Il Sardo Olandese desidera rimanere anonimo, questa la sua risposta in merito:

Siamo in tanti con gli occhi aperti…..io voglio rimanere incognito. Nel mondo manifesto l’Uno, la Coscienza, l’Indicibile (usate il termine che preferite) gioca a velare e disvelare se stesso, a dimenticarsi di Sé e a riprendere coscienza di Sé. L’essere umano che scrive questo ne é parte integrante. In esso si è dissolto semplicemente il senso di essere “qualcuno” in particolare, un individuo separato che agisce. Non rimane dunque che un fluire nel sapiente gioco dell’Uno. Non c’è nessuno che scrive questo . Esiste solo l’Uno che indaga su Se Stesso, che è la parola, la mano che digita. Tutto è Uno ed Io sono Quello.

Quindi i suoi scritti saranno pubblicati con lo pseudonimo: Il Sardo Olandese.

Sotto il nome di una buona educazione

di Il Sardo Olandese

16 novembre nei pressi di Garnwerd, Netherlands

Molto spesso sotto il nome di una buona educazione ci vengono abilmente somministrati una serie di condizionamenti che strato, dopo strato, formano la nostra personalità. Molti di questi condizionamenti diventano come una seconda pelle, dove diventa veramente difficile saper distinguere ciò che ci appartiene e ciò che viene imposto dal fuori. famiglia-scuola-società. I nostri schemi mentali, poco alla volta vengono a sostituire la nostra capacità di essere consapevoli e conseguentemente flessibili, ovvero di saper rispondere alle situazioni momento per momento. In poche parole essere liberi dai condizionamenti. Nel nostro attuale modello educativo la consapevolezza viene sostituita dalla coscienza. Avere una coscienza è fondamentale in una società di individui che forse perché non si sono presi la loro libertà, hanno bisogno di regole da seguire e persone alle quali obbedire. Spesso chi si lamenta di non essere libero in realtà ha paura di diventarlo. In una prima analisi tutti hanno un gran desiderio di libertà, ma sono solo in pochi a prendersela. Il motivo è che con la libertà arriva la responsabilità. La responsabilità di decidere per sé e di non seguire una coscienza, cioè una serie di regole prestabilite, che sostituiscono la consapevolezza, che è invece prendersi ogni momento la responsabilità delle proprie azioni. Ciò spaventa. E’ meglio essere schiavi e dare a qualcun altro la colpa per ciò che non siamo in grado di realizzare piuttosto che doversi prendere la responsabilità del proprio successo o fallimento. Il momento in cui si smette di dare agli altri la responsabilità delle conseguenze delle nostre azioni è il momento in cui si comincia a de-programmarsi . Bisognerebbe sostituire le regole morali stabilite dall’esterno con la capacità di vivere ed essere responsabili delle proprie azioni momento per momento, seguendo la propria intuizione, qui ora. E’ ora di smetterla di dare la colpa agli altri delle nostre sofferenze. Non aspettare che qualcun altro ti dia la libertà. E’ lo schiavo che aspetta di essere liberato; ma se è il tuo padrone a liberarti rimarrai sempre uno schiavo. La libertà devi prendertela, insieme ai rischi che la caratterizzano: la responsabilità delle proprie azioni e le conseguenze che ne derivano. Sulla strada della libertà si incontrano belle storie e bella gente, individui che hanno voglia di essere se stessi, di non compromettere il proprio essere e di vivere in un mondo interiore dove c’è un infinito benessere e voglia di vivere….con amore.

Il Sardo Olandese

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Sotto il nome di una buona educazione

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