Stati Uniti d’Europa: sogno o realtà?
di Michele Signa
Se provate a chiedere a un cittadino Italiano quali siano stati i vantaggi di avere sottoscritto i Trattati Europei o di essere entrati a far parte della Moneta Unica, ne riceverete risposte generiche derivate, per lo più, da slogan sentiti in televisione. Idem se si prospetta una salvifica uscita dalla Moneta Unica con il conseguente non rispetto dei suddetti trattati; le risposte sono ancor più stereotipate ma questa volta condite da un catastrofismo di tipo fondamentalista fatti però, mano a mano che la crisi economica dispiega tutto il suo potenziale distruttivo, sembrano sempre più non andare d’accordo con le opinioni di derivazione televisiva e giornalistica. Di fronte alla debacle delle politiche economiche degli ultimi venti anni, le argomentazioni per rassicurare il cittadino, sempre più impoverito e tartassato, iniziano a scarseggiare. Ce n’è una però che va ancora per la maggiore e funziona perché lascia intravedere un obiettivo alto, ambizioso, salvifico: la costruzione degli Stati uniti d’Europa, di una federazioni di Nazioni, sulla falsa riga di quella degli Stati USA, che condividono leggi, organi di rappresentanza, ordinamento fiscale e soprattutto prosperità. Il cittadino, rassegnato, crede che i sacrifici di oggi siano necessari per la prosperità di domani, per la costruzione di un Eden Europeo fotocopia di quello Americano, di cui pochi però hanno conoscenza diretta al di là degli stereotipi hollywoodiani. A prescindere dalle considerazioni sull’effettiva bontà del modello nord Americano, la domanda sorge spontanea: gli Stati Uniti d’Europa sono un sogno o una realtà?