Proposta gruppo tecnico coordinamento 9 Dicembre sez. Brindisi.

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Provvisorio
INTRODUZIONE

Coordinamento 9 dicembre 2013

Quanto vale un uomo? Quanti euro vale una vita di un essere umano? Quanto oro, quanto petrolio? Quanto vale la tua vita? O quella di tuo figlio?
Ecco, questa è la domanda che ogni uomo del coordinamento si è posto. Il parametro di misura di base della vita è proprio Lui, l’essere umano. Se è vero che il Creato è stato in funzione dell’Uomo, la vita vissuta è parte da esso.
L’Uomo ha necessità e diritti dalla nascita. La carta dei diritti universali dell’uomo sanciscono questo diritto inalienabile di ogni essere umano vivente; la nostra costituzione è stata redatta in funzione ed in rispetto proprio della vita.
Le necessità primarie di ogni uomo sono essenzialmente tre; mangiare, abitare e lavorare. Queste tre semplici necessità racchiudono tutta la vita reale di ognuno di noi, fin dagli albori dell’essere umano. Anche le attività di ogni uomo sono espressione della sua voglia di vivere. Togliere anche solo una di queste necessità uccide l’uomo.
Negli ultimi 40 anni, ovvero dalla fine delle lotte sociali, è partito un meccanismo distruttivo per la vita; si è abbandonata la cura della vita dell’essere umano per dedicarsi alla forma ed al mezzo. L’esempio iniziale di questa tragedia, che oggi rende visibili i suoi nefasti effetti, furono proprio gli anni ’80, dove l’apparire inizio’ ad essere piu’ importante dell’essere. Il futile era diventato necessario e doveva essere raggiunto ad ogni scopo, anche il più abietto. Gli anni ’90 hanno reso visibili le conseguenze di cio’ che, il decennio precedente, aveva creato. Questa corsa al futile ed allo chic ci ha resi schiavi della nostra stessa vanità e portati, con l’avvento dell’euro, alla trappola che oggi tutti viviamo.
La vanità, dicevo, e la voglia di possesso ci hanno fatto dimenticare chi e cosa siamo e, cosa ancora piu’ grave, ci ha fatto perdere il punto di riferimento piu’ importante: il saper stare insieme. Ci siamo chiusi nel nostro piccolo mondo, nei nostri piccoli egoismi, guardando con sdegno o, addirittura, peggiorando cio’ che ci ha sempre accomunati. Abbiamo perso il senso della Cosa Pubblica.
Oggi viviamo nell’incubo. La trappola si è chiusa di colpo su di noi e ci sta’ trascinando in un abisso senza fondo, nel baratro della perdita di valori e certezze della vita stessa. Il mezzo non è piu’ l’importante; il mezzo, oggi, è l’unico punto di vista da cui si puo’ vedere il Mondo. Se hai vivi, se non hai muori. E’ piu’ importante cio’che si indossa della persona stessa che indossa. La logica è ineccepibile; il prodotto del lavoro ha un valore di mercato, in quanto crea movimento di denaro. L’uomo no. L’uomo è una bestia da pascolo, un “consumatore”, perché permette alle merci di viaggiare e, quindi, crea mercato. Anche il valore della merce sta perdendo di significato; qualsiasi cosa è permessa o permettibile purchè crei lucro. E, allora, non si dà piu’ peso a cosa si produce e come si produce, non si dà più peso a chi produce….l’importante è che quella cosa CREI UTILE. Per ben capire questo concetto faccio un esempio: una mucca, in condizioni normali dovrebbe produrre 15 litri di latte al giorno; ma se alla mucca vengono iniettati dei medicinali, si arriva anche ai 25-30 litri giornalieri. Oggi, attraverso prodotti chimici e mangimi “trattati” si è arrivati anche ai 50 litri di latte al giorno (non conosco le quantità reali di produzione, ho inserito le quantità per dare esclusivamente un esempio). Non importa la qualità del latte, non importa nemmeno se quel latte produrrà malattie all’animale e non importa nemmeno se causerà malattie al bambino che lo beve. LA COSA PIU’ IMPORTANTE E’ QUANTO UTILE PRODURRA’ ALLA MULTINAZIONALE CHE DETIENE LE QUOTE LATTE IN BORSA.
Allora ritorniamo all’inizio? Quanto vale la nostra vita? E quella dei nostri figli?
Vivere in una comunità è mettersi d’accordo con i propri vicini. Dividere spese e creare infrastrutture per migliorare la propria vita e quella dei propri cari. Condividere cio’ che deve essere comune è una regola per non scannarsi, per non tornare all’età della pietra (e anche li l’uomo condivideva). Un’ambulanza o un’auto della polizia sono viste da tutti con benevolenza, sia perché è un servizio per chiunque, sia perché sappiamo che ci dà sicurezza; queste spese le condividiamo perché le riconosciamo come necessarie. Ma vivere in una comunità non è solo condividere le spese; vivere in comunità è anche far in modo che chiunque abbia un minimo per sopravvivere, cioè garantire un minimo anche a chi non riesce; la cosa potrebbe essere considerata egoistica perché si pensa che l’aiuto al prossimo, prima o poi potrebbe essere necessario anche per se stessi. Ma provate a pensare cosa significherebbe vivere bene in un Mondo dove tutti (o la maggior parte) muore di fame… è come sopravvivere ad una ecatombe. Socialità e comunità si fondono e diventano “Stato”.
Quali sono le necessità primarie di un uomo? Le abbiamo citate all’inizio del testo. Sicuramente alimentarsi, avere un tetto sulla testa e poter sviluppare le proprie attività (che teoricamente sono quelle che permettono anche le due iniziali). Negare una sola di queste necessità ad un uomo è pari all’annichilimento. Senza poter soddisfare una di queste necessità non si permette aggregazione familiare, quindi non si permette la riproduzione e l’educazione delle prossime generazioni. Oggi viviamo nella negazione di tutte e tre le necessità primarie di un uomo. Siamo, cioè, davanti ad una terribile dittatura. La reazione di qualsiasi tipo E’ GIUSTIFICATA.

