Italia, secondo i piani europei, sarà costituita da scuole private e corsi di formazione (sul modello CIAPI o scuole d’avviamento). Se sarà meglio oppure peggio, sta al giudizio di ognuno, ma quella che ha in mente Matteo Renzi, è una scuola buona solo per Bruxelles, per la Germania e per le banche, che dalle privazioni degli italiani avranno garantiti gli introiti attesi, sottraendo risorse destinate alla spesa pubblica

Inoltre la riforma sponsorizzata come la buona scuola presenta forme di incostituzionalità soprattutto per quanto riguarda le graduatorie di merito 2012 nella deroga al Testo Unico. La riforma, presentata come la panacea di tutti i mali, per assumere centomila precari, cancella con la spugnetta sulla lavagna 6300 idonei del concorso 2012. Secondo Romina Pepe, portavoce dei docenti del gruppo Graduatoria di merito 2012 in rispetto del testo unico, non si capisce perchè invertire l’ordine di immissione degli insegnanti nella scuola. Attualmente i docenti sono assunti per il 50% dalla graduatoria concorsuale di merito e per il 50% dalle graduatorie ad esaurimento. Quest’anno invece, il progetto di legge in discussione al Senato, suggerisce secondo la portavoce dei docenti, di derogare alla legge per far assumere solo gli appartenenti alla seconda lista rimandando tutti gli altri al 2016 ed agli anni successivi. Per Ainis Nin che commenta il dato secondo un dettato costituzionale, il meccanismo delle porti girevoli farà entrare nella scuola gli idonei, lasciando fuori tutti gli altri. Chiaro che ci troviamo difronte ad un piano occulto, per rottamare le teste pensanti e premiare chi ruota intorno alla corte del re Sole.

Antonella Policastrese

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