LO STRETTO

di Marco Scarpa43009

Bella questa cartina e che bei colori !
E’ il tricolore, che sventola e freme quasi in continuazione e che scuote la penisola Italia, ora più lievemente, ora più gagliardamente.
Solo che a fremere non è la stoffa del vessillo, ma è la terra.
Ti prego, guarda come si intensifica il rosso in Calabria.
Il rosso è la parte della bandiera che sventola più forte, perché è più lontana dall’asta.
Toh, guarda, è proprio a cavallo dello Stretto !
Ci sono passato diversi anni fa per lo Stretto, naturalmente in barca perché il ponte non c’era.
Ricordo una bella giornata invernale con un gran nuvolone sulla cima dell’Etna che mi fece una viva impressione.
Certe cose per capirle bisogna viverle.
Infatti come il vento è molto capriccioso nei paraggi di Itaca, così la mole dell’ Etna incute veramente timore; la mitologia della vicenda di Ulisse non appare più così tanto mitologica al cospetto di simili meraviglie della natura.
E’ curioso il fatto che se la natura ha fatto sì che un navigante a vela impazzisca nel cercare di raggiungere Itaca, essa ha fatto sì che la Placca Africana e la Placca Euroasiatica si scontrassero proprio tra Scilla e Cariddi.

Un bel botto, no ?
Ma che barba ripetere che è da scemi costruire le case negli alvei dei torrenti o sopra i declivi franosi; son cose che sanno anche i bambini, via !
Tuttavia possiamo generalizzare il concetto dicendo che non è bene contrastare la natura e che noi uomini possiamo vivere lo stesso (e meglio) se la natura cerchiamo di assecondarla e non di combatterla.
Chiaro, no? In definitiva significa spendere molti meno soldi, risorse, energia e soprattutto provocare molti meno morti.
Allora ha senso costruire un ponte che colleghi la Placca Africana e la Placca Euroasiatica?
Ma certo, tutto si può fare in nome della politica!
Si può fare persino uno sbarramento mobile incernierato sul fondo per proteggere Venezia.
O una diga proprio sopra il paese di Longarone, ma proprio sotto un monte che frana.
Cosa vuoi che sia collegare con una struttura due parti del pianeta Terra che stanno facendo di tutto per strofinarsi e muoversi una rispetto all’altra !
Terremoti ?
Sismicità ?
Ma chi se ne frega !
Oggi con le simulazioni strutturali controlliamo tutto, le funi di acciaio si allungano, gli impalcati di calcestruzzo si dilatano…E poi cosa vuoi che interessi a coloro che abbiamo votato (e a tutti coloro che ci mangiano dietro) se Scilla si sposterà rispetto a Cariddi in un crescendo di più fremiti di orgoglio che potranno raggiungere l’ottavo grado della scala Richter!
Lavoro, lavoro, lavoro per tutti…soprattutto per gli amici e per gli amici degli amici.
Questo è ciò che conta!
Poi, che il ponte diventi impraticabile dopo averlo fatto e pagato, importa relativamente.
Come i barilotti del Mose…
Come la diga del Vajont…
Chissà perché, però, se i soldi ci sono per pagare i lavori per fare il ponte non ce ne sono per pagare i lavori per costruire bacini di laminazione di piena o per sistemazioni idraulico-forestali lungo i corsi d’ acqua.
Vorrei proprio saperlo ! Perché anche questi sono lavori, no?
Io come contribuente sono arci stufo di pagare sia le opere che non funzioneranno mai che i danni provocati dalle alluvioni perché invece non si fanno le opere indispensabili.
Ma tanto io non conto.
Mi è concesso navigare, leggere l’ Odissea e sognarci sopra.

Marco Scarpa

Marco Scarpa

LO STRETTO
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2 pensieri su “LO STRETTO

  • 13 Ottobre 2015 alle 15:49
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    La bramosia,l’ ingordigia, il delirio di onnipotenza,l ambizione sfrenata, il potere, il senso del possesso,
    quando albergano nel cervello di un solo uomo, c e’ da temere senz altro che costui porterà soltanto distruzione, odio malessere divisioni. La storia passata ne è piena, ma anche la storia presente nn invidia certo alcuno.

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  • 13 Ottobre 2015 alle 16:31
    Permalink

    Petrolini quanno veniva contestato dal loggione nun se la pijava ccò chi lo fischiava ma ccò quelli che nun lo buttavano de sotto !
    ..Che sarebbero i sostenitori e gli elettori dei magnifici geni della politica con cui abbiamo a che fare..

    Rispondi

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