Perché siamo in dittatura? Al di là di quello che abbiamo vissuto negli ultimi tempi, con il non-voto, i governi tecnici e le pagliacciate televisive di quegli amministratori che hanno completamente perso il contatto con il mondo umano, oggettivamente si può affermare quanto segue. Intanto non si rispetta nessuno degli articoli della Costituzione Italiana; già il primo articolo che recita che “l’Italia è una repubblica fondata sul lavoro” avrebbe dovuto allarmare fortemente le camere ai primi segnali di crisi. C’è poi da dire che, negli ultimi anni, molti “tecnici” hanno preso decisioni importanti in vece di chi avrebbe dovuto farlo; cedere sovranità nazionale in nome di una Europa che pretende più di quello che ci possiamo permettere, non avere diritto a decidere del nostro futuro sono gli effetti di aver lasciato che “strani personaggi” agissero al posto di chi era stato scelto dalla volontà popolare per prendere decisioni. Inoltre siamo di fronte alla negazione di uno Stato che invece di preoccuparsi dei bisogni dei propri cittadini, si preoccupa fortemente dell’andamento delle borse e dei capitali di certe banche che, per amor di speculazione, non si preoccupano minimante nel distruggere il lavoro di decenni di uomini di buona volontà. Poi c’è da aggiungere che una macchina burocratica molto ben curata sta impedendo non solo il regolare andamento delle attività della gente comune, impedisce anche di affrontare le emergenze.
Diciamo che il problema principale ritorna sempre. Puo’ l’andamento di una Borsa valere piu’ di un essere umano? La SOCIALITA’ di uno Stato (ovvero di una comunità), da non confondere con lo STATALISMO che viviamo ancora oggi, è condizione necessaria per la convivenza civile; nessun essere umano puo’ essere lasciato allo sbando e tutta la comunità si deve stringere attorno ad esso.
D’altra parte, per essere differenti dallo statalismo, uno Stato che punti alla socialità deve necessariamente puntare allo sviluppo e sulla libertà di impresa dell’uomo, che è reale condizione di libertà.
Quindi abbiamo un punto di partenza. Liberismo sfrenato e statalismo sono nemici della socialità. Perché è avvenuto tutto questo? Cosa o chi ha voluto che questo meccanismo diabolico si realizzasse? Potremmo dire che esiste una casta che lavora alla nostra schiavitù, che la colpa è di chi ha promosso i mercati; è facile cercare un colpevole e magari ne potremmo indicare molteplici. In realtà il colpevole è uno solo: NOI. Cedere la nostra libertà in cambio di chiacchiere e promesse vaghe è stato facile; abbiamo ceduto al nostro egoismo personale credendo che, occupandoci del nostro piccolo territorio e fregandocene di tutto il resto, fosse la soluzione perfetta. Abbiamo fomentato tutto quello che sta succedendo, lo abbiamo addirittura incoraggiato…e adesso iniziamo a lamentarci. Qual è la vera rivolta? Qual è l’unica soluzione? E’ li, sotto il nostro naso: riprendere il possesso della vita in comune ed amministrarla al meglio; sia per rimettere i tasselli al loro posto che permettere alle prossime generazioni di non commettere piu’ un errore cosi’ grossolano.
Chi ha detto che il popolo è troppo stupido per gestire la “cosa pubblica”? Se è capace, con tutte le privazioni a cui è soggetto costantemente, a mantenere tanti sanguisughe e ciarlatani che dicono di fare gli interessi del Paese, possono tranquillamente farlo da soli…..magari risparmiano pure…. Chi ha detto che l’economia deve essere gestita solo da indottrinali professori universitari? Ho uno zio che in 50 anni di pizzeria ha sistemato i figli, pur pagando ogni porcheria che, questo Stato ladrone, gli ha propinato e sta ancora in piedi nel suo splendore….l’Italia no….
La Cosa Pubblica è come un grande condominio; siamo tutti proprietari di casa e gestiamo le spese comuni. In un condominio che si rispetti c’è sempre l’amministratore esterno che gestisce tutte le competenze delle aree comuni. Pensate cosa succederebbe se l’amministratore del vostro condominio, in nome di somme sempre piu’ ingenti da pagare ed interessi bancari sui prestiti che è stato costretto a fare per affrontare le stesse, tentasse di sottrarvi casa o vi obbligasse a fare dei lavori nel condominio….prima o poi vi chiedereste: ma perché il conto è diventato cosi’ salato? Presto o tardi avreste capito che qualcosa non quadra, che le spese sono “gonfiate”; e, rimosso e magari denunciato il tipo, ritornereste a gestire il vostro condominio in autonomia, magari alternandovi, tra condomini, nella gestione TRASPARENTE delle spese condominiali. Ecco, questa è la realtà dell’Italia dei nostri giorni. Chi meglio puo’ gestire il proprio condominio se non i padroni di casa?
Il Coordinamento 9 Dicembre è nato e cresciuto come un insieme di assemblee sovrane territoriali. Le proposte sono partite dalle assemblee spontanee nate nei territori e portate in una assemblea nazionale dai PORTAVOCE di quelle assemblee e discusse ed approvate dall’unanimità. Puo’ sembrare una cosa complessa da realizzare ma, in realtà, è piu’ semplice di quanto si possa pensare.
Chi fa economia? Chi crea ricchezza? Da dove viene il benessere comune? La risposta è sempre la stessa: da noi liberi cittadini e dal nostro lavoro. I proprietari di casa cedono una parte del loro guadagno, la condividono e creano servizi ed infrastrutture per meglio fare il proprio lavoro e per vivere meglio. Ma se l’economia la crea il popolo, perché la gestione non deve essere popolare? Cosa ce lo impedisce?
Da sempre abbiamo creduto che la forma rappresentativa della nostra repubblica fosse l’unica della vera democrazia. Per questo abbiamo scelto i nostri candidati attraverso lo strumento del voto segreto, persone che dovevano scegliere, per nostro nome e conto, quale fosse il modo migliore per gestire la nostra comunità; dalla scelta del piu’ colto, del piu’ bello e del piu’ intelligente, siamo arrivati, via via, a dover mettere solo una croce su un simbolo di partito; ci hanno abituati, insomma, a delegare addirittura la scelta di chi doveva gestire. Non che prima fosse meglio, ma almeno c’era, da parte degli stessi candidati, la corsa all’accaparramento dei voti…con tutte le barzellette sui costi della politica.
Trasparenza, chiarezza e gestione diretta sono gli obiettivi che ci hanno spinti ad andare in piazza. La frase “legalità e giustizia sociale” racchiude tutte e tre queste cose. Libertà non è solo il diritto di libera espressione, ma è anche e soprattutto il diritto di vivere una vita felice. Tutto questo passa per l’interessamento diretto di ognuno di noi nella Cosa Pubblica, una cosa inevitabile se davvero vogliamo essere liberi. Noi del Coordinamento 9 Dicembre in Piazza torneremo; un appuntamento inevitabile visto che la risposta alla domanda iniziale la conosciamo. Quanto vale la tua vita? Datti una risposta. E se per te la vita di un essere umano è incalcolabile, ti diamo il benvenuto nel Coordinamento 9 Dicembre 2013.

