STORIA DELLA DELLA FEDERAL RESERVE

parte 1

parte 2

Parte 3

Parte 4

Parte 5

Parte 6

di Alessandro Trinca

Rockefeller  Morgan  Waburg   RothschildCon l’inizio del nuovo secolo, per i grandi poteri finanziari era giunto il momento di tornare ad occuparsi del problema di una nuova banca centrale privata per l’America. Nel corso dei primi del ‘900 le famiglie più influenti nel mondo bancario e degli affari erano i Rockefeller, i Morgan, i Waburg e i Rothschild e furono proprio queste ad esercitare le pressioni necessarie per favorire una legge che consentisse nuovamente di creare una banca centrale sotto il loro controllo.

Poiché la popolazione era ancora stanca e provata dai precedenti periodi di recessione economica e in America circolavano ancora molti sostenitori dei Greenbacks di Lincoln, i banchieri sapevano bene che non sarebbe stato semplice far accettare un’istituzione che governasse la politica monetaria del paese. Fu così che decisero ancora una volta di ricorrere alla strategia del panico e del terrore per colpire al cuore l’opinione pubblica. Furono uomini come J. P. Morgan a guidare la carica: egli, infatti, si servì della sua enorme influenza per diffondere voci incontrollate circa l’imminente fallimento di una delle principali banche di New York e questo generò un tale panico da far precipitare migliaia di persone agli sportelli per ritirare il proprio denaro, che, in virtù del meccanismo basato sulla riserva frazionaria, ovviamente non era presente nelle casse degli istituti. Questo costrinse molte banche a richiedere tempestivamente i prestiti concessi, obbligando moltissime persone a svendere le proprietà in loro possesso per rientrare dei debiti, gettando il paese in una gravissima spirale recessiva. Pochi anni dopo, Fredrik Allen, giornalista del settimanale Life Magazine, scrisse: “Gli interessi di Morgan hanno avuto la meglio nel far precipitare verso il panico nel 1907, guidandolo perspicacemente proprio mentre cresceva.” – Fredrik Allen, Life Magazine – cfr. “American Serfdom Vs. Eternal Vigilance Is the Price of Liberty”, di Bridger Daquan, ed. Trafford Publishing 2009, p. 114.

Dopo il panico del 1907, il Governo provvide a costituire una commissione d’inchiesta per far luce sull’accaduto, guidata Nelson Aldrich. Quest’ultimo aveva stretti legami con il modo della finanza e, qualche anno più tardi, divenne addirittura un membro della famiglia Rockefeller, facendo contrarre a sua figlia il più classico dei matrimoni di interesse con John D. Rockefeller Junior, con il quale ebbe cinque figli: John, Nelson (che sarebbe diventato vice presidente nel 1974), Lawrence, Winthrop e David, capo del Consiglio per le Relazioni Estere ed ex presidente della Chase-Manhattan Bank.

La commissione, al termine dei suoi lavori, naturalmente raccomandò l’istituzione di una banca centrale affinché potesse vigilare sul sistema e far sì che episodi come quello del 1907 non si verificassero più.

Fu così che la sera del 22 novembre 1910, alcuni dei più facoltosi e potenti uomini d’America salirono sulla carrozza privata del senatore Aldrich e, in gran segreto, si diressero sull’isola di Jekyll, al largo delle coste della Georgia, presso una delle proprietà dei Morgan.

Con il gruppo giunse anche Paul Warburg, il quale aveva ricevuto un compenso di 500.000 dollari all’anno dalla società di investimenti Kuhn Loeb & Co. perché facesse pressioni per l’approvazione di una banca centrale americana di proprietà privata. Il socio di Warburg in questa società era un tale di nome Jacob Schiff, nipote dell’uomo che aveva condiviso assieme ai Rothschild la casa dello Scudo Verde a Francoforte. Queste tre famiglie di banchieri europei (i Rothschild, i Warburg e gli Schiff) nel corso degli anni si erano imparentate grazie a matrimoni, esattamente come le controparti bancarie americane: i Morgan, i Rockefeller e gli Aldrich.

Quindi, i sei uomini che progettarono la costituzione della Federal Reserve Bank furono: Nelson Aldrich (capo della Commissione monetaria nazionale) e Frank Vanderlip, in rappresentanza dell’impero finanziario dei Rockefeller, Henry P. Davison senior, Charles D. Norton e Benjamin Strong, in rappresentanza di J. P. Morgan, e Paul M. Waburg, portavoce dell’omonima famiglia nonché dei Rothschild.

