Vergogna nel carcere di Frosinone- lettera di Vincenzo Longobardi

carcer

di Alfredo Cosco

Questa lettera mi è giunta nell’ambito del blog “Le Urla dal silenzio” (https://urladalsilenzio.wordpress.com/), blog che gestisco insieme ad un altra persona e che raccoglie denunce, testimonianze, racconti, poesie, e materiale di ogni genere proveniente dalle carceri di mezza Italia.

Di seguito la lettera di Vincenzo Longobardi, preceduta delle parole di premessa con cui l’ho accompagnata su Le Urla dal Silenzio.

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Quando ti arriva una lettera come questa, sorge in te una forma di indignazione.

Sono lettere del genere che ti rimettono in contatto sul ventre molle di quella  quotidianità carceraria dove violare un diritto è prassi. In senso più ampio è prassi non trattare da essere umano un essere umano.

Vincenzo Longobardi è detenuto a Frosinone. Soffre di varie problematiche di salute, alcune particolarmente drammatiche. Come il fatto di soffrire di una patologia che non gli consente di vedere con l’occhio sinistro, e gli sta dando problemi anche all’occhio destro; e su questo avrebbe bisogno di un intervento. Oppure i problemi che ha alla spina dorsale; che è un punto molto delicato, dove non si dovrebbero fare passare anni senza fare nulla. E poi, l’imbottimento di psicofarmaci; cosa purtroppo diffusissima nelle carceri. E tanti dolori affrontati solo con antidolorifici

Questi sono gli aspetti più gravi di questa lettera, perché riguardano la concreta situazione di salute di Vincenzo e l’azione omissiva o attivamente dannosa del carcere .

Ma la lettera continua, indicando, se tutto fosse confermato, un mondo plumbeo.

Io non so se il nuovo dentista che viene a lavorare nel carcere sia effettivamente una persona che lavorava nello studio del dirigente sanitario; ovvero non so se nel carcere di certi posti sono distribuiti con la logica dei favoritismi e degli intrallazzi. Se così fosse sarebbe grave. Ma ancora più repellente sarebbe se fosse vero che, citando Vincenzo  “Non cura un dente, fa solo ricette a gogo, firmate dal dirigente fa solo estrazioni se ti va bene per rifare un’altra ricetta alla prossima visita”.

E poi, Vincenzo continua con la descrizione di un triste mondo di quotidiano burocratismo carcerario..

Prima di lasciarvi alla lettera di Vincenzo Longobardi, voglio dire a chiunque legge che ci interesseremo del suo caso di salute. All’ennesima vergogna di una persona lasciata in condizioni estreme –con problemi alla vista, alla spina dorsale ecc- e imbottita di farmaci e psicofarmaci. Segnalaremo la questione e diciamo, fin da ora, che, per quanto accadrà a Vincenzo Longobardi nel futuro –ci sono casi di suicidi o di morti per esplosione di problematiche di salute, in casi come il suo- considereremo responsabile il carcere di Frosinone, chi lo amministra e il personale medico, a partire dal Dirigente Sanitario. Testimonieremo, in ogni sede, che Vincenzo denunciava queste cose. 

Vi lascio alla lettera di Vincenzo Longobardi. 

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Il sottoscritto Longobardi Vincenzo, nato a Napoli il 4 gennaio 1970, attualmente sono detenuto in questo carcere (Frosinone, n.d.r.) dal 05/12/2008. So ed ho vissuto fatti e misfatti che succedono da anni.

[…]

Ho varie patologie ed avrei bisogno di cure di un centro clinico. Ve ne cito alcune. Tali patologie sono tutte scritte nel diario clinico.

Soffro di apnea notturna; ho bisogno di un intervento all’occhio sinistro che non vedo; tale patologia mi sta danneggiando anche quello destro; problema alla colonna vertebrale, 2 3 4 5. dicono da anni che ho bisogno di un intervento. Sono seguito da psicologi, psichiatra che raccontano le solite cose aumentandomi solo di psicofarmaci. In concreto mi stanno rovinando solo di più. Per i dolori che mi comportano le patologie mi somministrano solo iniezioni di anti dolorifici, toradol. Ho problemi anche d’udito.

Veniamo al reparto infermeria.

Il dirigente sanitario, prima di tale mansione, svolgeva da dentista con studio anche all’esterno. Preso il posto di dirigente, viene un bravo dentista figlio di un’infermiera che lavora qui. Questo viene mandato via, non si conoscono le vere ragioni ma le cose si sentono. Chi viene come dentista? Colui che lavorava nello stesso studio del dirigente sanitario (si vociferava tra gli addetti soci). Non cura un dente, fa solo ricette a gogo, firmate dal dirigente fa solo estrazioni se ti va bene per rifare un’altra ricetta alla prossima visita. L’infermeria è come se fosse un mercatino rionale. Nel mentre parli col dirigente nemmeno ti sente perché sta giocando con qualche guardia di altre cose. Basta che ti fa quel sorriso di venditore di mercato che sei forte come un leone, ma tale razza non sta finendo in via di estinzione? Eppure c’è chi li sta proteggendo; a noi detenuti, chi ci protegge? Fogli di cartelle cliniche che scompaiono, altre che trovi nella tua che nemmeno sai. Mi domando e chiedo: chi controlla tutto questo?

Non ti danno copie della propria patologia, anche se c’è l’autorizzazione del magistrato, perché tutto questo? Siamo anche noi esseri umani, anche se abbiamo sbagliato. I medicinali non ci sono, chi è più fortunato riesce a comprarseli, molte volte te le devi far comprare da qualche compagno. C’è qualche dottore che ha bisogno di essere curato perché è in servizio? Forse per la pensione? Gli infermieri, se gli chiedi una bustina di aulin, ti rispondono “domani vai dal dirigente sanitario”. Il dolore ce l’ho stasera, viene domani il sanitario che dirige!

Adesso andiamo alla parte del funzionamento dell’istituto. Se chiedi una posizione giuridica non ripeterlo la seconda volta, molti del personale penitenziario sono arroganti, chi fa il proprio dovere viene chiamato accomosciato. Tutti sono capi, ma il commissario e il direttore sanno queste cose? Se fai un’istanza alla sorveglianza (giudice intendo) le risposte forse te le danno quando sei fuori. No di testa, libero. Questo carcere ha un padiglione nuovo e finito, non va in funzione perché sta sotto inchiesta.

Prego i signori cui sto scrivendo che mettano a conoscenza i radicali, il garante dei detenuti, le procure di competenza, il DAP, i media. Non è possibile, aiutateci.

Il ministero sa tutto questo sta a pochi chilometri da qui!

Alfredo Cosco 2

Vergogna nel carcere di Frosinone- lettera di Vincenzo Longobardi
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Un pensiero su “Vergogna nel carcere di Frosinone- lettera di Vincenzo Longobardi

  • 27 Febbraio 2015 alle 12:46
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    Quanto vale una testimonianza de relato? Interessante: Fatelo sapere ai radicali! Vincenzo Longobardi, non è a conoscenza della notizia che venne fuori alcuni anni fa, della richiesta di Pannella all’ex cav. di 50 MLD di lire per i suoi voti? Comunque sono disponibile per una eventuale petizione.

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