di Giuliana Sgrena

Giuliana Sgena 2La nostra marina militare potrà contare oltre che sulle navi da guerra anche sulle monoposto Ferrari. Domenica, infatti, le Ferrari che gareggeranno sul circuito indiano porteranno la bandiera della Marina militare italiana per chiedere la liberazione dei due marò, trattenuti da otto mesi dalla giustizia indiana, contro la loro volontà e quella del nostro governo, come ha affermano il ministro degli esteri Terzi.
Da quando nello sport una squadra si schiera a fianco di una forza militare per una disputa che riguarda la giustizia?
Il nostro paese, e non la Ferrari, dovrebbe impegnarsi a dimostrare l’innocenza dei nostri marò o la loro non responsabilità nell’uccisione dei due pescatori indiani. E poi perché la giustizia indiana dovrebbe essere meno affidabile di quella italiana? L’India è un grande paese democratico sicuramente meno corrotto dell’Italia, a giudizio delle classifiche internazionali, dunque basta aspettare il processo e preparare la difesa. Invece non si accetta la giustizia indiana mentre non ci si è opposti al diktat della giustizia americana che non ha accettato di far processare Mario Lozano per la morte di Nicola Calipari, o che non ha condannato i responsabili del Cermis. Solo per citare i casi più eclatanti.
Dov’era allora la Ferrari? Ha mai pensato di correre negli Stati uniti con la nostra bandiera per chiedere la giurisdizione italiana sul caso Calipari (ma già vi aveva rinunciato anche il nostro governo…) o per chiedere la condanna dei militari che per un gioco hanno tranciato i fili della teleferica del Cermis?
Le ragioni di stato valgono anche per la Ferrari, chissà cosa ne penseranno i piloti che italiani non sono e che un giorno potrebbero trovarsi dalla parte degli accusati?

Giuliana Sgrena

Talvolta tacere è più onorevole!

di Jacopo Cioni

Riporto questo articolo della Signora Giornalista Opinionista Giuliana Sgrena. Sono felice che la signora Sgrena continui a scrivere, a lavorare, a vivere e mi rallegra che si possa permettere di giudicare il comportamento altrui con leggerezza, disinvoltura e poca memoria. Molto brava a puntualizzare che non altrettanto la nostra seconda bandiera nel mondo fece alla morte di Calipari correndo negli Stati Uniti, ha ragione, magari all’epoca non scattò la scintilla. Vero che esiste una colpevolezza degli americani nella morte di Callipari e che il grilletto troppo facilmente premuto poteva essere prima approfondito; non si deve però dimenticare che ci si trovava in teatro di guerra e le autobombe lanciate a grande velocità non erano cosa rara. Questa può essere una scusante al delitto americano? no certo, Altra scusante può essere il fatto che gli americani hanno tantissimi difetti, ce ne sono un vagone intero di cui parlare, ma mai abbandonano i loro uomini (o quasi mai) e proteggono anche i colpevoli se sono all’estero per poi agire sul proprio suolo; è una scusa? si forse, quella che i panni sporchi si lavano in famiglia…. Noi invece non li laviamo proprio, li lasciamo sporchi all’estero… A conclusione vorrei però ricordare alla Signora Sgrena che sono stati si gli americani a premere il grilletto, ma il proiettile lo ha fornito lei piagnucolante, genuflessa, Signora che considera il suo lavoro più importante della vita degli altri, ma non della sua. Quando si va in certi paesi a fare gli articoletti che ti rendono famosa si rischia la vita, ma si fa rischiare la vita anche a chi ti deve tirare fuori dai casini. Onore ai piloti che invece la vita la rischiano in prima persona e vedrà che se ne sbatteranno i cosi detti di poter essere un giorno accusati. …di che poi lo sa lei! Un conto è fare il proprio dovere comandati di farlo e pronti ad assumersi le proprie responsabilità e a rischiare la propria vita con fierezza e onore, come i marò e Calipari, altro conto non assumersi i propri rischi cara signora Sgrena piagnucolante e genuflessa. Se vuol stimolare il nostro Stato a battersi per i suoi uomini lo faccia pure, ma non demonizzi le iniziative altrui!

LINK del video della Signora Sgrena che all’estero prigioniera aveva un comportamento molto meno onorevole dei nostri marò. Tanto per non dimenticare….

Jacopo Cioni

Jacopo

Talvolta tacere è più onorevole!
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