Il riserbo era cosi stretto che a tutti i sette principali partecipanti fu raccomandato di utilizzare soltanto il nome proprio, per evitare che il personale di servizio potesse risalire alla loro identità.

Anni dopo, Frank Vanderlip, presidente della National City Bank di New York e rappresentante della famiglia Rockefeller, confermò il suo viaggio all’isola di Jekyll nell’edizione del 9 febbraio 1935 del Saturday Evening Post: “Fui davvero segreto e furtivo come un cospiratore… sapevamo semplicemente che non dovevamo essere scoperti, altrimenti tutto il nostro tempo e sforzo sarebbero stati sprecati. Se fosse stato reso noto che il nostro insolito gruppo si era riunito e aveva tracciato un disegno di legge sul sistema bancario, quella proposta non avrebbe avuto alcuna possibilità di essere approvata dal Congresso.” – Frank Vanderlip – cfr. “From farm boy to financier”, di Frank Arthur Vanderlip e Boyden Sparkes, ed. D. Appleton-Century Company Incorporated 1935, p. 214.

Lo scopo principale della riunione fu quello di cercare di capire come ritornare ad una banca centrale in mani private. Tuttavia, c’erano anche altri problemi ai quali bisognava porre attenzione. Innanzitutto, stava rapidamente diminuendo la quota di mercato delle grandi banche. Nei primi 10 anni del secolo, il numero delle banche negli Stati Uniti era più che raddoppiato, fino a superare quota 20.000. Dunque, andava fatto qualcosa per acquisire il controllo di queste nuove banche. Come disse John D. Rockefeller “La competizione è peccato.” – John Davison Rockefeller – cfr. “Phoenix Rising: The Rise and Fall of the American Republic”, di Donald G. Lett, ed. AuthorHouse 2008, p. 99.

In secondo luogo, l’economia nazionale era così forte che le società per azioni stavano iniziando a finanziare la propria espansione attraverso i profitti piuttosto che prendere a prestito enormi quantità di denaro dalle grandi banche. Nei primi 10 anni del nuovo secolo, il 70% dei finanziamenti aziendali proveniva dai profitti. In altre parole, l’industria americana stava diventando indipendente dai banchieri e questa tendenza andava fermata.

Tutti i partecipanti sapevano che la soluzione dei loro problemi consisteva nella creazione di una nuova banca centrale, il loro problema più grande era una questione di pubbliche relazioni: il nome della nuova banca. Quella discussione ebbe luogo esattamente nell’albergo oggi noto come il Jekyll Island Club Hotel. Aldrich credeva che la parola banca non dovesse neppure comparire nel nome.

Warburg voleva chiamare il decreto “disegno di legge della National Reserve” oppure “disegno di legge della Federal Reserve”. L’idea era quella di dare l’impressione che lo scopo della nuova banca centrale fosse di fermare le corse agli sportelli, ma anche di celare il suo carattere di monopolio.

Fu così che un gruppo di banchieri, tanto ristretto quanto potente, stilò quello che è passato alla storia con il nome di Federal Reserve Act. La nuova banca centrale sarebbe stata molto simile alla vecchia Banca degli Stati Uniti. Avrebbe ricevuto il monopolio sulla valuta degli Stati Uniti e avrebbe creato tale denaro dal nulla.

Tra i principali oppositori di questo malefico progetto vi erano Benjamin Guggenheim, Isa Strauss e John Jacob, tre fra gli uomini più ricchi del mondo che, a differenza di molti appartenenti al loro ceto sociale, avevano la convinta e dichiarata intenzione di fare tutto ciò in loro potere per opporsi alla creazione del Federal Reserve System e avevano i mezzi necessari per rendere quanto meno irto di ostacoli il percorso tracciato a Jekyll Island.

Per eliminare anche questo difficilissimo ostacolo, i banchieri si ispirarono ad un romanzo scritto da Morgan Robertson nel 1898, intitolato originariamente “Futility” e rinominato prima della pubblicazione in “The wreck of Titan”: la storia, immaginaria, narra dell’affondamento del più grande e maestoso transatlantico mai costruito a seguito dello scontro con un iceberg, con la conseguente morte della maggior parte dei passeggeri, eccezion fatta per i pochi fortunati che riuscirono a rifugiarsi nelle volutamente poche scialuppe a loro destinate.

