Lea Garofalo…. chi? ehhhh facile cosi!

 

di Antonella Policastrese

lea garofaloMilano ha reso onore giorni fa ad una donna, vittima di mafia, salutata per l’ultima volta in piazza Beccaria a Milano, davanti al sindaco di Milano Pisapia che visibilmente commosso ha posto dei fiori sulla bara di un’eroina dei nostri tempi. Si muore di tante cose in quest’Italia in cerca di se stessa, e si continua a morire di mafia specie se sei donna e non sai tacere e osi ribellarti. C’erano le istituzioni lombarde a rendere onore a questa piccola grande donna, ma non c’erano le autorità regionali, provinciali e comunali della città capoluogo: Crotone, ad eccezione del sindaco di Petilia Policastro. Un’assensa ingombrante che la dice lunga su come alcuni argomenti trattati per forza di cose ,perchè balzati prepotentemente sulle pagine di giornali vengono poi tranquillamente dimenticati.Nella terra generatrice di n’drangheta non fa testo andare fino a Milano per rendere giustizia anche se solo con la presenza, ad una donna capace di scegliere una via diversa da ciò che era il suo vissuto.

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Lea Garofalo la donna, la madre, la cittadina calabrese è stata ancora una volta messa all’angolo da questa gente che dovrebbe dare l’esempio di ciò che afferma, non tirandosi indietro ma mettendoci la faccia, per condannare crimini come quelli mafiosi, duri a morire. Ci ha pensato Milano capitale morale di un’Italia e di un sud che vive d’apparenza, pronta ad offendersi quando si parla di n’drangheta ma che al momento giusto non si pone minimamente il problema di esserci in circostanze, come l’addio a Lea Garofalo. Non basta una targa per mettersi la coscienza a posto. Lottare contro una mentalità soffocante e opprimente vuol dire dare dei segnali precisi con la propria testimonianza. Non mi sembra che questo sia avvenuto per quanto riguarda le istituzioni regionali. Di questo passo più che cambiare si fa di tutto perchè tutto rimanga com’è

Antonella Policastrese

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