La vera rivoluzione si chiama “Trasformazione”

di Giuseppe Maiorano

Oggi voglio condividere con tutti voi una mia personale riflessione, fuori dai luoghi comuni a cui siamo abituati. Ho preparato diverse modalità di comunicazione affinché ciascuno possa scegliere la propria. Vi propongo di dedicare circa dieci minuti del vostro tempo ad alcune considerazioni che potrebbero trasformare il nostro modo di vedere il mondo intorno a noi, dove ciascuno potrà diventare protagonista, per esempio facendo proprie le idee riportate ed impegnandosi semplicemente a condividerle con tutte le persone che ama.

Buona lettura…

MaioranoDa più parti percepisco venti di rabbia, vendetta, odio, violenza contro qualcuno al quale dovremmo invece inchinarci, per la prima volta nella storia, ringraziandolo per averci fatto render conto dell’assurdo e incredibile sistema sociale che abbiamo scelto. Sì, lo abbiamo scelto proprio noi, con la nostra ignoranza e la nostra volontaria persistenza in questo stato di cose. Ribellarci o contestare, in questo momento, significa, ancora una volta, ammettere il nostro stato di schiavi che si ribellano al padrone, il quale si sentirà autorizzato a bastonarci senza scrupoli, in quanto suoi schiavi.

Ricordiamoci che il nostro diritto nasce dalla consuetudine e in quanto tale abbiamo la facoltà di rendere desueto tutto ciò che non ci piace affatto, utilizzando semplicemente nuovi modelli sociali più idonei alle nostre necessità. Rimuoviamo, una volta per tutte, la credenza secondo la quale la ribellione ci dà potere. Immaginiamo di rigettare definitivamente, dentro di noi, lo strumento attraverso il quale accettiamo lo stato di schiavitù, canalizzando nella stessa direzione le nostre forze creative. In questo modo dimostreremo che è possibile qualcosa di nuovo e che possiamo fare a meno per sempre del vecchio.

Non si tratta, dunque, di gettar via quella forma perversa di energia, che chiamiamo denaro, ma semplicemente di utilizzarla al meglio verso una nuova direzione che dimostri, una volta per tutte, che possiamo farne a meno. L’effetto che otterremmo sarebbe più impressionante di uno tsunami. La sua onda di consapevolezza attraverserebbe, in pochi mesi, tutta la nostra Terra, rinnovandola completamente. Restituiremmo così all’Umanità la dignità che deriva dalla propria consapevolezza di esseri nati liberi, ma incatenati dai nostri stessi genitori che, inconsapevolmente, hanno ricevuto lo stesso trattamento dai loro genitori e così via, per moltissime generazioni.

La nostra Era è tra le più straordinarie in assoluto, poiché, grazie alle tecnologie che abbiamo a disposizione, possiamo finalmente fare a meno del lavoro, così come lo abbiamo sempre concepito, per semplice consuetudine. Se ci pensiamo bene noi tutti crediamo ancora, ingenuamente, che il lavoro e soprattutto il profitto, siano necessari per sostenere la nostra esistenza attraverso il denaro che ne deriva. Il profitto, in realtà, serve a mantenerci in continua contrapposizione, l’uno contro l’altro, nel tentativo di togliere al prossimo ciò che manca a noi. Molte volte usiamo mezzi onorevoli ma molte altre volte questi mezzi sono disonorevoli poiché ciò che conta è che, nello scambio tra le parti, qualcuno ci guadagni e qualcun altro ci rimetta, illudendosi di aver guadagnato anch’egli.

Per comprendere più praticamente le mie riflessioni, a proposito del diritto che è già nelle nostre mani, abbiamo necessità di comprendere prima che è una vera utopia chiedere di restituircelo a chi ce lo ha tolto. Se costruiamo, invece, un nuovo sistema di vita collettiva, dove l’unico parametro che riconosciamo valido per misurare la nostra evoluzione è la nostra felicità, inevitabilmente il vecchio sistema crollerà per desuetudine e quindi per obsolescenza.

Se rendiamo visibili i nostri risultati al mondo intero e ci impegniamo a diffonderli, la trasformazione che cerchiamo da tempo diverrà irrefrenabile. L’esperimento delle 100 scimmie ci racconta, inoltre, che la gran parte dell’impegno di diffusione avverrà tramite la nostra coscienza collettiva della quale pochissimi conoscono ancora le enormi potenzialità nel bene e nel male, facilitandoci il nostro compito in maniera impressionante.

Thomas SankaráQualcuno ci ha provato nel passato (Thomas Sankará – Burkina Faso) e gli è stata tolta la vita poiché ha fatto davvero paura a coloro che continuano a controllare le sorti del mondo, grazie proprio alla nostra arrogante ignoranza. Questa è la fine che fanno spesso i veri eroi, che sono quelli che si oppongono al mondo che li rende schiavi per risvegliare le nostre Coscienze e il nostro vero potere.