1- Stato, istituzioni, leggi
2- Economia e Sviluppo
3- Giustizia e ordine pubblico

1 – Leggi ed Istituzioni

1.1 Leggi

Lo Stato Italiano è una immensa palude di burocrazia, burocrati, mezzemaniche, leggi, regolamenti, decreti, circolari, ordini di servizio, comunicazioni, scartoffie, direzioni, uffici, sezioni e sottosezioni, distaccamenti e delegazioni con costi astronomici e che:

a) grava, come un mostruoso parassita, sulle spalle della nazione attiva e produttiva;
b) produce ritardi, inefficienze, corruzione, latrocinio, malaffare, evasione fiscale, collusione mafia-politica-finanza, con conseguenti perdite di decine di miliardi di euro nella spesa pubblica;
c) favorisce la riproduzione e l’esistenza di una classe di burocrati incapaci, inefficienti, impreparati, parassitari, intrallazzatori e corrotti;

Tutto questo apparato è una insopportabile palla al piede del Paese e costituisce un freno al progresso dello stesso. La nascita e lo sviluppo di tale “mostro” è stato favorito da una Costituzione che, in alcuni punti, ormai non è più al passo con i tempi e da una compulsiva e perversa azione legislativa che ha prodotto, nel corso della vita repubblicana, un leviatano di oltre 300.000 leggi.