Ebbene, nel 1902 J. P. Morgan decise di acquistare la White Star Lines, società che il 31 marzo 1909 iniziò la costruzione dell’imbarcazione più grande e sfarzosa di tutti i tempi: il Titanic. Quando il 10 aprile 1912 la nave salpò per il suo viaggio inaugurale, tra i passeggeri di prima classe c’erano proprio Guggenheim, Strauss e Jacob. Il capitano Edward Smith, il più esperto del mondo nella navigazione in acque polari con i suoi 26 anni di esperienza tra i mari del Nord Atlantico, la notte tra il 14 e il 15 aprile, decise deliberatamente di spingere il Titanic ad una velocità spropositata, conducendolo allo schianto fatale così come gli era stato espressamente ordinato prima della partenza. Come nella nave del romanzo, anche il Titanic fu volutamente dotato di poche scialuppe di salvataggio; inutile dire che tra i pochi passeggeri di prima classe che persero la vita in quella tragica notte c’erano i tre oppositori alla creazione della Federal Reserve.

Federal Reserve ActCon la strada ormai spianata, la nuova legge fu consegnata nelle mani del rappresentante politico del gruppo di banchieri riunitosi sull’isola di Jekyll, il senatore Nelson Aldrich, affinché si adoperasse per farla approvare dal Congresso. Nel 1913, Woodrow Wilson, che aveva già acconsentito all’approvazione del Federal Reserve Act, fu eletto presidente grazie all’appoggio e al sostegno politico e finanziario dei banchieri. Quindi, il 27 dicembre del 1913, quando la maggior parte dei membri del Congresso era assente per le festività natalizie, il Federal Reserve Act venne messo ai voti, approvato e promulgato dal corrotto presidente. E questo nonostante il fatto che l’articolo 5 della sezione 8 della Costituzione Americana dichiara che il Congresso è l’unica istituzione alla quale è permesso creare moneta e stabilirne il valore e che la Costituzione americana non è mai stata modificata. Qualche anno più tardi, nel 1919, il presidente Wilson scrisse: “Sono uno degli uomini più infelici, ho inconsapevolmente rovinato il mio paese. Una grande nazione industriale è ora controllata dal suo sistema creditizio. Non siamo più un governo della libera opinione, non più il governo degli ideali e del voto della maggioranza, ma il governo dell’opinione e della coercizione di un piccolo gruppo di personaggi dominanti.” – Wodroow Wilson – cfr. “Go Deeper: Illusions Within Reality”, di Rick Collingwood, ed. Resonanz Recordings Int. 2009, p. 40.

Anche il parlamentare Luis Mc Fadden disse la verità dopo l’approvazione della legge: “Qui è stato fondato un sistema bancario mondiale, un superstato controllato dai banchieri internazionali, che agiscono congiuntamente per rendere schiavo il mondo a proprio piacimento. La FED ha usurpato il governo.” – Luis Mc Fadden – cfr. “Our Puppet Government”, di John Krismer, ed. CCB Publishing 2012, p. 62.

(cfr. anche http://www.conspiracyarchive.com/NWO/Council_Foreign_Relations.htm)

Con l’approvazione della nuova legge, il Tesoro per avere liquidità doveva emettere titoli di debito da vendere sul mercato, a cittadini (che li acquistano al fine di avere un interesse sicuro sui propri risparmi) e soprattutto ad istituti bancari. La creazione di nuovo denaro ora consisteva di fatto nell’acquisto di questi titoli da parte della Federal Reserve attraverso un accredito di dollari inventati dal nulla sul conto corrente dei detentori. In virtù del principio della riserva frazionaria, le banche potevano utilizzare questi accrediti come riserva e prestare ad interesse importi fino a dieci volte superiori, creando quindi ulteriore denaro dal nulla: ecco quindi che l’acquisto da parte della FED dei titoli di stato comporterà grandi immissioni di liquidità nel mercato, mentre l’operazione inversa (ovvero la vendita da parte della FED dei titoli precedentemente acquistati), comporterà una contrazione della liquidità in circolo 10 volte superiore, dal momento che in questo modo si riduce la base di riserva frazionaria a disposizione degli istituti bancari per poter concedere prestiti (questo meccanismo, unitamente ad altri strumenti, consentirà, come vedremo fra poco, al potere finanziario di generare crisi in grado di mettere in ginocchio gli stati).