Ciascuno di noi ha bisogno di comprendere, definitivamente, che delegare ad un leader la responsabilità della nostra vita significa rinunciare alla propria, nel momento in cui, coloro che vogliamo allontanare riescono ad abbattere proprio quel leader. È grazie a questa nuova consapevolezza che è arrivato il momento di accettare, quindi, che gli unici veri leader a cui possiamo affidare la nostra vita siamo noi stessi.

Potrei raccontarvi ancora tanto sull’importanza della nostra crescita personale, lontano dagli schemi a cui siamo abituati, ma uscirei fuori dall’obiettivo di questa mia riflessione. Intanto, ciò che ci viene prospettato, molto probabilmente organizzato sapientemente da forze esterne al nostro Paese, può essere sintetizzato in una sola frase: “Fermiamo l’Italia per mandarli a casa e far capire che meritiamo altro”.

Immaginiamo, invece, una volta tanto, uno scenario decisamente alternativo. In quei giorni in cui ci proponevamo di fermarci, facciamo in modo che ciascuno di noi lavori ancor di più per guadagnare il più possibile. Chi non ha ancora un lavoro o non può produrre reddito, per esempio per mancanza di clienti, dichiari di voler offrire il proprio impegno e le proprie competenze per almeno un giorno intero della sua vita. Così sarà possibile dimostrare ovunque che si può fare a meno del denaro, del profitto e del lavoro.

Insegnanti, formatori, comunicatori, giornalisti, blogger, politici e religiosi sensibili, si impegnino, invece, a diffondere questo messaggio, considerandolo proprio, senza mai citare la fonte primaria dello stesso, affinché appaia come acquisita consapevolezza semplicemente da diffondere il più possibile.

Risultato?

Ipotizziamo solo 60.000 “lavoratori” (1 su ogni 1.000 abitanti) che pacificamente raccolgano il messaggio e ne facciano tesoro individualmente per un solo giorno. Contestualmente immaginiamo che altre 60.000 persone si impegnino nell’offrire le proprie competenze o la propria semplice disponibilità di 8 ore per realizzare un progetto attraverso il quale dimostrare che si può vivere felicemente, anche senza chiedere a nessuno il permesso di essere più felici. Infine, presumiamo che altre 60.000 persone dichiarino la propria volontà di mettere a disposizione macchine, elettrodomestici, materiali, oggetti ancora in buono stato, anche se di seconda o terza mano.

Alla fine di quella sola giornata, contabilizzando il risultato ottenuto grazie a coloro che hanno veramente compreso come possono contribuire a cambiare le cose, avremo raccolto circa:

– 3.000.000 di euro;

– altri 3.000.000 di euro equivalenti in oggetti e macchinari utili a qualcuno;

– 480.000 ore di “impegno operativo” sociale a nostra disposizione.

A questo punto riorganizziamo attentamente queste enormi risorse, che altrimenti sarebbero state gettate via, attraverso una pressocché inutile, se non addirittura autolesionistica, contestazione. Puntiamo, quindi, alla rapida realizzazione di almeno 3 nuove comunità reticolari all’interno delle quali prevedere il quasi totale azzeramento dei bisogni di base tradizionali (per esempio prendendo spunto dal sito www.cyberidea.it in cui è riportato dettagliatamente il progetto Cyber Island, noto anche come “isola del risveglio e della felicità”).

Le nuove realtà sociali proposte nel sito prevedono la loro realizzazione unitaria anche in luoghi diversi, e sono progettate per essere abitate da almeno 30 persone ciascuna. Un’intelligente selezione dei residenti, consentirà di condividere pacificamente i doni ricevuti, ottenendo il massimo della soddisfazione individuale (felicità). E’ prevista anche la conservazione della propria casa, affinchè ognuno possa soddisfare i propri bisogni secondo le sue più profonde aspirazioni. In questo modo la gran parte dei disagi sociali dovuti al denaro e al lavoro, per almeno un centinaio di persone, sarebbero immediatamente risolti, offrendo, inoltre, un esempio concreto di come è possibile vivere in un nuovo paradigma sociale nel quale la schiavitù del mondo restante risulterà finalmente palese.

In un solo giorno avremmo dato avvio ad un sistema senza precedenti. Un sistema virale positivo, in grado di generare quell’onda d’urto utile a sbaragliare tutte le FALSE credenze acquisite fino ad oggi.

Avremo così dimostrato che un mondo migliore è già possibile ORA, senza affidare la nostra vita ai politicanti o ai leader di turno e senza perdere tempo ed energie cercando inutilmente di combatterli. A questo proposito suggerisco vivamente di visionare su youtube il video di Giuliana Conforto dal titolo “La ribellione rinforza il potere“.

Questo significa voler cambiare le cose e soprattutto l’esperimento riuscito spingerà all’emulazione milioni di persone che vorranno ottenere gli stessi risultati, operando proprio quella trasformazione interiore, desiderata da tutti e dai risultati irreversibili.

Giuseppe Maiorano

Giuseppe Maiorano

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