Per eliminare quanto sopra occorre:

• Sfoltimento, accorpamento e semplificazione delle leggi raggruppandole omogeneamente in soli testi unici titolati per argomenti;
• Scrittura delle leggi in maniera chiara e semplice, in modo tale che le stesse siano comprensibili a chiunque abbia una livello culturale medio che seguano criteri di qualità ( formale e sostanziale) per la compilazione di eventuali documentazioni regolamentari;
• Raggruppamento degli eventuali ed indispensabili riferimenti ad altre leggi solo a fine del testo;
• Snellimento di tutte le procedure di legge e certezza dei tempi per la chiusura di qualsiasi iter burocratico che comunque non dovrà mai superare i 30 giorni;
• Eliminazione, per Costituzione, dei decreti “mille proroghe”;
• Pubblicazione di ogni legge solo insieme alle sue modalità di attuazione;
• Eliminazione di enti accessori agli uffici pubblici ad ogni livello, ministeri compresi;
• Eliminazione dei decreti attuativi o di ogni forma di legge similare (come rinvii a regolamentazioni da definirsi di enti e società statali varie);
• Tetto massimo dello stipendio di qualsiasi funzionario o dirigente pubblico o di aziende pubbliche o controllate dallo Stato e/o enti locali parametrato al minimo salario su base nazionale;
• Blocco immediato di tutte le assunzioni nella pubblica amministrazione, soprattutto nei quadri e nei dirigenti, così da ridurre di almeno il 50% l’esercito degli impiegati pubblici ( stato, regioni, amministrazioni locali);
• Definizione della media nazionale di costo al cittadino dei vari enti istituzionali come valore soglia per lo sblocco delle assunzioni;
• Incremento delle disponibilità di spesa del 10% per gli enti virtuosi che spendono meno della media nazionale, incentivo questo che non rientra nel computo della media nazionale;
• Introduzione dei sistemi di assicurazione di qualità in tutte le pubbliche amministrazioni con effetti correttivi e sanzionatori, licenziamento compreso, per i responsabili delle anomalie riscontrate;
• I costi degli enti sono interamente a carico dei cittadini che eleggono l’assemblea che li regolamenta.

1.2 Istituzioni
I partiti e le singole persone hanno manifestato in centinaia di anni di storia i loro limiti e le loro debolezze. Uomini soli al comando, gruppi più o meno colti o più o meno saggi, si sono sempre rivelati deboli, corruttibili e fallaci. E’ inutile perseverare in questa utopia non terrena, ognuno deve decidere per il proprio bene. Tutti siamo chiamati ad essere responsabili per il bene nostro e delle generazioni future. Per il bene del nostro Paese.