Ora che il monopolio sull’emissione di moneta era tornato nelle mani dei banchieri privati, tramite ciò questi si adoperarono per consolidare maggiormente il loro potere e risolvere quindi anche le atre questioni emerse nella riunione di Jekyll Island.

Tra il 1914 e il 1919 la FED aumentò l’offerta di moneta di circa il 100% determinando un’ampia apertura di credito alle banche minori, dopodiché, nel 1920, ritirò gran parte della liquidità precedentemente messa in circolazione, obbligando le banche a richiedere gran parte dei prestiti concessi e generando di conseguenza una situazione analoga a quella del 1907, con assalti agli sportelli e il fallimento di moltissimi istituti di credito. Oltre 5.400 banche competitive al di fuori del sistema FED dichiararono banca rotta, permettendo un maggior consolidamento del potere finanziario nelle mani di poche famiglie.

Consapevole del crimine perpetrato, nel 1921 il membro del Congresso Charles Lindberg disse: “Sotto il Federal Reserve Act il panico viene creato scientificamente. Il panico attuale è il primo che viene creato scientificamente, manovrato esattamente come la soluzione di un’equazione matematica.” – Charles Lindberg – cfr. “Congressional Record: Proceedings and Debates of the… Congress, Volume 116, Parte 10”, di Congress of United States, ed. U.S. Government Printing Office 1970, p. 13300.

Tuttavia, quello del 1920 fu solo un antipasto di quanto sarebbe accaduto da lì a nove anni: dal 1921 al 1929 la FED fece nuovamente crescere l’offerta di moneta in circolazione (circa del 62%), determinando nuovamente un’ampia apertura di credito a banche e famiglie.

In quegli anni, nel mercato azionario si sviluppò anche un nuovo tipo di prestito chiamato “Prestito di margine”. Molto semplicemente tale tipologia di prestito consentiva ad un investitore di versare solo il 10% del prezzo delle azioni mentre l’altro 90% veniva prestato dal Broker. In altre parole, una persona poteva possedere azioni per un valore di 1000$, impiegando solo 100$. Questo metodo era molto popolare negli anni ‘20, quando tutti sembravano far soldi investendo nel mercato.

Tuttavia, questo prestito contemplava una clausula, detta appunto “Chiamata del Margine”, che implicava la possibilità di essere richiamato in qualsiasi momento e l’obbligo di essere ripagato entro 24 ore dalla chiamata.

J. D. RockefellerBernhard BarackPochi mesi prima dell’Ottobre 1929, quindi, J. D. Rockefeller, Bernhard Barack e altri insiders uscirono silenziosamente dal mercato e il 24 Ottobre del 1929, gli investitori Newyorkesi, che avevano concesso i prestiti di margine, iniziarono a richiamarli in massa. Questo diede un immediato impulso ad una rapidissima vendita sul mercato. Dopodiché, per le stesse ragioni, iniziarono prelievi di massa, determinando il crollo di più di 16.000 banche e consentendo alla cospirazione dei banchieri internazionali non solo di comprare banche rivali a prezzi scontati, ma anche di acquisire intere corporazioni per pochi spicci.

Fu la più grande rapina di tutti i tempi. Ma non finì lì! Anziché incrementare l’offerta di moneta per potersi riprendere da questo crollo economico, la FED la diminuì ulteriormente, rafforzando una delle più grandi crisi economiche della storia.

louis mcfaddenIl membro del Congresso Luis McFadden, oppositore di lunga data dei cartelli bancari, avviò le procedure di impeachment contro il Consiglio della Federal Reserve, affermando che il crollo e la depressione erano eventi provocati in modo scientifico, dichiarando: “I banchieri internazionali cercano di far emergere una situazione di depressione, per impadronirsi di tutti noi.” – Luis Mc Fadden – cfr. The Theory of Livevolution: “Great” Society of the Un-dead”, di Robert Roselli, ed. Xulon Press 2008, p. 75.

Non c’è da stupirsi che, dopo due precedenti tentativi di omicidio, McFadden venne avvelenato ad un banchetto prima di poter avviare le procedure di impeachment.

 … segue nella parte 7

STORIA DELLA DELLA FEDERAL RESERVE Parte 6 di Alessandro Trinca

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.