Tagli alla sanità: patto con le lobbye. Il caso crotone

di Antonella Policastrese

118Crotone, terra di Calabria. Città di mare, dalle mille potenzialità. Dopo la deindustrializzazione aveva puntato sul terziario. Certo è che se i crotonesi avessero avuto contezza su cosa il futuro gli avrebbe riservato, avrebbero speso le loro energie ad andar via in massa. Siamo in Calabria comunque, dove il tempo sembra essersi fermato, e davanti ad uno scenario di crisi, la situazione non poteva che peggiorare; un po’ per una politica sempre uguale a se stessa un po’ per una mentalità abituata a fidarsi del potente di turno, per risolvere individualmente i problemi d’ordine quotidiano. Una politica, divenuta ultimamente un vero business e che continua a decretare la vittoria di questo o quel personaggio agli scranni più alti, grazie a pacchetti di voti, simili a cambiali all’incasso. Qui come altrove ,la politica serve soltanto a dare visibilità e potere a lobbye, le quali chiedono ed ottengono , per privilegi che esulano dai bisogni dei cittadini. E’ quello che sta succedendo per quanto riguarda il nosocomio crotonese, un tempo punta di diamante , ridotto adesso all’osso .Attraverso i continui tagli fatti alla sanità, era chiaro che prima o poi anche questo avamposto doveva essere smembrato, ma con quali risultati ed a vantaggio di chi? A farne le spese il servizio d’urgenza emergenza noto come 118. Il servizio, dopo vent’anni di onorata attività a Crotone, presto sarà tagliato e in Calabria ne rimarranno attivi tre: Catanzaro, Cosenza e Reggio Calabria, presidi sanitari che hanno macinato soldi, provocando buchi nella sanità grandi quanto voragini.Il 118 nato il primo dicembre 1995 per volere del direttore dell’epoca Dionigi Caiazza, ha espletato un servizio eccellente, raggiungendo i posti più isolati della provincia crotonese ,ed ironia della sorte nacque due anni prima di quello di Catanzaro. Il piano di tagli servirà a portare via da Crotone figure altamente specializzate, come medici ed infermieri nel settore dell’emergenza. Si ritorna con questa manovra voluta dal commissario Scura, ai tempi in cui ogni decisione per Crotone veniva presa a Catanzaro, sede della giunta regionale, che in virtù del suo ruolo politico,sta adesso diventando una delle aree mediche più forti. Per non parlare del Marrelli Hospital al quale è stato vietato l’apertura come polo oncologico, per un cavillo buracratico e concentrare tutto sull’asse Catanzaro Cosenza, le città che in termini di voti riescono a determinare le elezioni dei vari governatori. Un vero scippo. E così mentre macchinari all’avanguardia, rischiano di ammuffire invece di essere messi in funzione, le lobbye sanitarie tendono a creare i loro imperi nelle zone dove operano, fregandosene altamente della salute dei cittadini, costretti a viaggi della speranza. Non dimentichiamo che Crotone è una città ad alta incidenza di morti per malattie oncologiche, per via di un inquinamento del suolo, dovuto alle fabbriche dell’epoca , con zone non bonificate e che forse mai lo saranno. Insomma in nome dei tagli e dei risparmi a rimetterci sono sempre e solo i cittadini ,spogliati di tutto e che ora dovranno arrangiarsi e decidere se curarsi o morire. Intanto le lobbye non hanno problemi, in quanto i tagli non toccano i loro interessi e si continua così a lucrare su chi avrebbe realmente bisogno di un posto che sia un ospedale e non un ambulatorio di frontiera.

Antonella Policastrese

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