• Trasformazione da Repubblica Parlamentare a Repubblica Assembleare dello Stato Italiano ;
• Istituzione delle Assemblee Economiche di Categoria, formate per categorie economiche omogenee su base locale;
• L’Assemblea Economica di Categoria nomina, quando lo ritenga opportuno o quando sia necessario, tra i possibili partecipanti alla stessa un delegato (portavoce) alla relativa Assemblea Economica Unitaria e un delegato (portavoce) alla Assemblea Economica di Categoria superiore, che abbraccia un territorio maggiore della delegante;
• Gli incarichi da Delegato delle Assemblee Economiche di Categoria possono essere assegnati alla stessa persona;
• Istituzione delle Assemblee Economiche Unitarie, formate dai delegati delle Assemblee Economiche di Categoria su base locale, e delle Assemblee Sociali dei cittadini come primo e insostituibile motore delle leggi e delle azioni politiche ed amministrative ad ogni livello dello Stato;
• Ogni Assemblea nomina, quando lo ritenga opportuno o quando sia necessario, tra i possibili partecipanti alla stessa un delegato (portavoce);
• Istituzione delle Assemblee dei “Delegati delle Assemblee Sociali” ed “Economiche Unitarie” come organi intermedi e finali legiferanti, con mandati chiari ed inequivocabili per definire la volontà vera delle Assemblee deleganti;
• Le Assemblee Sociali, sono formate dai cittadini maggiorenni su base locale;
• Le Assemblee Sociali sono da costituirsi localmente in base ad un numero minimo di abitanti maggiorenni residenti per zona geografica, uguale in tutta Italia;
• Le Assemblee Economiche di Categoria sono da istituirsi per numero minimo di partite IVA relative ad un settore economico presenti su un dato territorio;
• Il numero massimo di appartenenti ad una Assemblea è del triplo del numero minimo diminuito di una unità;
• I partecipanti alle Assemblee sono da scegliersi tra coloro la cui presenza locale, residenza o domiciliazione, è stabile e continuativa, maggiore di due mesi;
• Il numero massimo ed il numero minimo dei partecipanti delle Assemblee sono da calcolarsi in base alla presenza locale stabile;
• La divisione di una Assemblea in due per raggiungimento del limite massimo di partecipanti si effettua su base territoriale;
• Il raggruppamento di due Assemblee a causa della diminuzione dei possibili partecipanti si effettua sempre su base territoriale accorpando l’una con l’Assemblea del territorio limitrofo con il numero più basso di partecipanti;
• Ogni assemblea non Ultima ad ogni riunione elegge un proprio delegato da inviare in rappresentanza alla assemblea superiore;
• Le assemblee si riuniscono periodicamente in tutta Italia;
• Si possono indire assemblee straordinarie per fatti di straordinaria urgenza;
• Le assemblee straordinarie hanno validità se sono presenti il 50%+1 gli aventi diritto di partecipazione;
• Le assemblee straordinarie possono essere proposte da chiunque per via scritta, o comunque formale, degli aventi diritto di partecipazione e se ricevono in via scritta, o comunque formale, adesione dal 50%+1 gli aventi diritto di partecipazione;
• Le assemblee straordinarie nominano un loro delegato, anche tra quelli non presenti, ma tra i possibili partecipanti;
• In ogni caso dalla nomina di un delegato deriva la non rappresentatività del precedente, quindi la non possibilità di partecipazione alla assemblea superiore;
• Nel caso di riconferma del delegato questo può considerarsi immediatamente nelle piene funzioni;
• Le assemblee straordinarie e ordinarie possono sfiduciare il Delegato relativo;
• La sfiducia ha valenza immediata da parte delle assemblee del Delegato relativo;
• Quando si forma una Assemblea si devono stabilire i confini territoriali della stessa in base alle proprietà principali, case o opifici, dei partecipanti;
• L’Assemblea Sociale di un territorio estende la sua pertinenza in base all’indirizzo di residenza dei partecipanti;
• Le Assemblee Economiche di Categoria estendono la loro pertinenza in base all’indirizzo della sede legale o dell’opificio principale, scelta indicata dal partecipante stesso;
• Chi è presente sul confine territoriale di due Assemblee può scegliere una sola volta a quale Assemblea partecipare in modo stabile;
• In caso non sia espressa alcuna preferenza, si assegna d’ufficio all’Assemblea con il numero minore di potenziali partecipanti;
• Si deve consentire la massima partecipazione alle riunioni delle Assemblee tenendo sempre come punto fondamentale la perfetta e sicura riconoscibilità del partecipante e del suo voto;
• Si può ammettere ed implementare la partecipazione in teleconferenza dei partecipanti tenendo presente il punto precedente;
• Le Assemblee Economiche Unitarie devono avere il territorio di pertinenza coincidente con una Assemblea Sociale superiore;
• Lo stipendio dei Delegati è commisurato al tempo di permanenza e al livello di rappresentanza e rapportato sempre al minimo salariale presente nel Paese ed è stabilito dalla relativa assemblea delegante;
• Istituzione delle due Assemblee Ultime: Assemblea Economica Ultima e Assemblea Sociale Ultima;
• Istituzione del Presidente della Repubblica con sole funzioni di rappresentanza e di indirizzo etico della Nazione;
• Elezione del Governo e dei ministri da parte delle due Assemblee Ultime, in delega da parte di tutti i cittadini, con sola presa d’atto da parte del Presidente della Repubblica;
• Le candidature al ruolo di Presidente della Repubblica provengono dalle Assemblee Sociali di base e vengono definite e vagliate dalle Assemblee Sociali superiori;
• L’Assemblea Sociale Ultima elegge il Presidente della Repubblica;
• Il Presidente della Repubblica è in carica massima per sette anni;
