MARATRIX: Figli di Taide e Interminelli.
di Giovanni Marano
Seppur con guisa forbita e costumata
il Sommo noma chi l’ano altrui venera e lecca,
assai più sucida e miasmatica è la bolgia in cui li ficca.
Nelle merde fino al capo sprofondano i lecchini,
in compagnia delle puttane e dell’omoni meschini.
O anime vigliacche che dello vizio osceno mai foste fiacche,
attraversando ere giugnete sino a noi,
carchi d’una colpa disgustosa,
percorrendo strada buia e sotto al piè tanto merdosa.
La vostra soma è sterco e lo cammino vostro sporco.
Passo lento e lingua lesta, il vostro affanno l’aria appesta,
arrancando come muli; voi che ieri adulator…
ed oggi solo leccaculi!
Giovanni Marano