GERMANIA. Francoforte, manifestanti attaccano la nuova sede della Bce
di CAlessandro Mauceri
Numerosi manifestanti hanno attaccato negli ultimi giorni con tecniche da guerriglia urbana l’edificio di Francoforte in cui avrà sede la Banca Centrale Europea, in occasione della sua inaugurazione. Fin dalle prime ore della mattina i manifestanti hanno incendiato cassonetti e distrutto diverse auto della polizia, parte delle misure di protezione messe in campo proprio in vista della manifestazione. L’edificio, che è costato oltre 1,2 miliardi di Euro, era già stato protetto circondando l’area con barriere antintrusione e diversi elicotteri della polizia hanno da subito sorvolato la città. Massiccio l’intervento della polizia: i primi scontri, infatti, sono avvenuti nella zona della Alte Oper, ovvero dalla parte opposta della città, ma, nonostante le misure adottate, la manifestazione di protesta contro la Bce e le politiche di austerità europee è degenerata in atti vandalici e in gruppi che hanno sferrato attacchi alle vetrine dei negozi infrangendole o imbrattandole con vernice. Sono almeno sette i poliziotti che sono rimasti feriti negli scontri e un’ottantina è ricorsa a cure mediche in seguito al lancio di liquido corrosivo da parte dei manifestanti.
La polizia ha risposto con getti d’acqua e ha fermato 350 persone, la maggior parte però rilasciate in tarda mattinata.
Il borgomastro di Francoforte, Peter Feldmann, ha attribuito l’azione violenta dei manifestanti ad attivisti provenienti da Berlino, ma anche dalla Grecia e dall’Italia, senza però fornire dati a supporto della sua pesante accusa.
Più diplomatico il commento del presidente della Bce Mario Draghi: “Capisco cosa motiva i manifestanti, ma non offrono una soluzione se vogliono un’Europa più integrata attraverso maggiore solidarietà fra le nazioni”. Draghi ha aggiunto che “È sempre stato chiaro che i Paesi devono essere in grado di stare in piedi da soli, che ognuno è responsabile delle proprie politiche. Il fatto che alcuni abbiano attraversato un aggiustamento difficile è una conseguenza delle loro decisioni passate”.
CAlessandro Mauceri