• I partecipanti alla Assemblea Sociale Ultima possono chiedere il voto di sfiducia, in caso ricorrano gravi motivi, per il Presidente della Repubblica ed eventuale nuova elezione del Presidente della Repubblica se in numero sufficiente rispetto i partecipanti potenziali alla stessa;
• Le due Assemblee Ultime stilano con votazione contemporanea la lista dei dieci proposti alla carica di Presidente del Consiglio;
• I voti si sommano percentualmente relativamente alla propria Assemblea di appartenenza;
• Le due Assemblee Ultime votano in riunioni separate il preferito nella lista dei dieci proposti;
• Ciascuno dei più suffragati nelle due votazioni va al ballottaggio in una terza votazione;
• La somma dei voti nella terza e contemporanea votazione è sempre su media percentuale relativamente alla propria Assemblea di appartenenza;
• Il Presidente del Consiglio giura fedeltà alla Costituzione e al Popolo Italiano alla presenza del Presidente della Repubblica;
• Il Presidente del Consiglio è in carica massima cinque anni;
• I partecipanti ad una delle due Assemblee possono chiedere il voto di sfiducia per il Presidente del Consiglio se in numero sufficiente rispetto i partecipanti potenziali alla relativa Assemblea;
• Su richiesta, nei termini su detti, di una delle due Assemblee Ultime si vota la sfiducia al Presidente del Consiglio nella relativa Assemblea, con eventuale richiesta di nuova nomina del Presidente del Consiglio;
• Il Presidente del Consiglio propone un elenco dei ministeri e la pone all’attenzione delle due Assemblee Ultime che possono liberamente proporre emendamenti, in riunioni anche non contemporanee;
• Gli emendamenti proposti sono votati dalle due Assemblee successivamente e contemporaneamente;
• I voti si sommano percentualmente relativamente alla propria Assemblea di appartenenza;
• Sulla scorta dell’elenco dei ministeri approvata il Presidente del Consiglio propone una lista di Ministri candidati relativa, dando tre scelte per ogni Ministero;
• Proposta a Ministro candidato solo di persone che abbiano competenza specifica nella materia oggetto del relativo Ministero;
• Se le singole liste di ogni Ministero non ricevono la maggioranza dei voti nelle due singole Assemblee Ultime, questo vale come voto di sfiducia al Presidente del Consiglio;
• I Ministri proposti si votano per ogni Ministero in assemblea contemporanea;
• I voti si sommano percentualmente relativamente alla propria Assemblea di appartenenza;
• Il Presidente del Consiglio e i Ministri eletti costituiscono il Governo dello Stato Italiano;
• I Ministri eletti giurano fedeltà alla Costituzione e al Popolo Italiano alla presenza del Presidente della Repubblica;
• Ognuna delle due Assemblee Ultime possono chiedere di sfiduciare un Ministro con richiesta di nuova nomina del Ministro, con la stessa procedura prevista per il Presidente del Consiglio;
• Nel caso di sfiducia di un Ministro e di contemporanea richiesta di nuova nomina, il Presidente del Consiglio propone una terna di Ministri candidati;
• Per la votazione del singolo Ministro candidato si segue la procedura indicata per il primo insediamento del Governo;
• Gli stipendi del Presidente della Repubblica, del Presidente del Consiglio, dei Ministri sono sempre commisurati allo stipendio minimo su base nazionale e stabiliti con legge ordinaria emanata dalle assemblee Ultime;
• Le strutture di rappresentanza come la Presidenza della Repubblica e operative come la Presidenza del Consigli e i vari Ministeri sono di competenza delle assemblee Ultime e regolate con legge ordinaria;
• Eliminazione delle regioni a statuto speciale;
• Eliminazione di privilegi previdenziali: il periodo trascorso nella carica pubblica vale solo come normale periodo contributivo che va a cumularsi con altri contributi;
• Introduzione della legge sul conflitto di interessi fatta in maniera tale da non lasciare alcuna possibilità alla persona interessata di favorire i suoi interessi durante il periodo di carica pubblica;
• Le Assemblee Sociali ed le Assemblee Economiche Unitarie che insistono sullo stesso identico territorio, possono per necessità costituire enti intermedi di governo ed amministrazione su base di continuità territoriale e di numero di abitanti;
• Gli enti, intermedi e non, sono gestiti dalle assemblee deleganti le Assemblee che li costituiscono;
• Le attuali Regioni, Provincie, Comuni, sono enti intermedi dello Stato e sono gestite ed istituite con leggi ordinarie, locali e nazionali;
• Le Assemblee eleggono gli Amministratori e i Presidenti e ne effettuano il controllo con le stesse modalità con cui le Assemblee Ultime eleggono e controllano il Capo del Governo ed i Ministri;
• Tutte le Assemblee emanano Leggi solo quando queste sono state approvate nella stessa forma e testo a maggioranza semplice sia dalla Assemblea Economica Unitaria, sia dalla Assemblea Sociale che insiste sullo stesso identico territorio e queste sono in vigore per i relativi cittadini deleganti;
• Le Leggi hanno gerarchia secondo la Assemblea che le ha emanate;
• Capo del Governo, Ministri, Presidenti ed Amministratori hanno il compito di attuare tutti i provvedimenti necessari a che le leggi di volta in volta vigenti siano rispettate;
• I decreti del Capo del Governo, Ministri, Presidenti ed Amministratori sono solo in urgenza e hanno validità limitata a 60 giorni solari, dopo di che decade;
• I decreti sono di vincolo, soprattutto economico, per lo Stato solo se confermati dalle Assemblee controllanti entro i giorni di validità;
• La copertura dei decreti non confermati va valutata se dovuta dalla Corte dei Conti entro i 100 giorni successivi la decadenza;
• La non conferma di un decreto può dar luogo a procedura di sfiducia verso chi lo ha emesso.

