La rivelazione di Wikileaks: l’Unione europea prepara l’attacco alla Libia. La Sicilia sarà in prima fila?

di C. Alessandro Mauceri

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F35Il sito di Julian Assange, Wikileaks, ha diffuso un documento che illustra i risultati di una recente riunione dei ministri della Difesa dei Paesi dell’Unione europea. Si parla espressamente di un attacco alla Libia non soltanto per distruggere i barconi, ma anche “infrastrutture civili”

(Questo il LINK al documento, ndr)

Nelle scorse settimane sono circolate voci circa un possibile intervento militare in Libia. In molti hanno avanzato proposte ridicole per risolvere il problema dei flussi di migranti e della gestione dei disperati che arrivano sulle coste italiane. Poi, Federica Mogherini, alto rappresentante dell’Unione europea per gli affari esteri e per la sicurezza, ha riferito, non senza un certo orgoglio, del risultato ottenuto: ripartire i migranti secondo “quote” in alcuni Paesi europei.

Due cose, però, entrambe molto importanti, non sono  state dette. La prima è che, se è vero che si è parlato di un “possibile” accordo per ospitare i migranti in diversi Paesi europei, è anche vero che il documento parla di “richiedenti asilo” eritrei e siriani. Secondo i dati diffusi dall’UNHCR, l’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, a richiedere asilo sono in molti, ma ad ottenere questo riconoscimento è una minima percentuale dei migranti.

Giusto per capire di che numeri si parla, secondo gli ultimi dati ufficiali disponibili, a sbarcare sulle coste italiane sono state circa 157 mila  persone. Di queste, solo poco più di trentamila (dati del Viminale relativi al 2013/2014) hanno richiesto qualche tipo di “protezione internazionale”. E, di questi, a poco più di 3.000 è stato concesso l’asilo politico. I “richiedenti asilo” che arrivano nei centri di accoglienza italiani e che potrebbero essere suddivisi nei vari Paesi europei sarebbero una parte infinitesima di quelli che sbarcano in Italia. Tutti gli altri resterebbero in Italia e continuerebbero ad essere semplici “immigrati clandestini”, come hanno fatto fino ad ora.

(Vi invito a leggere o rileggere l’articolo di ieri sempre di Alessandro: LINK, ndr)

assangeMa non basta. In questi giorni sul sito di Julian Assange, Wikileaks, è stato diffuso un documento, relativo ad una riunione dei ministri della Difesa dei Paesi dell’Unione europea, svoltasi l’11 maggio scorso a Bruxelles. In questo documento si legge che “l’Unione Europea schiererà la forza militare contro infrastrutture civili in Libia per fermare il flusso di migranti. Dati i passati attacchi in Libia da parte di vari Paesi europei appartenenti alla Nato e date le provate riserve di petrolio della Libia, il piano può portare ad altro impegno militare in Libia”.

Un intervento militare in piena regola di cui, però, nessuno ha parlato e che nessuno ha approvato: né nei vari Paesi dell’Unione, né in Commissione europea, né al Parlamento europeo. Una scelta che, secondo il documento, sarebbe giustificata dalla “potenziale presenza di forze ostili, estremisti o terroristi quali quelli dell’Isis, e la minaccia posta dalla sola gestione di grandi numeri di migranti”.

Libia“Un’operazione militare di (almeno) un anno contro le reti e le infrastrutture di trasporto dei profughi nel Mediterraneo, comprendente la distruzione di imbarcazioni ancorate e di operazioni dentro i confini territoriali libici”. Nel documento si parla anche di una prima fase che dovrebbe portare a “una sufficiente comprensione dei modelli di business di traffico degli esseri umani, dei finanziamenti, delle rotte, dei punti di imbarco, delle capacità e delle identità, in modo che le operazioni di interdizione possano avere inizio con la più alta probabilità di successo e il minimo rischio”.

“L’EUMC [il Comitato Militare dell’Unione Europea, n.d.r.] riconosce che non c’è abbastanza tempo per sviluppare ed ottenere l’approvazione del Consiglio di opzioni militari strategiche. Pertanto, l’EUMC determina che un robusto IMD è necessaria per affrontare ulteriormente le questioni individuate nel presente parere militare”.

E mentre in Italia i vari leader di partito giocavano a fare previsioni sui metodi di intervento, a Bruxelles c’era chi, senza dire una sola parola, aveva già pensato a cosa fare e a come farlo e aveva deciso l’adozione di “regole di ingaggio robuste e riconosciute”, in particolare per “la neutralizzazione delle navi e dei beni dei trafficanti”, ma anche per situazioni specifiche quali il soccorso di ostaggi e la detenzione temporanea di quanti rappresentano una minaccia alla missione o sono sospettati di crimini.

disinformazioneAncora più sconvolgente è che il documento sottoscritto a Bruxelles prevede anche una strategia da adottare nel campo dell’informazione, dato “il rischio per la reputazione dell’Ue in caso di qualsiasi trasgressione percepita dall’opinione pubblica a causa di eventuali incomprensioni riguardanti compiti e obiettivi” della missione, o nel caso di eventuali “perdite di vite umane attribuite, correttamente o meno, all’intervento o all’inazione della forza europea” (punti 38 e 39 del documento).

Nei giorni scorsi, a Bruxelles, qualcuno ha deciso di scendere in guerra (come al solito, chiamarla azione di pace o forza di polizia internazionale, non cambia l’essenza delle cose) senza che ciò sia stato deciso né dagli organi politici preposti  né tanto meno dagli europei… Sempre che, ovviamente, i documenti resi pubblici da Assange siano autentici (ma finora nessuno ha pubblicato alcuna smentita)…

Da qui una domanda: in questa possibile guerra che ruolo dovrebbe giocare la Sicilia? Sarà in prima fila con le proprie basi militari – e i propri aeroporti civili – come avvenuto con la guerra che ha portato all’eliminazione di Gheddafi?

C. Alessandro Mauceri

CAlessandro Mauceri

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