Siamo quelli che….

di Mariano Abis

sardi sovraniSiamo quelli che sono stati svegliati dai tuoni e dal rumore sinistro della grandine, nel corso di una notte tempestosa, siamo quelli che hanno preferito attendere l’alba, affrontando il vento sferzante di una notte buia. Siamo quelli che sanno perfettamente che le prime luci dell’alba sono ancora troppo lontane a venire, e nonostante ciò, hanno deciso che sarebbe da uomini poco valorosi, attendere gli eventi al calduccio del loro letto comodo e confortante. Siamo quelli che hanno capito che la strada che stanno percorrendo li porterà inevitabilmente verso un problematico bivio. Abbiamo capito che dovremo scegliere di percorrere la strada più disagevole. Sappiamo che adagiarsi in comode decisioni, a lungo andare, sarà deleterio per tutto un popolo. E allora abbiamo scelto la passione. Abbiamo scelto il coraggio del sacrifico, ad onta di chi ci vorrebbe ancora al calduccio della nostra stanza rassicurante. Siamo gente che sanno perfettamente che i diritti decennali acquisiti, non vanno dispersi, che sarebbe una disdetta distruggere le conquiste coraggiose dei nostri avi. Discendiamo da un popolo fiero di appartenere ad una granitica civiltà millenaria, una civiltà che altri vorrebbero disperdere, in nome di un modernismo di facciata che dimentica gli antichi valori. E se la storia si indirizza e si costruisce giorno per giorno, sappiamo che sarebbe da vigliacchi, lasciarsi trascinare dagli eventi voluti da chi non apprezza le nostre radici. Sappiamo che dovremo combattere per non perdere diritti conquistati sessanta cinque anni fa, all’alba, quella si, luminosa, della costruzione di una nazione che sarebbe nata dalle macerie di una guerra assurda e disastrosa. Ma ancora più luminosa è l’alba che ci attende, se sapremo prendere decisioni razionali e coraggiose. le nuvole spariranno, la grandine cesserà, il vento si placherà. e dalla nostra terra potrà nascere un esempio per tutti i popoli, un nuovo sistema di auto determinazione dei popoli, uniti dalla consapevolezza che nasciamo con diritti inalienabili. Lasciamo ad altri la decisione di adagiarsi in comode scelte, di crogiolarsi in situazioni che trasmettono un insopportabile senso di apatia. noi siamo per il coraggio, il decisionismo, il sacrificio, la consapevolezza che dovremo tenere la schiena dritta, di fronte a chi vorrebbe annichilire la nostra civiltà millenaria, e tendere la mano a chi ci sta di fianco, e formare un immenso ballo circolare, su ballu tundo, che abbracci tutto il nostro popolo. un popolo attualmente numeroso, checchè se ne dica, un popolo che si è frazionato in due assurdi tronconi, delle stesse dimensioni. che ha deciso che non è più il caso di sopportare condizioni disumane di sussistenza, ed ha confezionato una triste valigia, e si è diretto verso popoli forse più fortunati del nostro, alla ricerca di una parvenza di serenità economica. il secondo troncone, invece, ha deciso che bisogna lottare per la propria terra. Sa che il cammino sarà faticoso, ma ha gli strumenti e le competenze per raggiungere la meta. lo strumento è a portata di mano, è già un diritto, certificato e riconosciuto, si chiama zona franca integrale, ed è la soluzione ai nostri problemi, l’unica soluzione applicabile non solo dal nostro popolo, ma da tutti i popoli della terra, che hanno deciso di non sottostare più ad una assurda e ingiusta globalizzazione, voluta da gente che ha in mente solo di rendere schiavi interi popoli. di gente che ha in mente di costruire un mondo governato da poche persone che ritengono di essere le uniche delegate da non si sa bene da chi, a indirizzare verso un assurdo disegno elitario, tutte le popolazioni del pianeta, a sottometterle economicamente, attraverso la costruzione di una unica moneta. di una unica religione. di un unico pensiero. No, noi siamo per i particolarismi, per la difesa delle specificità di tutti i popoli della terra, sappiamo che le tradizioni popolari sono il sale che mantiene vitale l’esistenza dei singoli popoli, abbiamo capito che lo sviluppo di ciascuna nazione, passa attraverso la consapevolezza che le proprie radici ci portano in direzioni differenti, che nessun popolo deve arrogarsi il diritto di indirizzare un altro popolo verso le sue concezioni di società. Abbiamo capito che il concetto che ci ha portato a conoscerci, in una luminosa giornata domenicale di febbraio, a cagliari, è quello giusto, un concetto che trae lo spunto da un antico ballo sardo, tutto un popolo che si tiene idealmente per mano, e ogni singola persona, ” a manu tenta” con chi gli sta di fianco, forma un immenso cerchio, una figura che abbandona concezioni verticistiche, ahimè fin troppo diffuse tra la sensibilità della gente, ma che assegna a ciascuno di noi gli stessi diritti.

La notte burrascosa è terminata, ora splende il sole, su tutto il popolo sardo, perchè abbiamo deciso che la strada è segnata, percorribile e sicura, che da un antico popolo, nascerà un esempio di auto determinazione, a disposizione di tutti i popoli della terra.

Mariano Abis

Mariano Abis

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