La rubrica Balasso 023

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“Ego te autorizzo a far quel cazzo che vuoi coi miei scripti, cum publicatione sul tuo sito, basta che scrivi che son miei” Firmato Balasso

natalino balasso

C’è un divertente racconto di Achille Campanile che illustra un Beethoven ormai sordo il quale si reca ad un concerto in cui si suonano musiche da lui composte. Al termine del concerto, il maestro è contrariato e deluso e sbotta: “Io ho composto allegri ballabili e il pubblico, invece di ridere e ballare, rimane seduto ad ascoltare con funerea serietà”.
È quel che mi ha fatto venire in mente la sequela di dichiarazioni in occasione della cittadinanza onoraria a Paolo Sorrentino da parte dell’amministrazione durante la perenne campagna elettorale di questo paese. Se dopo che il regista ha raccontato una civiltà marcia e avvitata su se stessa, utilizzando la città di Roma come paradigma di un’umanità alla deriva, si riescono a trovare queste parole: «Fare Paolo Sorrentino cittadino onorario è un omaggio a chi ha fatto della nostra città la sua città e l’ha voluta raccontare al mondo intero. Il suo film è per Roma, per l’Italia e per tutte le persone che amano il cinema un prezioso ed indimenticabile regalo», vuol dire che non c’è speranza per chi vuole leggere la realtà in maniera critica attraverso la propria arte.
Uno degli episodi della bella serie televisiva scandinava intitolata The Spiral, racconta di un artista che organizza una performance per attaccare il business dell’arte, gli artisti prezzolati e il commercio fine a se stesso delle idee artistiche. Durante la performance, all’interno di un importante museo, il pubblico viene inondato di banconote false. La performance fa molto scalpore e, dopo qualche tempo, quelle banconote sono raccolte da mercanti d’arte, vendute a caro prezzo e molto richieste: è difficile contrastare i meccanismi e i riflessi condizionati che fanno parte del nostro bagaglio di civiltà, perché spesso la vanità, l’interesse spicciolo e l’avidità prendono il sopravvento sulle intenzioni comunicative.
È lecito rallegrarsi della vittoria di un oscar, ma dare queste motivazioni per la cittadinanza onoraria sarebbe come fare Matt Groening cittadino onorario di Springfield per aver raccontato quella città al mondo; e magari consegnargli le chiavi della centrale nucleare.

La rubrica Balasso 023

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