Fabio-Celoni

di Alfredo Cosco

Fabio Celoni, originario di Sesto San Giovanni,  è uno dei più grandi fumettisti italiani.
Ha lavorato con la Disney, con la Sergio Bonelli Editore, con la Star Comics e altri.
Ha disegnato e sceneggiato storie per fumetti del calibro di Dylan Dog.

Ha realizzato i disegni per graphic novel di opere quali “Il cacciatore di aquiloni” di Khaled Hosseini.
Fabio –tra l’altro anche autore di un romanzo uscito nel 2014 (Gli Abitanti dell’Ombra Effimera)- ha vinto tanti riconoscimenti e ha partecipato a numerose mostr

Abbiamo quindi, di fronte, un gigante del fumetto italiano.

Qualche giorno fa ho letto una sua riflessione, che merita assolutamente di essere condivisa.
E che tra poco leggerete, in conclusione di questa mia presentazione.
Se volete si tratta di una vecchia storia chiamata “perseveranza”.
Fabio racconta di come si fa a imparare a disegnare bene.. di come ha imparato lui…
Potremmo sintetizzare con una parola.. disciplina.
Un’applicazione costante, giorno dopo giorno, mese dopo mese, anno dopo anno.

Una volta leggevo che si impara a scrivere anche “ricopiando” brani scritti da altri scrittori. Perché a furia di “ricopiare” si “acquisisce” qualcosa, si “assorbe” qualcosa, e quel qualcosa poi lo si amalgama dentro di sé e lo si trasforma, diventando, in qualche modo parte di se stessi. Ma in un senso ancora più ampio, si impara a scrivere..scrivendo.

Fabio potrebbe dire che si impara a disegnare..disegnando. E anche, avendo l’umiltà di “ricalcare” i grandi, per anni, fino a trasfigurarli, amalgamarli in se stessi e a farne altro, nel proprio, unico, cammino lungo la vita.

La disciplina è possibile quando è la passione a guidarla.
E riflessioni come quella di Fabio aiutano. Perché abbiamo costantemente bisogno di essere esortati a continuare, a non disperderci tra le mille distrazioni e le mille maschere, e a continuare, continuare, continuare… battendo il ferro caldo, fino a dargli una forma che a volte è un po’, come la forma della nostra anima.

L’immagine che apre il post è quella di una pagina di uno dei tanti fumetti che ha disegnato negli ultimi anni.

L’immagine che segue alla riflessione di Fabio è una di quelle “copie” di cui parla, di quelle copie che, con sforzo sovrumano cercava di realizzare per riuscire ad “afferrare” come si rendessero certi “effetti”; come si ottenessero certi risultati.

Di seguito la riflessione di Fabio Celoni, che ringrazio per avermi permesso di condividerla.

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A tutti quelli che in privato mi chiedono “ma come si fa a imparare a disegnare bene? C’è un sistema?”, rispondo che se ci fosse, io sarei il primo a cercarlo. Ma, ahimé, non esistono trucchi né inganni, l’unica parola magica è: “lavorare”, che all’inizio è declinata soprattutto in “copiare”. Fino a slogarsi i polsi, sperando che tanto lavoro porti dei frutti. Di solito, quando lo si fa con sincerità, passione, e aiutati da un po’ di talento, i frutti sono inevitabili. Beninteso, lavoro non realizzato come mera fotocopiatrice umana, bensì filtrato attraverso un po’ di consapevolezza, vale a dire con la fatica di comprendere quel che si sta facendo e perché il disegnatore che si sta copiando abbia compiuto una scelta grafico-narrativa piuttosto che un’altra.

Siano illustrazioni, vignette, intere tavole a fumetti. Imparare dalle tracce degli altri è saggezza. Pensare di poterne fare a meno, miope presunzione.
“Gli altri” possono essere anche le cose che ci circondano, ovverossia la natura stessa e la copia dal vero. Ma nel caso del nostro mestiere, conoscere le varie declinazioni delle sintesi grafiche è fondamentale.
Mi sono ricapitate tra le mani queste vecchissime copie, realizzate tra i 15 e i 16 anni di età, quando restavo sveglio fino a tarda notte per cercare di capire come diavolo si facessero ad ottenere alcuni effetti, determinati segni o particolari composizioni, rifacendo, rifacendo e rifacendo. Quegli sforzi sono stati così grandi che, a distanza di quasi 30 anni, ricordo ancora il luogo e il momento in cui ho disegnato queste copie, nel tentativo disperato di imparare a domare il pennino, chiedendomi a volte se valeva la pena fare tanta fatica dietro ad un insieme di linee, solo per rifare una cosa già fatta – meglio – da altri.
Eppure è proprio in momenti come questo, quando mi ritrovo seduto al mio tavolo da lavoro, con la matita in mano e il foglio davanti, ancora qui a fare questo meraviglioso mestiere dopo quasi 30 anni da quei segni, che mi dico sì, accidenti se ne è valsa la pena. (Fabio Celoni)
Copia

Perseveranza- Una riflessione di Fabio Celoni, fumettista italiano
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