Relazione convegno No TTIP

di Massimo Lodi Rizzini

ndr: Qualche giorno fa abbiamo pubblicato questa iniziativa: LINK, questo articolo/relazione di Lodi Rizzini è il resoconto dell’incontro, da leggere.

uranus

Da oltre 20 anni la “globalizzazione” viene da più parti indicata come la nuova strada che renderà ricche e felici terre e popolazioni nel mondo, definendo questa impostazione come una novità, come l’evoluzione migliore dei sistemi precedenti di coesione tra genti in territori definiti.

Ma osservando la storia, ci rendiamo conto che i “vasti territori” che al loro interno erano formati da nazioni e popolazioni diverse e che consentivano il transito libero di merci e capitali, altro non erano che gli imperi, e che gli imperi altro non erano, e sono, che un insieme di un ristretto gruppo di oligarchi che detiene il potere.

In un determinato periodo la formazione degli Stati Sovrani ha tolto potere a questi interessi di pochi, li ha controllati con i confini e con i dazi, con le dogane, con le tariffe e con sistemi più o meno raffinati di credito pubblico, controllato da parlamenti costituiti da rappresentanti eletti dai cittadini.

Il sistema oligarchico alla base dell’impero nasce e si consolida nel momento in cui una minoranza elitaria vuole affermare i propri privilegi contro la maggioranza della popolazione, e questa minoranza esercita il proprio dominio controllando la finanza, i commerci, le produzioni e le materie prime, con leggi e accordi che legittimano questo sopruso, questi saccheggi, queste pratiche che tendono a privare sempre più gente della libertà, della dignità e delle ricchezze del proprio territorio. Come è ben evidente in 40 anni di declino causato dal liberoscambismo in tutto l’occidente, che da produttore di ricchezza fisica si è trasformato in società di consumo a debito, a partire dal 1971.

Al contrario, il principio del sistema repubblicano mira al massimo sviluppo delle capacità creative dei cittadini e nella storia fu per la prima volta codificato da Solone, il saggio legislatore di Atene.

Nella politica dell’Unione Europea questo principio non solo è totalmente assente, ma ogni sua minima manifestazione viene aspramente contrastata con richieste di sempre maggiore cessione di “sovranità” originariamente intesa a difesa del bene comune.

Ricordato le radici storiche dei “trattati” di libero scambio, vediamo adesso cosa questi trattati hanno prodotto la dove già applicati da tempo, ad esempio il trattato di libero scambio NAFTA.

Nel 1994 si creò tra Stati Uniti, Messico e Canada un unico mercato per la libera circolazione di beni e investimenti.

A distanza di vent’anni possiamo dire che l’effetto principale dell’accordo è stato proprio quello di favorire lo spostamento di numerose grandi aziende statunitensi verso il Messico, dove hanno stabilito i loro impianti produttivi nelle regioni più vicine al confine. Si tratta di vasti parchi industriali che sono stati al centro delle polemiche in entrambi i Paesi per via delle condizioni lavorative prossime allo schiavismo.

Gli scambi sono sì aumentati, e di molto. Ma il benessere non ne è seguito.

La perdita dei posti di lavoro produttivi rappresenta un danno per la popolazione, ma qualcuno ne beneficia: per esempio le grandi società che hanno fatto della delocalizzazione uno stile di vita. Pagare i lavoratori italiani costa tanto; adempiere alle normative sulla sicurezza e la salute nei luoghi di lavoro è oneroso. Dunque i profitti aumentano considerevolmente quando si sposta la produzione in Paesi più poveri e meno regolamentati (che esistono anche in Europa). Inoltre i negoziati sul TTIP e accordi simili mirano a rimuovere delle barriere che per alcuni impediscono di fare profitti, ma per altri tutelano la specificità e le caratteristiche nazionali.

Occorre chiedersi però chi trarrà più beneficio dall’armonizzazione delle regole e dalla riduzione delle barriere: approfittare del mercato più libero sarà senz’altro più facile per le grandi multinazionali.

Quei Paesi in cui sono diffuse le imprese più piccole, meno capitalizzate, e con costi di lavoro più alti si troveranno invece in difficoltà a competere nel nuovo contesto.

Gli accordi di questo tipo non mirano a tutelare le diversità, ma piuttosto ad agevolare la penetrazione dei mercati da parte di grandi produttori, che non a caso sono coinvolti nei negoziati con i loro rappresentanti.

La “Nato economica” Il fattore forse più importante nella spinta a siglare il nuovo accordo tra l’Europa e gli Stati Uniti non è di natura strettamente economica, ma geopolitica. Infatti il TTIP viene visto come un tassello fondamentale per rafforzare l’alleanza strategica transatlantica.

Perchè le multinazionali occidentali vedono con preoccupazione l’avanzata economica e strategica dei BRICS, la temono perchè i BRICS sono una alleanza tra Stati Sovrani interessati a collaborare in base ad accordi che tengano presente il rispetto comune e il vantaggio dell’altro.

In altre parole, delle intese tra le nazioni sovrane con l’obbiettivo che ciascuna di esse si sviluppi appieno considerando come proprio interesse lo sviluppo degli altri e viceversa.

I BRICS collaborano tra di loro, il liberoscambismo invece ci porta a “competere” gli uni contro gli altri, un atteggiamento che in natura è tipico degli animali, mentre gli esseri umani possono e devono collaborare nel reciproco rispetto e interesse.

E poco importa a chi “compete” se l’umanità soffre a causa di queste conseguenze che spingono tutto verso il basso, dai salari, ai diritti, alla qualità, alla giustizia, alla libertà, tutto tranne che i guadagni di pochi.

Alla luce di quanto sopra è vitale rifiutare il trattato TTIP in difesa della civiltà, della dignità umana, dell’economia e del principio repubblicano che naturalmente tutela l’interesse dei più e lo difende dagli attacchi speculativi di chi si arroga il diritto di controllare merci, servizi, produzione e popoli.

Massimo Lodi Rizzini

massimo lodi rizzini 2

Relazione convegno No TTIP
Tag:             

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.