Province: reazione a catena

di Antonella Policastrese

Conferenza stampa del Consiglio dei MinistriC’è il rischio che da giugno gli impiegati delle Province non prendano più lo stipendio. Tale situazione è determinata dai tagli della Legge di stabilità e dalla confusione di ricollocare gli esuberi indicati dalla legge Del Rio. Una fase di stallo, in cui non si capisce di che morte moriranno i dipendenti destinati ben presto a diventare ex. Campanello d’allarme lanciato dai sindacati, a cui non si è fatta attendere la risposta della ministra Marianna Madia, pronta a smentire che ci sarebbe ricollocazione del personale ma non licenziamento. Un duetto tra sindacati messi al palo, ed una ministra che ignora cosa sta realmente succedendo in questi enti di secondo livello.

Taking money in an envelopeA guardare la provincia di Crotone c’è da dire che si procede a rilento nell’erogazione degli stipendi e pur essendo al 10 maggio 2015 manca ancora all’appello lo stipendio di Aprile. Inoltre non c’è bisogno di zingara per sapere che le direttive ministeriali presso l’ente che riguardano tagli su tagli, arrivano su circolari,ragion per cui l’allarme dei sindacati purtroppo non è allarmismo o gioco al massacro. C’è in mezzo la classe di lavoratori pubblici che non solo non sanno che cosa ne sarà di loro, ma in province povere come queste, i cui dipendenti sono solitamente parte di famiglie monoreddito, c’è il rischio di una vera ecotombe sociale. Un sud sempre più depauperato e Crotone non fa differenza. C’è una disoccupazione allarmante. In più, il futuro da queste parti è moribondo. Mancano strade, la ferrovia è diventata ricovero di extracomunitari e l’unica via di comunicazione, l’areoporto, viaggia a fasi alterne lungo la linea tra fallimento e l’ipotetico funzionamento. Una vera iattura, a cui ora si aggiunge la mancanza di stipendi, che decreteranno la moria di posti di lavoro anche nel commercio o nel settore alimentare.

bandiera italia sgretolataE’ risaputo che si tratta di una reazione a catena e per accontentare l’Europa si stanno smantellando settori che fin’ora erano necessari per il funzionamento dei territori; ma evidentemente con la scusa della crisi e di un PIL che rischia di schizzare fuori dalle orbite del debito, si fanno contorsionismi di ogni genere per mantenere in vita una finanza creativa che sta minando la società, cancellando valori, demolendo la democrazia. In compenso alla provincia di Crotone si sta lavorando sugli Sprar , sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati, ben foraggiati dall’Unione Europea. Si elargiscono fondi, in coofinanziamento con gli enti locali, tra cui la Provincia, ad associazioni che si occupano di accoglienza e per farlo anche le scassate casse di questo ente devono essere messe in ballo. Quindi si mettono in secondo piano gli stipendi dei padri di famiglia, ma in compenso si lavora per loro, gli immigrati. Tutto questo sa di sfottò e non fa che generare rabbia e senso di impotenza. Se questo è il cambiamento, il Medio Evo è stato senz’altro un’epoca d’oro da rimpiangere che non ha smembrato il sistema Italia, semmai lo ha rafforzato, rimanendo fedele al primato dei territori. Ormai della gente italica e della creatività del suo popolo nulla rimane, se non miseria e povertà.

Antonella Policastrese

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