3 – Economia e sviluppo

La permanenza o meno nell’euro è ciò che determina e determinerà la politica economica dell’ Italia. L’esperienza dell’euro, dopo oltre 13 anni, si è rivelata una catastrofe senza precedenti. Se l’Italia ne fosse rimasta fuori, ora la situazione sarebbe molto migliore? Probabilmente si. Quindi è bene pensare come uscire dall’euro. L’Italia, con un lira pesante e svalutata potrebbe ritornare ad essere concorrenziale e calamita di investitori esteri che troverebbero nel nostro paese convenienza ad investire. Si potrebbe pensare a ritornare ad un rapporto deficit/pil inferiore di molto al 100 %.

Qualunque sia il risultato, è necessario però procedere comunque come segue:

• Trasparenza del bilancio dello Stato esplicitando ogni singola voce con massima chiarezza e sua disponibilità ad ogni cittadino rendendola fruibile sia tramite la pubblicazione sulle Gazzetta Ufficiale sia permanentemente sui siti internet Istituzionali, pubblicizzandone, alla pubblicazione, data ed indirizzo internet;
• Abolizione degli albi professionali con l’istituzione dei registri professionali come archivio di certificazione dei titoli professionali;
• Sviluppare al massimo la libera iniziativa, favorendo le piccole e medie imprese attraverso: semplificazione legislativa, abbassamento delle tasse sul lavoro, riduzione delle tasse sul reddito d’impresa a meno del 20% escludendo il reddito d’impresa da ulteriore tassazione (irpef), maggiore e più rapido accesso alle forme di sostegno all’economia;
• Cercare di abbassare l’imposizione fiscale ad un massimo del 30 % nel giro di due anni;
• Favorire al massimo le produzioni locali soprattutto nel settore alimentare;
• Consentire a chiunque di produrre idrocarburi di origine vegetale e di metterli in vendita a prezzo libero e in quantità illimitata, nel rispetto e certezza delle necessarie caratteristiche tecniche e dei vincoli ambientali, considerandoli come sottoprodotti agricoli;
• Aumentare gli stanziamenti per la ricerca scientifica fino al 5% del PIL, in particolar modo sostenendo la ricerca pubblica;
• Tassazione delle banche non su base reddituale ma sulla base dei fondi e del risparmio raccolto non usato per credito netto all’economia reale, indicando come credito netto quello fatto a privati e ad aziende non del settore creditizio o finanziario, al netto della loro riserve economiche liquide o mobiliari;
• Istituzione delle banche di investimento, normate in modo specifico per la loro attività;
• Soglia usura pari all’Euribor +3 punti percentuali per i conti correnti e Euribor +1,5 punti percentuali per i mutui e i contratti con garanzie reali;
• Limitazione di spostamento dei capitali tra territorio e territorio all’interno della rete della stessa banca;
• Tassazione maggiore del 50% per operazioni mobiliari dei privati (non prestiti di soggetti operanti nel settore del credito), con capitale globale al di sopra dei 20.000 euro, rispetto alla tassazione media dei redditi;
• Possibilità con quote minime di capitale sociale di entrare nel CdA delle aziende private;
• Cancellazione di ogni futuro contributo all’infrastrutturazione di aziende private o partecipate da privati;
• Creazione di un fondo di perequazione da attribuire agli abitanti di zone svantaggiate, sotto forma di contribuzione ai costi, per scarsa infrastrutturazione, in modo da equiparare i costi di ogni servizio su base nazionale per ciascun abitante;
• Riforma della legge fallimentare e delle procedure di incanto con l’istituzione della cartolarizzazione su richiesta del debitore, per debitori dimostratamente incapienti;
• Concedere a canone zero a società e cooperative di giovani immobili demaniali inutilizzati per iniziative nel settore turistico e culturale;
• Sistema fiscale che si basi sul principio “Poche tasse, facilmente pagabili e pagate da TUTTI”, in modo anche da disincentivare l’evasione fiscale;
• Introdurre un regime di “conflitto d’interessi” che porti così ogni cittadino a diventare il primo controllore sull’evasione fiscale diffusa, come poter portare a detrazione ogni spesa dimostrata;
• Ridurre a poche e semplici regole, efficaci e immediate, la materia fiscale così da non dare più adito ai grandi evasori di farla franca attraverso lungaggini burocratiche e giudiziarie, ma mettendoli nel terrore della galera e della confisca immediata ( non sequestro revocabile) di tutti i propri beni subito dopo la costatazione dell’illecito;
• Semplificazione delle norme societarie in modo da evitare qualsiasi manovra, nell’ambito delle società private e pubbliche, tesa a frodare il fisco, gli azionisti, i dipendenti;
• Sancire il principio che una società si comanda solo con il 51% effettivo delle azioni in mano;
• Favorire gli investimenti solo nell’economia reale e castigando gli investimenti nella finanza ( creativa e non), nella speculazione e nelle banche;
• Eliminazione di tutte le leggi che favoriscono o possano favorire le pratiche speculative delle banche a danno soprattutto dei piccoli risparmiatori e delle aziende;
• Guardia di Finanza con compiti di verifica e controllo degli atti fiscali, valutari, societari e tributari di soggetti operanti su suolo italiano, anche sulle attività estere di possibile interesse;
• Tassare come tutti gli altri immobili quelli di appartenenza alle associazioni politiche, ai sindacati, alle fondazioni e quelli della Chiesa usati per attività di lucro;
• Abolizione dei minimi tariffari per le professioni: prezzi liberi e concorrenza come tra i commercianti.

4 – Giustizia ed ordine pubblico

La giustizia e la sua amministrazione è tra le principali palle al piede della nazione, oltre che motivo di fuga di investitori esteri. In circa 68 anni di storia repubblicana, si sono fatte pochissime riforme nel sistema giustizia. Un sistema che appare sclerotizzato e avvitato su stesso, per uno ostinato e compulsivo accanimento a voler tenere posizioni di privilegio e potere di coloro che ne sono i protagonisti, primo tra tutti l’ordine giudiziario.
Questo non può essere consentito oltre. L’impero di Bisanzio è morto da secoli.

