Umanità dove sei?

Di Antonella Policastrese

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Tutto ciò che eravamo. Tutto ciò che abbiamo perso.  E’ una vera debacle. Diritti, annientati , indifferenza, tribalismo delle idee. In poche parole, il nostro saper suonare il mandolino e mangiare gli spaghetti apparterrà  ben presto al libro delle fiabe, poichè siamo destinati a scomparire. Mi riferisco all’invasione che stiamo subendo, come se fosse normale introitare l’Africa e mezza Asia in un territorio grande quanto un villaggio, se pensiamo alle proporzioni di superficie dei due continenti. Per non parlare di immagini che scorrono, in contrasto con i commenti di tanti giornalisti, dove si vede una marea umana infoiata, arrabbiata, con sulle spalle vecchi e disabili al seguito. Insomma popoli che hanno deciso di insediarsi dalle nostre parti per colonizzarci attraverso i loro usi e costumi, creando di conseguenza società parallele con etnie piccole, come in questo caso la nostra, tendente a scomparire.

Ma in questo panorama di guerra tra alieni, fa pensare cosa siamo diventate noi donne. Abbiamo perso in poco tempo identità ,icone di un conformismo da far rabbrividire lo stesso Moravia o un Giorgio Gaber. Ci siamo assuefatte alla logica di mercato e prive di sentimenti, passioni, desideri, non siamo in grado di determinare un bel niente.
In compenso siamo diventate sostenitrici di una nuova teoria d’oltre oceano e ci siamo scoperte paladine di diritti, che a mio avviso ci sminuiscono come donne e soggetti in grado di dare la vita.
In poche parole, non è il fatto di scegliersi una partners sessuale a far rizzare i capelli, bensì il discorso di prestare il proprio grembo, e trasformarlo in  deposito di tanti spermatozoi, provenienti chissà da dove, forse anche da un pianeta alieno.
Un egoismo quasi calcolato, presentato come innovazione,  cambiamento,  ma che alimenta il brutto e la barbarie. Si dice che anche l’occhio vuole la sua parte.  Vedere due uomini con un abito bianco, o due donne entrambe con l’abito bianco  dà il senso di una gran carnevalata presentata come normalità; si aggiunge poi la buffonata quando si decide  di avere figli in provetta. Non più un atto d’amore , ma un qualcosa di programmato , un atto che si consuma tra camici bianchi e vetrini; sacrificati all’attesa o allo stupore, in quanto tutto è programmato e nulla lasciato al caso.
Barbarie, costruzione di un mondo rovesciato dominato dall’indifferenza, fino ad arrivare al punto che  se un’ anziana  donna rimane chiusa in casa per due anni morta, i vicini sigillano la porta di casa, per tamponare  il puzzo di cadavere.
E poi ci parlano di accoglienza, ci raccontano storie strappalacrime,  in una TV con notizie dedicate solo a questo.
Un controsenso. Non abbiamo più un cuore. Siamo alieni che abitano una terra che ben presto sarà stravolta, non più  a misura d’uomo. L’umanità ci ha abbandonato. La bellezza non abita più da queste parti.
Antonella Policastrese
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Umanità dove sei?

Un pensiero su “Umanità dove sei?

  • 21 Settembre 2015 alle 21:26
    Permalink

    L altro giorno ho risposto ad una donna che su facebook parlava di sentimenti.
    Nn potete immaginare, data la mia età sentire parlare di amore nascite, scelte, romanticismo, grembo materno, che grande sorpresa, che grande interesse e gioia.
    Allora ,mi sono detta, esiste qualcosa,e qualcuno che sente questo qualcosa. Io sono fortemente in crisi per questo mondo che va alla deriva e soprattutto cambia, per me, in peggio, e sono ‘purtroppo’ ancora giovane dentro, piena di vecchi entusiasmi di quella bellezza della quale anche lei è entusiasta. Alleamoci forse potremo avete ,in tanto buio, qualche raggio di luce. Grazie di avere scritto questo

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