Una riforma della magistratura deve basarsi sui seguenti capisaldi:

• Due diversi concorsi di ammissione in due ruoli separati per magistrati inquirenti ( procuratori) e magistrati giudicanti ( giudici);
• Giudici e procuratori non possono lavorare nello stesso complesso immobiliare: separazione fisica anche degli uffici;
• Divieto per i magistrati inquirenti di fare politica attiva anche dopo l’abbandono o il pensionamento;
• Divieto per i magistrati di essere iscritti ad associazioni politiche o alla massoneria;
• Introduzione del merito nelle carriere di magistrati: i magistrati sono impiegati dello Stato come altri, per cui la loro carriera deve essere legata alle capacità personali, agli obiettivi raggiunti, al livello di professionalità;
• Possibilità di licenziamento per i meno capaci o d’obbligo, d’ufficio, nei casi di incompatibilità con il loro ministero, per condanne definitive di rilievo, come concussione, corruzione, frode, atti illeciti ecc.
• Riforma del CSM, oggi organismo autoreferente. I membri saranno scelti tra un elenco di magistrati eletti tra tutti i magistrati dagli stessi in un numero pari a 5 volte il numero dei membri del CSM. Tra questi verranno eletti, dall’Assemblea Sociale Ultima, i membri del CSM che rimangono in carica 3 anni;
• Il CSM deve essere anche sanzionatorio, e non disporre solo trasferimenti e nomine. Deve infliggere le punizioni ( fino al licenziamento immediato) per i giudici che non fanno il loro dovere o commettano errori nello svolgimento delle proprie funzioni. Cioè ciò che accade per chiunque faccia un lavoro e sbagli;
• I magistrati ed i procuratori devono rispondere “in solido” civilmente DIRETTAMENTE di eventuali danni volontari o per imperizia o per negligenza, da essi arrecati alle persone coinvolte in un processo;
• I magistrati e procuratori hanno stipendi, scatti di stipendio e le modalità pensionistiche trattati con le stesse modalità dei dipendenti statali e comunque parametrati allo stipendio minimo nazionale;
• Suddividere i tribunali in sezioni specializzate per determinati gruppi di reati;
• Certificare i tribunali secondo sistemi di qualità a normative ISO applicabili.

La riforma dell’ordine giudiziario deve andare di pari passo al rifacimento dell’intero corpo legislativo italiano ed ad una rivisitazione dei codici penale e civile, introducendo elementi di semplificazione e chiarezza che rendano da una parte i processi più rapidi ed efficaci, e dall’altra eliminando tutto quel pantano di cavilli e meandri procedurali che consentono a
mafiosi e delinquenti incalliti di farla franca. Per cui:

• Sospensione dei termini di prescrizione per ogni attività derivante dalle richieste della difesa;
• Introduzione del criterio della certezza della pena: nessun beneficio può essere preso in considerazione se il condannato in via definitiva non ha passato dentro almeno l’ 80% della condanna;
• Rivisitazione di alcune circostanze processuali quali, ad esempio, la legittima difesa (allargare le possibilità di difendersi dagli assalti della criminalità), l’infermità e seminfermità mentale vanno riviste in senso molto restrittivo e comunque non devono comportare sconti o alleggerimenti di pena, etc.;
• Rivedere il criterio di rieducazione del carcere, alla luce del fallimento quasi completo della stessa data l’alta percentuale di recidività;
• Riscrivere le leggi contro le mafie con: inasprimento delle pene detentive, immediato esproprio dei beni mobili ed immobili di sospetta origine mafiosa, estensione delle azioni restrittive della libertà anche ai familiari più stretti dei capi mafiosi, scioglimento immediato delle società in odore di mafia ed interdizione perpetua dei loro amministratori e soci, abolizione di qualunque beneficio di legge per i condannati per mafia;
• Depenalizzare alcuni reati lievi o di non rilievo sociale, riducendoli a semplici sanzioni amministrative;
• Restringere i criteri di valutazione ed il margine di manovra del magistrato nell’emissione di sentenze e di provvedimenti: codificare e raggruppare il più possibile le casistiche omogenee;
• Scrivere le sentenze in maniera chiara, sintetica e leggibile ( prendere esempio da come sono scritte e strutturate le sentenze in altre nazioni europee ed occidentali);
• Cercare di ottenere da tutti gli Stati di origine che gli stranieri che vengono condannati, scontino la pena nel paese di provenienza;
• Introdurre i lavori forzati;
• Sentenze della Cassazione come origine immediata di modifiche alle leggi richiamate nelle sentenze stesse.
• Liste delle logge massoniche pubbliche e pubblicamente consultabili;

Gruppo tecnico coordinamento 9 Dicembre sez. Brindisi
Proposta gruppo tecnico coordinamento 9 Dicembre sez. Brindisi
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